L'accordo Egitto-Israele verrà siglato domenica?

L'accordo Egitto-Israele verrà siglato domenica? Il Cairo approva l'ultimo testo di Kissinger L'accordo Egitto-Israele verrà siglato domenica? Restano ancora alcuni particolari da concordare - Prudente dichiarazione del presidente Sadat /Dal nostro inviato speciale) Il Cairo, 27 agosto. Il nuovo accordo per il Sinai elaborato da Kissinger con gli israeliani è stato approvato dall'Egitto. Con questa dichiarazione il segretario di Stato americano è ripartito per Israele questo pomeriggio, dopo aver avuto un | colloquio di due ore con il presidente egiziano Sadat e di altre due col ministro degli Esteri Fahmy. Poco dopo la partenza dell'elicottero di Kissinger dalla villa di Sadat per l'aeroporto di Alessandria d'Egitto, il portavoce del presidente egiziano, Bashir, ha detto: « Tutte le Questioni sono state definite. Se la rispo- Ilppsta dall'altra parte è soddisfa- 1 cente ci saranno ulteriori prò gressi ». Bashir, tuttavia, non ha voluto fare previsioni sulla data per la firma dell'accordo. Questa sera un alto funzionario americano ha detto che la firma potrebbe avvenire domenica o lunedì. La dichiarazione è stata fatta a bordo dell'aereo che ha riportato a Gerusalemme Kissinger. Secondo il funzionario | restano da definire due o tre punti su cui rimangono ancora delle divergenze. Oltre alcuni punti di secondaria importanza riguardanti i calibri massimi dei mortai permessi ad ambo le parti nelle immediate retrovie del nuovo fronte, mancherebbero ancora intese preelse circa le modalità della cerimonia e il rilievo « pubblicitario » da dare alla stessa. Kissinger ha proseguito per tutta la giornata odierna (con : appena una breve sosta POmeridiana, imposta dal cai- j do) i suoi negoziati con i | leaders egiziani. Lo accompagnava il «fedelissimo» Sisco; le conversazioni si sono svolte negli splendidi giardini di Mamura. Kissinger era arrivato ad Alessandria martedì sera, con il progetto d'accordo accettato in linea di I massima e con qualche correzione dagli israeliani, ha consegnato il progetto agli egiziani, che hanno fatto di nuovo qualche modifica, ed è ripartito nel tardo pomeriggio in direzione di Tel Aviv. E' la volta decisiva? « E' possibile — ha detto lo stesso Sadat, insolitamente cordiale con i giornalisti che gli si affollavano intorno — e noi lo speriamo. Sarebbe una gran cosa, non solo per noi e per Israele, ma per tutto il mondo. Tuttavia non dobbiamo farci illusioni, anche la scorsa volta, quando si discusse ad Assuan, si giunse vicini all'accordo, poi l'intesa non fu raggiunta ». Sta di fatto che la posizione egiziana, addolcita nella forma, è rimasta dura nella sostanza. In cambio dell'impegno di astenersi per tre anni da ogni iniziativa bellica (con il rinnovo automatico del mandato alle unità dell'Onu presenti nel Sinai) gli egiziani ottengono la restitu zione d'una fascia, per la verità piuttosto limitata, del Sinai ma comprendente le località strategiche decisive dei due passi di Gidi e Mitla, nonché gli importanti pozzi petroliferi di Abu Rudeis-s. Nello stesso tempo verrà garantita la massima sicurezza per il Canale di Suez, e i Lloyds di Londra hanno già preannunciato una riduzione dei premi di assicurazione. Per il resto viene mantenuto, almeno ufficialmente, il pieno appoggio del Cairo a Damasco (proprio ieri Sadat ha inviato un ennesimo messaggio personale al preside;! te Assad) e si continuano a sostenere, sia pure a mezza voce, le richieste dell'« Orga nizzazione per la liberazione della Palestina ». Il quotidiano del Cairo in lingua inglese The Egyptian Gazette, notoriamente vicino al governo, scrive che l'imminente accordo è una fortuna per tutti, mentre la guerra è sempre un male assoluto. Tuttavia aggiunge che la vera pace non si avrà finché gli israeliani non si saranno ritirati da « tutto il Sinai », perché il Sinai è territorio egiziano, e non basta, spiega la Gazette; un ritiro dal Sinai sarà insufficiente fino a quando Israele non avrà lasciato anche « tutti gli altri territori arabi », vale a dire le alture di Golan, la riva occidentale del Giordano e la striscia di Gaza. Patto tutto questo, conclude l'editoriale, resterebbe ancora la parte più importante: assicurare i diritti del popolo palestinese. E si domanda se è possibile conciliare questi diritti con l'esistenza d'uno Stato esclusivamente ebraico in quella lingua di terra fra il deserto e il mare. Come si vede, la situazione è ancora tutt'altro che rassicurante. Si intravede tuttavia una schiarita; e forse la pace verrà proprio attraverso schiarite successive, ostinatamente volute e perseguite di anno in anno, da un gruppo di statisti coraggiosi. Umberto Oddone l