Tre banditi mascherati rapinano un ottico inseguiti dalla polizia, due sono catturati

Tre banditi mascherati rapinano un ottico inseguiti dalla polizia, due sono catturati L'aggressione in corso Siracusa, l'arresto in via Giacomo Dina Tre banditi mascherati rapinano un ottico inseguiti dalla polizia, due sono catturati Una « Volante » li intercetta dopo il colpo e li blocca quando abbandonano l'auto davanti alla Fiat Mirafìori - In questura fanno il nome del complice che è riuscito a fuggire - Altro fatto: due fermi per l'assalto alla gioielleria di via Asiago Due banditi che avevano appena rapinato un negozio di ottica sono stati catturati dalla polizia, il complice di cui hanno fatto il nome, è ricercato. Gli arrestati no navevano documenti, hanno detto di chiamarsi Gian Mario Sala, 18 anni, via Avigliana 1 a Trana, e Franco Rolando, 20 anni, via Coazze 16 a Giaveno. Erano le 20,30, l'Europhoto di corso Siracusa 196, di proprietà di Mariano Turco, 53 anni, corso Siracusa 20, era ancora aperto. Dietro il bancone c'erano il figlio del titolare. Bruno, 16 anni, e 11 commesso Mario Bianco, 51 anni di Forno Canavese. Una « 1750 » verde si è fermata davanti all'entrata, sono scesi tre uomini mascherati con passamontagna, appena entrati nel locale hanno spianato le pistole: « Stendetevi per terra, non fiatate altrimenti vi ammazziamo ». I due hanno obbedito, uno dei banditi si è chinato su Bruno Turco, gli ha sfilato di tasca il portafogli con 45 mila lire mentre i complici svuotavano la vetrina e gli scaffali interni: binocoli, macchine fotografiche e cineprese per un valore di due milioni. Sono fuggiti sull'auto. Appena usciti, il figlio del titolare ha avvertito il 113, dalla « centrale » è I stalo dato l'allarme a tutte le radiomobili. L «Volante 14» ha incrociato l'Alfa dei rapinatori, si e lanciata all'inseguimento. I ban- I diti hanno abbandonato la mac ] china ne5 parcheggio davanti alla Fiat Mirafìori, sono scappati a piedi, gli agenti sono riusciti a catturarne due in via Sanremo. Il terzo si è rifugiato nel cortile della scuola di via Dina 79, vicino alla chiesa del Redentore. Sono giunte altre volanti con il dott. Giovanfcrte, hanno tentato di snidare l'uomo con i fari, ma inutilmente. Poco dopo in corso Tazzoli è stata trovata una «127» rossa rubata, si sospetta che si tratti della « seconda auto » per la fuga dei rapinatori. Svolta decisiva ieri in Questura per le indagini sulla rapina avvenuta lunedi pomeriggio in un'orificeria di via Asiago 29. Due dei cinque banditi che avevano partecipato all'assalto sono stati riconosciuti da alcuni testimoni nelle foto segnaletiche di pregiudicati: Emilio Scimè, 20 anni, di Caltanisetta, residente in via Belli 41, e Salvatore Cosenza, 19 anni, di Enna, via Di Nanni 15, vengono ora trattenuti in stato di fermo per che «gravemente inindiziati di concorso in rapina pluriaggravata». L'assalto, piuttosto insolito come tecnica, era avvenuto verso le 18,30, mentre nell'oreficeria si trovavano il proprietario Arveno Sette, 55 anni, la commessa Maria Soave, 28 anni, ed una cliente in a o a e o , o 0 , a e a a a i l attesa che le fosse riparato il cinghietto dell'orologio. Tre giovanissimi, a viso scoperto, avevano fatto irruzione nel negozio armati dì pistole, mascherandosi subito dopo con passamontagna. Uno era rimasto di guardia sulla portt e i due complici, minacciando l'orefice con le armi e tentando anche di colpirlo con il calcio di una pistola, l'avevano costretto ad aprire la cassaforte. Delusi per il magri bottino si erano quindi accaniti contro il bancone e la vetrina: infranti i cristalli, avevano arraffato orologi e preziosi per un valore di circa sette milioni. Subito dopo, secondo il racconto dell'orefice, erano stati raccolti all'esterno del negozio da una «1750» bianca avvicinatasi lentamente con altri due giovani a bordo. L'uomo e alcuni testimoni avevano potuto rilevare anche il numero di targa: «7"o L0S395». E' stato questo il particolare che ha perso il commando di rapinatori ed ha permesso i due fermi di ieri. Incaricati delle indagini dal dottor Rosa della Mobile, il brigadiere Di Stadio ha pazientemenle interrogato molti commercianti della zona. L'unico dato certo era la «1750» bianca che, per non ostacolare il traffico nella via, aveva atteso evidentemente il momento propizio per avvicinarsi al negozio e prendere a bordo i banditi. Due testimoni ricordavano perfettamente l'inizio della targa «ToL» e i due giovani sull'auto. «E' rimasta ferma qualche minuto, dieci o venti metri prima dell'oreficeria — hanno riferito —. Uno ilei due occupanti è perfino sceso, per darsi un contegno ha preso a calci la marmitta, come sa non funzionasse bene. Poi l'au-1 to ha ripreso lentamente la marcia». I testimoni non avevano potuto osservare il seguito della scena, né immaginavano che fosse in corso una rapina. Però la fisionomia dei banditi sulla «1750» è rimasta ben impressa nella loro mente: condotti in Questura hanno esaminato gli album di foto segnaletiche e riconosciuto con sicurezza i volti di Emilio Scimè e Salvatore Coenza. Il primo è pregiudicato per furto (ha già scontato una condanna a sei mesi di carcere), l'altro ha precedenti per furti u auto. Dopo il loro fermo e l'interrogatorio, gli uomini della squadra mobile sono al lavoro per identificare i complici. * Mario Carbone, di 80 anni, che abitava a Cissone (Cuneo) in frazione Pianezza, è morto alle Molinette per frattura della base I qualche co-1 cranica. Venerdì della settimana scorsa, a Dogliani, era stato investito da una 500, guidata da Claudio Drocco, di Bossolasco. L'evasione avvenne durante l'o ra d'aria. Approfittando di un momento di disattenzione del cu stode, Mario Ruggero, i due si erano arrampicati su un albero, all'interno del cortile, e attraverso i rami avevano raggiunto il muro di cinta, alto meno di due metri, lasciandosi poi cadere sul sagrato della vicina chiesa. Valentino Allegri stava scontando una condanna a un anno e sette mesi di reclusione per reati contro il patrimonio. Nel giugno del '70 a Chivasso con due complici era stato sorpreso dai carabinieri mentre forzava una cassaforte, pesante 5 quintali, rubata negli uffici della Saie-Opel. Dentro c'erano 3 milioni in contanti. iiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiniiiiiiiimii Il negoziante rapinato con il Piglio - Salvatore Cosenza ed Emilio Scimè: i testimoni dalle foto