Strane vacanze del turista tedesco di Tito Sansa

Strane vacanze del turista tedesco Chi lavora risparmia, chi è disoccupato se ne va "in ferie,, Strane vacanze del turista tedesco b'le (Dal nostro corrispondente) \ìì I I | ; ■ Bonn, 29 agosto. In Germania c'è un milione di disoccupati, per l'inverno si prevede che saranno un milione e mezzo, forse più. Ma — secondo una battuta che circola in Questi giorni nelle agenzie di viaggio — è più facile trovare un posto di lavo- ' ro che un posto in un «char-! ter» diretto in Spagna, in Ju- j goslavia, a Ischia o a Creta, o un posto per l'automobile su \un treno-navetta per l'Italia la Jugoslavia o la Costa Az zurra, oppure una cabina qualsiasi su una nave in crociera in Scandinavia. I giornali sono pieni di annunci economici di persone che. non avendo trovato la possibilità di viaggiare in comitiva verso il Sud, cercano qualcuno che : abbia un posticino in automo- contri- ! E agli ì (naturalmente buendo alle spese). stessi giornali, alla radio e al la televisione giungono centinaia, migliaia di lettere di protesta di turisti indignati che, arrivati alla meta, hanno trovato occupata la camera prenotata, e intorno il tutto esaurito. Il fenomeno, che ha colto di sorpresa le grandi compagnie di viaggio, è inspiegabilemai, nel dopoguerra, lu Germania si è trovata in una cri- \si economica grave come que- ìst'anno (il prodotto nazionale ì lordo è diminuito del 3 per I cento, le pubbliche amminiI strazioni si sono indebitate | per 20 mila miliardi di lire, il ; governo, le regioni, i comuni ■ stanno cercando di turare le ' risparmio) ! strato un «boom» turistico j uguale a quello di questi me si. Neppure negli anni della \vacche grasse, quando Ve falle con drastiche misure di e mai si è regi- sptinsione economica registrava tassi di incremento vicini al 10 per cento. Si calcola che alla fine di quest'annata turistica (che si chiude il 31 ottobre) circa 35 milioni di tedeschi su 60 milioni saranno andati in vacanza, circa 5 milioni più che : l'anno scorso: 1S milioni sa ranno rimasti in patria (dove ! quest'anno il tempo è stato di ì una bellezza eccezionule, con settimane di cielo sereno e termometro a più di trenta gradi) e circa 17 milioni si saranno recati all'estero, spendendo complessivamente 35 miliardi di marchi i10 mila miliardi di lire) cioè più del valore di tutte le automobili vendute in un anno. Ciascuno — giovane vecchio o bambino — avrà speso in media circa 260 mila lire. Donde vengono tutti questi - e r e l i e o ea e quattrini? Chi sono questi 35 nmilioni di tedeschi che, nono- dstante la recessione, vanno in dtferie? Che cosa li muove, prò-1 prio in un momento di crisi \ economica generale, a lascia- ! re le mura domestiche per andare a riposarsi in altri eli¬ i | mi? Sono le domande che in i- j questi ultimi mesi ci si è posti con insistenza in Germania, anche con sondaggi di opinione pubblica. E le risposte sono slitte stupefacenti. «La gente risparmia sulla spe- i i i 5 ie vpsdqrtzbvsa quotidiana, sul vitto, sul- ! pl'abbigliamento, perfino sul j ctabacco, pur di non rinuncia- ! nre alla vacanza» ha detto il di- ! crettore di un'agenzia di viaggi idlae di n e a an5 a el li o o a ti denti che hanno le ferie pagate o sono disoccupati e non hanno nulla da perdere. La j mentalità del «si vive una voi-1 ta sola» si sta diffondendo anche in Germania. Soprattutto tra i senza lavoro. ì quali ri- j ., | scuotono un sussidio di disoc- .t cupazione pari in media al 68 i di Duesseldorf. La regola del la spesa sembra essere un mese di stipendio per le ferie. Il gruzzolo, accumulato in banca o tilla casta di risparmio per timore di tempi peggiori, generalmente non si tocca. Più sorprendente ancora è la risposta alla seconda domanda: molti che abitualmente andavano in vacanza quest'anno sono rimasti a casa per difficoltà economiche, sostituiti dn nuovi turisti. I paini sono generalmente appartenenti al ceto medio impiegatizio che si sono indebitati per comperare a rate (casa. dnnUgzsctSgddnlvsmmobìli, vettura) e temono di, . 