Nella cucina c'erano sinistri scricchiolii mentre si faceva «toilette» alla facciata

Nella cucina c'erano sinistri scricchiolii mentre si faceva «toilette» alla facciata Inchiesta dopo il crollo nella casa pericolante di via Macerata Nella cucina c'erano sinistri scricchiolii mentre si faceva «toilette» alla facciata La società proprietaria dell'edifìcio 2 mesi fa aveva messo in vendita gli alloggi barcollanti e « rinfrescato » l'esterno per renderli più attraenti - Poco prima del crollo gli inquilini erano stati invitati a svuotare le cucine - L'impresario è precipitato con le macerie: illeso - Sgomberato l'intero stabile, 21 famiglie - Che cosa dice la gente rimasta senza tetto E' in corso l'inchiesta per accertare le cause del crollo di tre pavimenti negli alloggi di via Macerata 22. Tecnici del municipio e vigili del fuoco hanno compiuto ieri diversi sopralluoghi nel vetusto e barcollante edificio; soffitti e solette pericolanti sono stati puntellati, le macerie spazzate. Tutto il caseggiato è stato dichiarato inabitabile, le 21 famiglie, 41 persone complessivamente, sono state costrette a sgomberare. Per il momento saranno alloggiate alla «Residenza città di Torino» in corso Savona 30; al più presto il Comune, in collaborazione con il Collegio costruttori e l'Istituto autonomo case popolari provvederà a reperire una nuova sistemazione per i senzatetto. Poteva essere evitato il crollo? L'Interrogativo suscita commenti rabbiosi e ironici tra gli inquilini che si accalcano nell'androne dell'edificio ad osservare l'opera dei tecnici. «Certo che si poteva prevenire — dicono parecchi — da tempo si sentivano sinistri scricchiolii dalla parte delle cucine nella scala "A", lo stesso amministratore et aveva più volte avvertiti di essere prudenti, di non gravare troppo i pavimenti in questo o quel settore». Mario Burgo, che abita a pianterreno sbotta: «Questo palazzo ha 102 anni, difficile contare le cose che qui non funzionano più o sono male in arnese. Non soltanto nell'ala dove sono sprofondati i pavimenti si viveva nell'incubo di una tragedia, ma anche nella mia. Un alloggio del terzo piano ha già la volta puntellata». Si avvicina un'altra inquilina, Giuliana Nicolai, sbotta irata: «Che gente: rifare la facciata ad una casa traballante senza preoccuparsi di garantire l'incolumità a quelli che ci abitano. Inoltre, da un paio di mesi la proprietà ha messo in vendita gli appartamenti, non si è però curata di renderli sicuri. Come ci si può comportare così?». L'interrogativo lascia sconcertati. L'edificio di via Macerata 22 è di una società, la «Riviera e Cecina», che fa capo a diversi titolari: tra questi Cesare Prat, corso Re i Umberto 51, Valerla Mambretti, | piazza Adriano 17, Dante Jean De | Loof, pare residente a Roma, gli ! ospizi della Carità di Chieri L'amministrazione è stata delegata a Giovanni Casale, via Magenta 9. Un paio di mesi fa la «Riviera e Cecina» ha incaricato l'agenzia immobiliare «Centro-Casa» di corso Francia 19 a mettere in vendita tutti gli alloggi, 1 ventuno inquili- ; ni si sono visti recapitare un avvi- ; so con il prezzo del proprio ap- j partamento. Per due camere, 1 j prezzi oscillano dal 3 al 5 milioni. adire molto alte — commentano gli abitanti di via Macerata —. Parecchi di noi, comunque, per paura di essere cacciati da un I nuovo padrone, si sono indebitati, hanno già versato un anticipo. I Qualcuno ha fatto presente che I sarebbe stato opportuno rifare le tubaiure, rinforzare i pavimenti e I i muri. Invece abbiamo visto arri vare un'impresa per la pulizia della facciata. Dentro tutto restava come prima». Aggiunge un'anziana signora: «Hanno pe?isato unicamente a puntellare l'alloggio del primo piano. E per questo che il crollo è stato contenuto: senza quel "ponte" la voragine sarebbe arrivata fino alle cantine». I lavori esterni sono proseguiti per tutto agosto: contemporaneamente sono continuati i rumori «strani», qualche pavimento si è incurvato di più. «L'amministratore — è il ritornello degli inquilini — si è limitato ad avvertirci che c'era pericolo, di fare attenzione». La situazione è peggiorata nei giorni scorsi, mercoledì mattina Giuseppe Miccolo, l'impresario che dirige la riverniciatura della facciata, ha invitato alcune famiglie della scala «A» a spostare le cucine sul pianerottolo. Racconta: «Al quarto piano il pavimento era diventato ancora più sconnesso. Ho aiutato io stesso a trasportare i mobili lontano». Le sue raccomandazioni sono state seguite anche da chi abita ai piani inferiori, la tragedia è stata scongiurata. «Verso le 19,29 — ricorda Giuseppe Miccolo — sono tornato al quarto piano. Ho visto una pianella leggermente sollevata, mi sono chinato per rimetterla a posto». Un boato, il pavimento è crollato travolgendo anche l'uomo che è precipitato per tre piani. La fortuna gli è stata amica, nel volo insieme con chili di macerie si è soltanto ferito di striscio a un braccio. CJe cosa dicono i proprietari e I ! j | i I i| ;|\!j|!1i: l'amministratore? «Per ora nulla — risponde l'assessore comunale Foppa, che con i colleghi Quagliotti e Guasso si occupa della vicenda — li abbiamo cercati inva- no: pare che tutti siano fuori To- rino. La storia di via Macerata la struttura è stata minata da in filtrazioni di acqua attraverso l'intonaco scrostato oppure dalle presenta molte ombre, andremo a fondo per vederci chiaro. Quanto alle cause del crollo, si possono per adesso fare due ipotesi: forse ; perdite delle tubature dei lavandì j ni che hanno corroso la soletta | del pavimento. La casa ha più di. \ un secolo, ma i tubi non sono mai stati cambiati. In compenso i titolari si sono preoccupati di abbellire l'esterno. Assurdo». L'impresario ferito, Giuseppe Miccolo • Masserizie e macerie nel cortile dello stabile, dichiarato pericolante

Luoghi citati: Cecina, Chieri, Roma, Torino