I piccoli della banda già arrestati però cresce l'angoscia per Cristina di Marzio Fabbri

I piccoli della banda già arrestati però cresce l'angoscia per Cristina Diminuiscono le speranze di trovare ancora in vita la diciottenne I piccoli della banda già arrestati però cresce l'angoscia per Cristina Secondo la polizia cantonale ticinese, invece la ragazza sarebbe ancora viva e presto verrebbe liberata - Indiziati per concorso in sequestro e associazione per delinquere i due affittuari del cascinale dov'era prigioniera la giovane - Versato in Calabria il denaro del riscatto: oltre un miliardo contrasto con l'atteggiamento del delegato di polizia canto naie di Chiasso Gualtiero Me- dici. «Ho buoni motivi per ritenere Cristina ancora viva — ha dichiarato oggi il funzionario — e ora che la stampa italiana ha svelato sin troppi particolari su Questa vicenda penso che la ragazza possa venire rilasciata entro poco tempo». Far parlare la polizia svizzera è quasi impossibile. Oltre confine il segreto istruttorio è rigoroso. Qualcosa comunque si è appreso. Uno degli arrestati, Libero Ballinari, 25 anni, di Groglio (Canton Ticino) era noto alla polizia cantonale per essere in rapporti col mondo del contrabbando. Quattro mesi fa, fermato per accertamenti non aveva in tasca neppure un franco. Recentemente invece si era messo a trattare affari per decine di milioni con i direttori delle maggiori banche, soprattutto di Ponte Tresa. Di qui il fermo. Pare che il giovane non si sia fatto pregare troppo per parlare. Avrebbe ammesso di essere stato oltre che intermediario tra l'Angelini e il funzionario della « Union de Banques Suisses» che aveva il compito di «ripulire» i soldi del riscatto, anche uno dei carcerieri di Cristina Mazzotti Per 17 giorni avrebbe portato sedativi e cibo a Cristina rinchiusa nella angusta cella di Castelletto Ticino. Secondo la confessione che ha reso, il suo ruolo per quanto riguarda il riscatto sarebbe stato solo quello di trovare in Svizzera un funzionario di banca che non facesse troppe domande sulla provenienza di una grossa somma. Trovato il bancario Fausto Andina di 29 anni, l'Angelini è partito alla volta della Calabria per ritirare il denaro del riscatto Mazzotti. E' tornato con 104 milioni, ma ne ha dovuto versare 17 ad una persona non ancora identificata. Gli altri 87 sono stati consegnati ad Andina in un box di Chiasso mentre al Ballinari era stato affidato il compito di fare la guardia a Cristina Mazzotti. In questo particolare la ricostruzione compiuta dagli inquirenti svizzeri differisce da quella della polizia italiana. Secondo l'Interpol infatti in quei giorni Cristina non si trovava già più a Castelletto. i Comunque l'Andina in capo a | pochi giorni ha consegnato all'Angelini marchi tedeschi e franchi svizzeri che il geometra e la sua amante si sono affrettati a cambiare nuovamente in lire in istituti di ere- i dito della Svizzera italiana. I Facendo questo, per troppa I fretta, si sono però fatti nota-! I re dalla gendarmeria. Gli 87 milioni in banconote da diecimila lire del riscatto pagato dai genitori di Cristina erano già arrivati alla sede di Zurigo della Ubs e lì sono stati sequestrati. L'ottimismo degli svizzeri si basa anche su di una affermazione del Ballinari. «Il patto era che avremmo rilasciato Cristina solo dopo aver riciclato tutto il denaro» avrebbe detto il giovane agli inquirenti precisando addiritj tura che i suoi complici, qualora la polizia riuscisse a mettere le mani sul riscatto, avrebbero intenzione di chiedere un ì. lteriore versamento. Libero Ballinari, comunque, è una piccola pedina del gioco e potrebbe avere una visione molto parziale della banda. Anche l'Angelini non è certo uno dei capi, ma doveva essere una persona estremamente fidata se la organizzazione gli ha affidato i due compiti, entrambi molto importanti, di custodire l'ostaggio e di «ripulire» il denaro. A Castelletto lo ricordano come un uomo colto, vestito sempre in maniera trasandata, ma distinta. Marzio Fabbri

Luoghi citati: Calabria, Canton, Ponte Tresa, Svizzera, Zurigo