Lisbona: i militari passano al confronto

Lisbona: i militari passano al confronto La situazione nel Portogallo è sempre più vicina al punto di rottura Lisbona: i militari passano al confronto Reparti "moderati" occupano gli uffici della propaganda, favorevoli a Goncalves, dopo la chiusura ordinata dal Capo dello Stato (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 27 agosto. L'ipotesi di una soluzione drammatica e sanguinosa della crisi portoghese, trascinata a scontare gli errori di un processo rivoluzionario che si rivela troppo discontinuo e improvvisato, torna a prendere corpo. Nelle ultime ore l'intreccio di episodi politici e soprattutto militari ha riacutizzato la tensione, rischiando di far precipitare la situazione al punto di rottura oltre il quale non resterebbe che la guerra civile. All'alba di stamane, le strade ancora semivuote di una capitale prostrata dal caldo afoso, sono state percorse in tutta fretta da colonne di militari in tenuta di guerra. Appoggiati da autoblindo, due convogli del commando di Amadora, il reparto del Copcon comandato dal colonnello Jaime Neves, uomo-chiave dello schieramento degli ufficiali moderati del Mfa, hanno occupato senza incontrare resistenza gli ufBci della 5' Divisao, la sezione propaganda dello stato maggiore delle forze armate, fedelissima al primo ministro Vasco Goncalves. E' la prima volta dall'I 1 marzo, giorno del fallito putsch spinolista, che le fazioni in lotta nel Movimento delle forze armate si affrontano a viso aperto. Finora il gruppo riformatore del generale Antonio Melo Antunes si era misurato in un lungo, sterile braccio di ferro politico con i sostenitori filocomunisti di Goncalves. L'esile barriera che aveva confinato le divergenze sul terreno degli accesi scontri verbali è così saltata. Gli antunesiani, rotti gli indugi, sono passati all'azione, in pratica un invito ultimativo agli avversari a fare altrettanto. Il gesto di forza dei «berretti rossi» di Amadora, scesi a Lisbona indossando tute mimetiche, con alla cintura tascapane, borraccia e pugnale, attorno al torace bandoliere di proiettili e in mano fucili mitragliatori di produzione americana, assume un significato inequivocabile. Potrebbe essere la premessa di mosse militari di più ampie proporzioni. Ieri il Presidente Francisco Costa Gomes, irritato per le n .i. . eccessive manipolazioni dei notiziari giornalistici e radio televisivi originati dalla 5" Divisione (i socialisti la definivano una cellula del Pcp), aveva ordinato la chiusura immediata del reparto. Un'ottantina fra ufficiali, sergenti e soldati del dipartimento di «dinamizzazione culturale», ai quali si erano aggiunti di recente in qualità di misteriosi consiglieri diverni fuoriusciti cileni ed avversari del governo militare brasiliano, reagivano alla decisione del Presidente riunendosi in seduta a porte chiuse. Da Palazzo Belem partiva una secca telefonata: «Smettete di discutere e andate a casa». Il comandante della sezione, capitano Ramiro Correla, veniva convocato a Belem per essere rimproverato ufficialmente di insubordinazione. Per tutta risposta l'ufficiale tornava tra i suoi, indicando d'essere pronto a resistere al presidente. Alle 6,15 di oggi scattava l'operazione del Copcon. Sono bastati quindici minuti per riaffermare l'autorità di Costa Gomes, che nel corse della notte si era consultato con il suo alleato nel Direttorio, il generale Otelo Saraiva de Carvalho. Il commando occupava, contemporaneamente, dopo aver sloggiato i goncalvisti, la Scuola di sociologia militare, vicino al ministero degli Esteri, e la sede della 5' Divisione, in Rua Presidente Arriaga. I due uffici sono tuttora pre-sidiati dai soldati del Copcon che hanno preso posizione, le armi in pugno, dinanzi all'ingresso, sulle finestre e sui balconi. Naufragato il tentativo dei moderati di far cadere il governo Goncalves nonostante gli ultimatum inviati a Costa Comes, l'ultimo dei quali do- vrebbe scadere domani, le I Forze armate portoghesi, cen- .„,■„: "-i tornila uomini in tutto, si stanno dunque contando. Per tutti i reparti vale lo stesso discorso: gli ufficiali, salvo rare eccezioni, sono per il blocco Antunes, che aveva fatto circolare nelle caserme il «documento dei nove» di netta preclusione ai comunisti, mentre buona parte delle truppe è favorevole al Pc. La frattura risulta più netta a Lisbona, dove si sono già registrati numerosi episodi di indisciplina, mentre la spaccatura ideologica comandantisubordinati appare meno marcata in altre zone. Il primo ministro può fare pieno affidamento solo sul reggimento di artiglieria leggera di Sacavem, l'unico reparto dell'esercito che, si dice, è disposto ad armare la piazza al momento necessario. Gli antunesiani puntano invece sull'appoggio unanime di Santarem (ma si dice che manchi la benzina per far funzionare i mezzi cingolati) e sull'Aviazione (anch'essa, però, impossibilitata a operarare con efficacia perché centinaia di piloti, amici dell'ex presidente De Spinola, sono appiedati in attesa di processo). Resta la Marina, attestata a metà strada, il cui capo di stato maggiore ammiraglio Pinheiro de Azevod viene menzionato fra i candidati (l'altro è il ministro della Difesa Silvano Ribeiro) alla successione di Goncalves dopo la rinuncia ufficiosa all'incarico di formare il sesto governo rivoluzionario da parte del ge- nerale Carlos Fabiao. Goncalves, privo di un consintente supporto militare, continua dunque a trarre il sostegno principale dal Fronte popolare capeggiato dal Pc, che appare più che mai disposto a scendere per le strade qualora gli antunesiani, consi- derati il «cavallo di Troia» della restaurazione di destra, dovessero pronunciarsi con-tro il primo ministro. Questa sera lo schieramento estremista ha indetto una grossa manifestazione per il premier con parole d'ordine infiammate, quali «Sciogliere l'Assemblea costituente» e «Via la Cia dal Portogallo». L'unità demagogica fra il partito di Alvaro Cunhal e i gruppetti dell'extra-sinistra ha comunque già perso un aderente: il gruppo «Primo Maggio» (marxista-leninista) è uscito dall'alleanza, nata l'altro ieri, «autocriticandosi per l'analisi affrettata e sbagliata della decisione di partecipare all'iniziativa». Il tutto mentre a Leiria, nel centro del Portogallo conservatore, per il terzo giorno consecutivo la popolazione ha manifestato contro il Pc. I soldati sono costretti a intervenire disarmando i militanti comunisti e sgomberando la sede dopo che la folla aveva messo a sacco gli uffici di due partiti fiancheggiatori e minacciato di morte alcuni simpatizzanti di sinistra. A questa situazione si aggiunge il rimpatrio dei profughi dall'Angola (continuano ad affluire e saranno oltre 300 mila in ottobre) e, da oggi, dei primi esuli da Timor, una massa di sradicati che andrà a ingrossare le code dei disoccupati e renderà ancora più precario un quadro economico interno ormai prossimo al collasso. Piero de Garzarolli

Luoghi citati: Angola, Lisbona, Portogallo