71077 farcela. I nuovi turisti, rche si calcola siano sei o sette \ zmilioni, sono per la maggior \ vparte operai, pensionati e stu ei ua a e ), o, ié. il e oe r oe oe per cento dello stipendio o del salario. Perché annoiarsi a casa? Si domandano. E partono per le vacanze, che — grazie alla spietata concorrenza ira le diverse compagnie di viaggi — ormai sono alla portata di tutte le borse. E' stato calcolato per esempio che. approfittando delle offerte «tre settimane ul prezzo di due», è possibile spendere meno di centomila lire per venti giorni a Maiorca (viaggio in aereo e pensione completa), una somma con la quale a rimanere a casa propria bisogna limitarsi nel consumo di r- i carne e di birra. Il medesimo ragionamento cominciano a a '■ ragionamene cominciano r- ^che i pensionati e eo(per la prima volta) anche i contadini. Non è raro — dicono alle agenzie di viaggio — trovare famiglie di agricoltori dirette in volo in Tunisia o sul Mar Nero. La parola d'or- fdpstlssgimgcrdrga a i ^ne per tuttj semora eSsere ie | «cambiare la tappezzeria pri- re i e | ma cne sja troppo tardi». r o aea L'aumento del turismo, in particolare dei meno abbienti, sembra insomma derivare da sfiducia nel futuro. La molla che spinge lontani, «in una sorta di panico della porta chiusa» dicono all'agenzia «Tui». è l'incertezza nel doma- aldmapdf ni. la paura dell'inflazione e della disoccupazione, Naturalmente, l'esplosione del turismo di massa ha portato a un livellamento delle vacanze, alla ricerca di quelle più a buon mercato. Il tedesco, sia pure disposto a spendere per dimenticare i crucci quotidiani, non dimentica la regola del risparmio. E pertanto i viaggi più a buon prezzo, nei Paesi nei quali il cam- bio del marco è il più favore- volo (Spagna e Jugoslavia, in primo luogo) sono i più ri- chiesti, «vanno via come pani- ni freschi», mentre per le ero- ciere di circumnavigazione dei globo per un paio di mi-lioni c'è ancora qualche posto disponibile. Ma mica tanti. L'Italia, purtroppo, non beneficia come altri Paesi della nuova smania dei tedeschi. Una massiccia propaganda giornalistica contro le vacanze nel nostro Paese non è passata inosservata tra il pubblico tedesco. Ma la colpa non è tutta dei giornalisti tedeschi. Se anche sovente hanno esagerato (per esempio scrivendo «vedi Napoli, respira l'aria del golfo e poi muori» o «conosci il Paese dove fioriscono le immondizie?»; qualcosa di vero c'è: i ritardi, i furti, gli scioperi, gli inquinamenti, i musei chiusi, i treni e gli ae- . rei fermi non sono un'inven- zione. E non c'è «febbre di viaggio» che riesca a convin- I to ordine — prevede un agen cere milioni di amici dell'Italia e di turisti novellini a recarsi nella nostra penisola. «Se in Italia non verrà un cer¬ | 1 te di viaggio — nel 1976 e ne- ' gli anni seguenti il Bel Paese ]verrà cancellato per sempre dagli itinerari dei tedeschi».1 Preferiranno Paesi forse me-1 no belli, ma più sicuri, nei quali possano veramente fug-1 srire dalla realta d'ogni gior- i > no j | C'è anche un'altra previsio- ìj "e generale: se il cancelliere i j Helmut Schmidt riuscirà a [ ! rilanciare l'economia del Pae- : i se, finirà il «boom» del tu-' \ rismo. I tedeschi allora ri- \ \ prenderanno a risparmiare j per la casa, per l'automobile, per i mobili, per gli elettrodomestici nuovi. Ben venga dunque — dicono alle agenzie turistiche — la paura del domani. Finché dura, il tedesco non rinuncia alle ferie. Come quella vecchina che, avendo intrapreso una viaggio aereo in Asia con il marito, si trovò d'improvviso accanto il coniuge morto, colto da collasso cardiaco. Che fece? Ordinò che fosse cremato, comperò una bella urna d'argento, vi mise le ceneri del defunto e, con quelle i sempre accanto, continuò fino j alla fine il viaggio di venti- mila chilometri pagato in an \ ticìpo per due persone, : Tito Sansa iI j .

Persone citate: Helmut Schmidt