Sono stati condannati a morte
Sono stati condannati a morte La sentenza di Burgos contro i due baschi Sono stati condannati a morte Burgos, 29 agosto. La corte marziale riunita a Castillo del Val, nei pressi di Burgos, ha condannato a morte i due giovani militanti baschi, presunti membri dell'Età, José Antonio Garmendìa Artola, di 23 anni, ed Alisei Oteagui Echeverria, di 33 anni, riconoscendoli colpevoli dell'assassinio di un caporale della guardia civile. Oltre alla pena capitale, il Consiglio di guerra ha inflitto a Garmendia pene detentive complementari e un'ammenda. (Ansa-Ai) Se Franco voleva mostrare che il volto del regime — in una Spagna che pure traveste l'antica miseria ■— è ancora quello atroce del '59, c'è riuscito. La sentenza dettala dal potere poli- lieo ha l'uniforme dei militari il suo assurdo dispositivo, che commina la galera dopo la morte, conferma il prevalere d'unti scella d'ottuso formalismo estraneo a ogni misura con la realtà. La morte non ha un «dopo» storico, ma per un regime che raccatta nei giorni il suo fin de ragne, la celebrazione delle regole è ancora l'illusione del trionfo. II franchismo vuole esorcizzare la crisi della sua successione. S'era detto così anche all'epoca del primo processo di Burgos, con sei condanne capitali e tre doppie condanne a morte; i cinque anni trascorsi da quel Natale del 70 confermano questo terrore del futuro: è una diltalu ra che appare ormai legata solo alia vecchia figura del suo cu-stode. i quaraiu'aniii di oppres- I sione della libertà e di coltiva- | zione di rozzi Torquemada non i bastano ad assicurarle più dei suoi fantasmi. Una lolla per la successione si sta svolgendo su tre fronti. Il primo — in cui si battono anche i due giovani baschi condannati a morie — è quello delle organizzazioni democratiche clandestine, dai cartisti lino ai comunisti (e ai gruppi della guerriglia): chiedono la libertà, amnistia politica, referèndum istituzionale. Gli alni due fronti sono interni al regime: c'è la destra falangista di Blas Pillar, il bullker autarchico, ostinato nei suoi miti, favorevole alla repressione più spietata e a un governo di militari; e c'è la destra eivilizadu, che inscguc sogni gallopardiani e si prepara a un cambio j indolore. L'esercito, con qualche fermento, tace e attendi Il governo in carica, di Arias Navarro, è consideralo aperturisti!: doveva facilitare il passaggio dei poteri, creando un clima politico che — senza tradire i «principi del 18 luglio» — l'osse adeguato all'immagine più moderna e dinamica che avrebbe assumo il Paese con il successore designato, «re» Juan Carlos. La sentenza di ieri — e altri recenti fatti politici — sono i segni d'una transizione differente, l'orse drammatica: il centinaio di attentati (e i 30 morii) di questi ultimi mesi aprono una spirale già convulsa. 11 verdello di Burgos giunge, i non a caso, in una Spagna che j da cinque giorni è sottoposta alIla legge marziale: è il decreto 1 antiterrorismo annunciato da vita -1 Navarro alle Cortes già alla fine j di giugno, quando pronunciò un e o a i e i o e s a e e . , o i a , e o a | discorso per il quale in tutto il I Paese — e nell'Europa — s'era creata una grande attesa. Ci s'aspcllava allora la conferma d'una linea evolutiva, forse l'annuncio d'una data per la successione: fu un discorso invece cauto, timoroso, di regime. E seguirono le scelle della rinuncia: censura più rigida, arresti in massa, dibattito politico strozzato Insieme con la nomina d'un vecchio servo del regime (Solis Ruiz) a segretario del iMovimìenlo e la proroga di sei mesi al rinnovo delle Cortes, contrarie nella maggioranza alla linea aperturista. La condanna di Burgos dice che Franco continua la sua battaglia, contro le troppe speranze del passato: non ve da pensare a giudizio emesso con indipendenza di volontà. Ma quanto a lungo potrà durare questa baltaglia? e per quanto la sua villoria? La narrata e la pratica della tortura non sono strumenti di governo, ma tragiche presunzioni antistoriche, La Spagna è nell'Europa, ne condivide il passato e il futuro, la civiltà, il confronto aperto delle ideologie e Io spirilo di partecipazione dei suoi popoli. Credere di poterne isolare il presente con la violenza di regime è illusione. 11 segno che parte oggi dall'opinione pubblica democratica del continente ha la l'orza del sentire comune, il valore della solidarietà umana prima ancora che politica. La protesta dell'Europa civile. che guarda anche al futuro della Spagna, è ora attenui soprattutto alla vitti di due uomini: non abbiamo dimenticato che Ililiali Grimau e Puig Antich furono sacrificati all'interesse del franchismo, potrebbe essere così anche per Garmendia e OtaeguiLa loro sorte è nelle mani di Francò, che può ancora commutare la condanna a morte. Nel 70. furono le pressioni di lutto il mondo a costringerlo a graziare i sei imputati del «primo Burgos»: oggi. Europa e America avranno uguale poiere?Mimmo Candito Antonio Garmendia, uno dei condannati a morte (Ap)
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