Il ricattato al telefono si è ucciso per paura di bruciarsi la carriera di Paolo Lingua

Il ricattato al telefono si è ucciso per paura di bruciarsi la carriera Genova: ossessionato che si rivelasse una sua relazione Il ricattato al telefono si è ucciso per paura di bruciarsi la carriera I suoi superiori s'erano più volte lamentati della sua vita sentimentale - La gelosia della moglie, il paese pettegolo gli avevano fatto «saltare i nervi» - Sospetti sui due coniugi (Dal nostro corrispondenteI Genova, 29 agosto. E' sempre fitto il mistero sul suicidio di Angelo Pellagatta, un tecnico della società petrolifera «Garrone» di Genova, che il 18 agosto s'è tolto la pita sparandosi un colpo di pistola al capo, nella sua abitazione di Mignanego, un comune della fascia periferica della città. In seguito a un dettagliato rapporto dei carabinieri di Sampierdarena che conducono le indagini sul caso, il sostituto procuratore della Repubblica ha denunciato, a pie¬ de libero, per «tentata estorsione», due coniugi di Mignanego, Liliana Mazzini, 38 anni, e Mauro Bernardinelli, 33 anni. Sembra che la coppia ricattasse il Pellagatta: tra l'altro, accanto al cadavere dell'uomo, è stata trovata una fotografia a colori, scattata con una macchina «Polaroid», della Mazzini che viappare seminuda, avvolta in un velo trasparente. Sembra assodato che la donna abbia avuto una relazione con lo scomparso e che il marito ne fosse a conoscenza. I due, avrebbero compiuto una serie di telefonate minatorie a Pellagatta e a sua moglie Maria Rosa Piana, 39 an- uni, chiedendo quattrocentomi- la lire per evitare di far scop-1 piare uno scandalo che potè- ■ va anche compromettere la carriera di Pellagatta. Infatti, secondo quanto si mormora a Mignanego, il tecnico petrolifero aveva fama di «conquistatore» e pare che i suoi superiori lo avessero, in diverse occasioni, invitato a mantenere un comportamento più «tranquillo». L'intensa vita sentimentale, la preoccupazione di evitare lo scandalo e i pettegolezzi, in un ambiente ristretto come Mignanego, dove praticamente tutti si conoscono, e i rapporti sempre più difficili con la moglie che gli rimproverava le frequenti infedeltà, deb| bono aver minato il sistema nervoso dell'impiegato, il quale, dopo le richieste di denaro, si sarebbe tolto la vita in I ! un momento di sconforto. Non è stato comunque ancora accertato se, prima di uccidersi, aveva pagato tutto o in parte il «riscatto» richiesto. Oggi pomeriggio non sono emerse novità: i carabinieri hanno mantenuto uno stretto riserbo sulle indagini. Il capitano Ruggeri, comandante della stazione dei carabinieri di Sampierdarena, ha però avuto in serata un lungo colloquio con il sostituto procuratore della Repubblica, Di Noto. Non sono stati presi nuovi provvedimenti giudiziari, ma non è detto che nei prossimi giorni non possano emergere particolari di rilievo. Secondo quanto s'è appreso subito dopo il suicidio del Pellagatta, la prima telefonata anonima, con richiesta di denaro, venne fatta a Maria Rosa Piana nell'estate del | 1972: una donna che diceva di chiamarsi Marisa chiese alla Piana quattrocentomila lire, se «voleva riconquistare l'affetto del marito ed evitare che esplodesse uno scandalo a Mignanego». La misteriosa Marisa aggiunse di essere l'amante dell'uomo. Negli anni seguenti ci furono altre telefonate con richieste di denaro e Pellagatta ricevette una mattina, per posta, la fotografia con l'immagine della donna semisvestita. Dopo il suicidio i carabinieri, indagando sul passato dello scomparso, seppero che il tecnico della «Garrone» aveva A una relazione con Liliana Mazzini. Confrontata la donna con la fotografia, hanno accertato che si trattava della stessa persona. Paolo Lingua ut| ! Genova. La donna denunciata, Liliana Maccini

Persone citate: Di Noto, Garrone, Liliana Maccini, Liliana Mazzini, Maria Rosa Piana, Mauro Bernardinelli, Mazzini, Ruggeri

Luoghi citati: Genova, Mignanego