L'arte in villeggiatura di Augusto Minucci

L'arte in villeggiatura Continuano le rassegne nei centri turistici L'arte in villeggiatura Mostra dell'artigianato ad Aosta - Rassegna dei merletti a Cogne Cento gigantografìe a colori di Lino Cremon esposte a St-Vincent {Dal nostro inviato speciale) Aosta, 30 agosto, Per la grande maggioranza degli italiani le vacanze sono terminate, ma l'arte continua a rimanere in villeggiatura: scenderà in città soltanto verso la fine di settembre quando, con le prime brume, pren- derà il via la nuova stagione artistica. Intanto nei grandi centri turistici continuano a susseguirsi le manifestazioni d'arte, alcune delle quali di grande interesse, come la mostra di Emilio Vedova, ad Aosta che, inaugurata ai primi di luglio, è stata visitata da parecchie migliaia di persone. Nel capoluogo valdostano continua ad essere meta di visitatori anche la bella mostra dell'artigianato artistico allestita nelle sale del palazzo civico in piazza Chanoux. Sono esposti ferri battuti, tessuti e, soprattutto, quelle opere dei «maestri del legno»: culle, mobili, arcoli, grolle, statuette e giocattoli, che, nella loro rustica fragranza, aiutano a comprendere lo spirito e la poesia di questo popolo montanaro. Sempre ad Aosta è in corso, alla galleria «La Defense», una mostra dello spagnolo José Ortega di cui sono esposte una ventina di opere grafiche della ormai famosa serie dei «Segadores». Nella splendida vallata di Cogne, assieme a quel paesaggio incomparabile dei monti che si aprono a ventaglio sugli abbaglianti ghiacciai del j Gran Paradiso, il turista po' tra trovare un'altra testimo' nianza dell'artigianato valdo- I stano: i pizzi di Cogne di cui i è stata allestita una accurata ! rassegna. Sembra che l'arte del merletto, a Cogne, sia sorta nel XVI secolo per merito delle suore francesi di Cluny che insegnarono alle giovani montanare l'uso del tombolo. Le «cogneintse» seppero però | dare ai loro pizzi un'impronta i particolare, non soltanto rea- lizzando disegni che si ispiravano ai motivi naturali, ma ; ; I , I : l creando un «punto» speciale che li differenziano da tutti1 gli altri. Alcuni dei loro motivi, che fra l'altro hanno nomi assai suggestivi, come grano d'orzo, stella, tartaru- j ga, sole eccetera, sono talmente delicati da sembrare tessuti con il filo di una ra-1 gnatela. A Cogne infine, in j una collettiva allestita nella galleria «Etoile de la Vallee», sono esposte le opere dei torinesi Menzio, Terracini, Francesco Casorati e Pividori. Un altro torinese, Gabriele Girar- ; di, ha esposto, nella galleria . Civica di Saint Vincent, una serie di garbati dipinti in cui , quasi sempre appaiono giovani donne sospese in una at- ; mosfera romantica. Nella saletta della stessa galleria so-, no state presentate le opere di Gaetano Fiorentini, un artiì sta valdostano impetuoso e sapido nei dipinti ad olio, quanto delicato e raccolto nei disegni. Parecchie altre sono le mo- ! stre allestite nella città termale (oggi si è inaugurata la personale dello scultore torinese Lucio Toraldo) ma una ha visto la maggiore affluenza di pubblico: quella del fo- ; tografo biellese Lino Cremon | : che espone, nelle sontuose sa' le dell'Hotel Billia. un centinaio di foto a colori, parecchie delle quali «scattate» in questi ultumi tempi. Ormai I definito «L'uomo che vede a I colori», Cremon, dopo il sue-1 I cesso della mostra torinese, | ha ricevuto inviti per esporre I in ogni parte d'Europa e anche in America. E' pressato ! da richieste e non riesce più a tener dietro agli impegni. : Non si dispera. Dotato di un grande senso dell'humor, di- ; I ce: «A scattare si fa presto: la I macchina fotografica è una i | macchina, ma io no. Non posI so dividermi in quattro». In-1 i fatti è nella camera oscura i che Cremon passa gran parte del suo tempo per compiere, | le segrete alchimie che gli i ! consentono di ottenere quegli splendidi colori capaci di ■ esaltare il soggetto, di rein- ! ventarlo. Può essere la ruggì- ! nosa catena di una nave che affonda nell'acqua quasi vo-1 lesse imprigionare il mare; il volto di una ragazza o di un ] bimbo contrastato di luci ed ombre come certi ritratti seicenteschi; una luce spiovente che diffonde una serena intimità sul volto di una madre e dei suoi bimbi, sorpresi accanto alla finestra. Oppure il viso di una ragazza colta in plein-air che sembra riflettere la li'c di una giornata primaverile. «Ciò che m'interessa nel ritratto, dice Cremon, è il colo-1 re della pelle, coglierne la luminosità che è anche lo spec-1 ch'io dell'anima; tutto il resto viene da sé ed è abbastanza facile». Che sia facile è discutibile. Certo nelle sue fotografie Cremon non si propone messaggi, non vuole ( anche . se vede con la sensibilità del I pittore ) fare concorrenza alla j pittura ma soltanto fermare il particolare, che l'occhio di- j stratto non riesce mai a co- : gliere, ed esaltarlo e rivelarlo in tutta la sua bellezza. E ci riesce. Augusto Minucci i I s; tdFdj vI c: l; n| n! e; t: lplndab