D'Amico in elicottero cerca la sua prigione e dice: "Lo faccio per la povera Cristina,, di Silvana Mazzocchi
D'Amico in elicottero cerca la sua prigione e dice: "Lo faccio per la povera Cristina,, Ad una svolta decisiva le indagini sui due sequestri D'Amico in elicottero cerca la sua prigione e dice: "Lo faccio per la povera Cristina,, Ha riconosciuto «solo all'80 per cento il suo guardiano - Gli inquirenti affermano: «Forse la ragazza è viva, ma il suo carceriere ha paura di rilasciarla» • Convalidati tre fermi (Dal nostro inviato speciale) Lamezia Terme, 30 agosto. « Cristina forse è viva, forse il suo carceriere si sente isolato, ha paura e non ha il coraggio di rilasciarla », questa l'ipotesi (o la speranza), avanzata stamattina dagli investigatori che cercano sull'Aspromonte la seconda prigione di Cristina Mazzotti. « Le indagini sono ad una fase conclusiva » aveva detto ieri Giuseppe Fera, dello speciale nucleo antisequestri. In effetti, la morsa si stringe intorno al « clan dei calabresi », autori del rapimento della studentessa di Erba. Tre fermi, tra quelli effettuati ieri, sono stati convalidati. Si tratta di tre pregiudicati di Gizzeria Lido (Lamezia), tutti legati in qualche modo ad Achille Gaetano, 33 anni, emigrato a Tradate (Varesei, latitante, considerato tra gli organizzatori del sequestro Mazzotti. Sono: Peppino Falvo, 31 anni, pastore di Sambiase, residente a Gizzeria; suo fratello Pasquale Falvo, 34 anni, sorvegliato speciale, condannato per pascolo abusivo e per furto, cognato di Achille Gaetano; Giovanni Talarico, 35 anni, anch'egli cognato del Gaetano, autista di Sant'Eufemia Lamezia. «Il perno attorno a cui ruota l'inchiesta calabrese è Achille Gaetano — sostengonoi gli inquirenti — se riuscire lmo acj arrestarlo probabil | mente sgomineremo l'intera banda». Gaetano (cugino di. Francesco, in carcere a Co- [ mo, figura marginale nella j vicenda ), secondo i carabinie- ] ri si sarebbe formato le os-1 . ia alla scuola dell'« anonima [ sequestri »; questo sarebbe il j suo primo lavoro in proprio, ] Ha precedenti per furto e a 1 Varese era diffidato. Nella a a . - o a o eo e a o e o a a eie sua valigia di latitante si troverebbe ora gran parte del miliardo e cinquanta milioni pagato dalla famiglia di Cristina per il suo rilascio. Nella zona continuano le ricerche. Anche questa notte la polizia ha compiuto a Gizzeria, paese d'origine del Gaetano, un'operazione di rastrellamento, alla ricerca di tre persone già identificate: una donna bionda e due uomini, tra i quali Bruno Abramo, 27 anni, pregiudicato, residente a Sant'Eufemia (Lamezia), considerati manovalanza della banda dei calabresi. Tutti questi elementi sono contenuti in un fascicolo grigio, voluminoso, intestato a Cristina Mazzotti, che ormai i da qualche giorno si va gonfiando sul tavolo degli inquirenti con nuove notizie, nuovi elementi e rapporti raccolti dai carabinieri sull'origine mafiosa del sequestro della studentessa. «Soprattutto per lei, per questa povera ragazza, sono deciso a continuare le ricerche, a riconoscere luoghi e i circostanze», ha detto ieri sera Giuseppe D'Amico, l'armatore che oggi ha compiuto un secondo volo di ricognizione sull'Aspromonte, da Piati a Natile Nuovo e Vecchio, ad Affrico. E' partito alle 11,30 sull'elicottero «Bell 205», accompagnato dal capitano Alfieri e da due sottufficiali. Un ! volo a varie altezze e angola' ture, alla ricerca del paesetto j che D'Amico ha fotografato i nella sua memoria quattro anni fa, durante uno dei suoi frequenti viaggi di mare e che avrebbe rivisto dalla sua cella durante il sequestro. Nel pomeriggio c'è stato il tanto atteso confronto con Antonio Giorgi, il pastore di San Luca, ventinovenne, in carcere perché considerato il carceriere di D'Amico. L'armatore l'ha guardato a lungo ma non ha saputo riconoscerlo con certezza. Ha detto: uE' lui solo all'ottanta per cento». Giuridicamente, quindi, la ricognizione è impugnabile e lunedì la difesa di Giorgi presenterà istanza di scarcerazione per mancanza di indizi. Nell'inchiesta D'Amico, nuova consistenza sta intanto assumendo il ruolo di Domenico Lento, il costruttore proprietario del cantiere di Capeva, da dove l'armatore parte in betoniera. Da tutta Italia continuano a pervenire al magistrato rapporti dei carabinieri sulla situazione economica del Lento. Vari conti in molte città italiane risultano intestati al Lento, con depositi bancari che vanno dai sessanta ai cento milioni, per un totale di circa un miliardo. I versamenti risultano tutti effettuati nel corso del 1974. Di Lento, quindi, si occuperà, ora, oltre alla magistratura, anche la Guardia di finanza. Silvana Mazzocchi i i !' Lamezia Terme. L'armatore Giuseppe D'Amico (Tel. Ansa)
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