Battaglia nelle strade di Bastia Un poliziotto ucciso da "cecchini,,

Battaglia nelle strade di Bastia Un poliziotto ucciso da "cecchini,, Notte di sangue, s'aggrava la situazione in Corsica Battaglia nelle strade di Bastia Un poliziotto ucciso da "cecchini,, Gli scontri, violentissimi, tra giovani manifestanti autonomisti e i reparti « Crs », poi la sparatoria dalle finestre sulla polizia - Destituiti il prefetto dell'isola e il sottoprefetto di Bastia ~~—-~——^—————————^——————- (Dal nostro inviato speciale) Bastia, 28 agosto. Di nuovo quest'isola tormentata ha visto scorrere il sangue: c'è stata una cruenta battaglia, nella notte, fra gruppi di giovani manifestanti autonomisti e gli uomini delle « Crs » (Compiignies Républicaines de Securité, i reparti d'urto della polizia francese). Un morto e quattordici feriti fra i « Crs », perdite probabili ma incontrollabili fra i militanti còrsi. Tutto comincia verso le 22,30 di ieri: accanto alla sede dell'«Azione per la rinascita della Corsica», disciolta poche ore prima dal Consiglio dei ministri, una folla di giovani chiede a gran voce di «passare all'azione». Cantano inni còrsi, urlano storici slogans: «Vince o more», vincere a morire. I responsabili della disciolta «Arci) cercano di trattenerli: bisogna, dicono, rispondere alla repressione con una mobilitazione politica, non si devono offrire pretesti ai «francesi». Di fronte a loro, accanto al bianco edificio della sottoprefettura, sono schierati i «Crs», evidentemente pronti a tutto. Piovono verso i militari le prime sassate dei giovani córsasi, dalla sottoprefettura si risponde con le bombe lacrimogene. Alcuni reparti di agenti, che percorrono le vie della città sui loro veicoli grigi, rispondono ai sassi con violente cariche. Poi tutte le forze di polizia si dispongono in quadrato attorno alla sottoprefettura. A questo punto c'è un momento di calma, poi i manifestanti partono, come già la notte di venerdi scorso, all'attacco delle sedi bancarie e delle agenzie di viaggio: vetrine a pezzi, locali saccheggiati. La polizia lancia nuove bombe lacrimogene, poi carica ripetutamente, senza risparmiare giornalisti e fotografi. pcDopo le 2, si cominciano a sentire colpi d'arma da fuoco. Il teatro della battaglia è la Place Saint-Nicolas, un vasto rettangolo in faccia al porto nuovo, su cui campeggia fra platani e palme, una statua neoclassica di Napoleone. All'estremità settentrionale della piazza c'è la sottoprefettura, e davanti all'edificio governativo ci sono i ranghi serrati dei «Crs». E' su questi ranghi che cominciano a piovere proiettili di fucili da guerra e di armi da caccia grossa. Si spara dalle finestre e dai tetti degli alti edifici che, lungo il lato maggiore della piazza, fronteggiano il mare. Alcuni agenti cadono, gli altri si ritirano dietro ai loro camion, chiedono ai loro ufficiali di poter rispondere al fuoco. Arriva l'autorizzazione e improvvisamente la piazza è immersa nel buio: i poliziotti hanno sparato sui lampadari dell'illuminazione pubblica. Nel buio, si leva la cortina fumogena che deve proteggere i «Crs» dal tiro dei cecchini. La polizia spara verso le finestre, poi ripiega nel giardino della sottoprefettura. Sono ormai le 4 del matti- zlatlmlcfviSpts«cdcno, la battaglia è finita, l'alba I tillumina poco più tardi una acittà devastata, la piazza ih- (gombra di bossoli, i veicoli ;ncolpiti dai proiettili, qua e là mlarghe chiazze di sangue. Arri vano i gendarmi mobili dalle ! loro caserme e occupano militarmente il centro, controlla- j no l'identità dei primi auto-|i mobilisti, piazzano mitraglie-1 j re agli angoli della piazza, in-1 terpellano i passanti con evi- j dente, pericolosissima sovraeccitazione. Soltanto verso le 10 torna la normalità, e si ha il bilan- ' ciò di questa notte tragica: j un morto, 14 feriti, e chissà j quanti tra i «ribelli». Il sinda- i co della città lancia un disperato appello alla calma. Nel | pomeriggio è annunciato l'arresto di Serge Cacciari, che sarebbe accusato dell'assassinio del poliziotto morto nella sparatoria. A casa gli hanno trovato armi e munizioni. Max Simeoni, segretario generale della disciolta «Are», chiede una «mediazione politica» e respinge ogni responsabilità nei fatti della notte: I con lo scioglimento del no-1 stro gruppo, dice, il governo \ ha eliminato «il solo valido argine che esisteva al males-, sere córso». Questa, del resto, è l'impressione di molti: dal I movimento costretto alla | clandestinità emergono le frange più estreme, tolta di mezzo l'organizzazione autonomistica legale, ciò che ne resta è scavalcato dalle iniziative dei singoli e adesso niente è più prevedibile. A Parigi Giscard d'Estaing esamina la situazione con i Chirac e Poniatowski all'Eli- ì seo, durante l'incontro viene | presa la decisione che il mini-1 stero dell'Interno annuncia alla fine del pomeriggio: il prefetto della Corsica, Gabriel Gilly, e il sottoprefetto di Bastia, Jacques Guérin, sono sospesi dalle loro funzioni. Ci si interroga sul senso di questa misura: i due funzionari sosp&si sono considerati colpevoli di eccesso o di difetto nell'applicazione delle rigide direttive parigine? Frattanto i sindacati dei Crs chiedono il ritiro delle forze di polizia dall'isola, dove ormai c'è, dicono, un «clima insurre- ! i ! I '. zionale»; il portavoce del-,l'Are, Edmond Simeoni, viene accusato formalmente di reati che la legge può punire con la morte. Commenta amara-1 mente Le Monde: «Quando [ l'ordine non è minacciato, si i considerano inutili le vere riforme: quando è turbato, esse i vengono ritardate o rifiutate in nome dell'autorità dello Stato. E' così che nascono, presto o tardi, i conflitti e le tragedie ». a. v. ' Bastia. Poliziotti durante gli scontri con gli autonomisti (Telefoto United Press)

Persone citate: Arri, Bastia, Chirac, Edmond Simeoni, Gabriel Gilly, Giscard D'estaing, Jacques Guérin, Max Simeoni, Serge Cacciari

Luoghi citati: Corsica, Corsica Battaglia, Parigi, Saint-nicolas