Migliaia di zingari in S. Pietro Perdonano ai loro persecutori

Migliaia di zingari in S. Pietro Perdonano ai loro persecutori Oggi saranno ricevuti dal Papa a Castelgandolfo Migliaia di zingari in S. Pietro Perdonano ai loro persecutori Una delegazione, in segno di fratellanza a quanti soffrono, si è recata nelle carceri e negli ospedali - Per la prima volta, celebrata nella basilica una Messa gitana o i e l a a l e l e n o i (Dalla redazione romana) Roma, 27 agosto. E' stata la giornata della «riconciliazione». Per le migliaia di zingari venuti a Roma in occasione dell'Anno Santo le manifestazioni di oggi hanno avuto un tema prevalente: un'offerta di solidarietà e di amore ai fratelli diversi da loro, anche a quelli che li hanno perseguitati nel passato e che continuano a discriminarli attualmente, un segno di fratellanza a quanti soffrono nelle carceri e negli ospedali. Una delegazione, prevalentemente composta da donne, si è recata al carcere femminile di Rebibbia. Hanno recato doni simbolici, acquistati con denaro raccolto nella capitale fra i pellegrini zingari e fra gli zingari attendati nella periferia della città. Parte della delegazione si è poi soffermata sulla via Tiburtina dove sono raggruppati ì familiari dei detenuti rinchiusi nel carcere maschile, e che attendono notizie dei loro congiunti: come stanno, se sono stati coinvolti nei disordini di lunedì, se sono siati trasferiti o rischiano di essere mandati via. Le zingare hanno sostato in silenzio, partecipando al loro dolore, informandosi — ria via che le notizie venivano fuori — sulle ripercussioni di questi avvenimenti per la vita familiare. In mattinata, per la prima volta nella basilica di San Pietro è stala celebrata una messa gitana per i defunti, cantata in lingua catalana dai fratelli Cordoba, che sono motto noti in Spagna. Quindi si è svolta la cerimonia di riconciliazione, tra i «rom», i «sinti», i «manuches», che sono le diverse ramificazioni dei «figli del vento». Poi c'è stata la riconciliazione con i pentecostali, infine quella con i «non zingari» della Germa-1 ma: un ricordo particolare è \ e r-, Y" orgamezaiori aei pene - grinaggio fanno rilevare come ie stato rivolto ai 500 mila zin-1 gari d'ogni parte d'Europa • che scomparvero nelle carne- ] re a gas di Auschwitz, e paga-1 rono con torture, brutali per- sedizioni, violenze, la loro «diversità dalla razza ariana», Gli organizzatori del pelle- jgli zingari vedano nella loro venuta a Roma un'importante occasione di crescita e di maturazione, morale e civile, e considerino questo raduno un importante momento della ri- scoperta della propria cultura , e della propria identità. Dico- j no: «Non si sono attenuate in torno agli zingari le misure discriminatorie e persecuto rie che in cinque secoli hanno impedito loro ogni progresso civile, assoggettandoli a un calvario di crudeli vessazioni, che all'epoca dell'ultima guerra mondiale culminarono con il tentativo hitleriano di una "soluzione definitiva" di questo problema». Aggiungono: «La cultura zingara sta per morire. Tanti non hanno più nemmeno l'or¬ I|\II , goglio di essere zingari». I sa- j cerdoti che vivono la condì- ■ atone di vita degli zingari, ne 1 conoscono le traversie quando vengono messi a confronto con la civiltà industriale, le grandi città, i mezzi di produzione, che escludono l'utilità I dei lavori tradizionali delle | penti nomadi. «Sono tagliati \ fuori dalla civiltà di oggi, I mentre prima erano in qualI che modo collegati con la civiltà contadina. Molti giovani, così, rifiutano la tradizione, j che non gli riserva più alcun j avvenire, rifiutano la propria I identità, si sentono frustrati. ! Da qui nascono la criminaliI tà. il vizio, l'abbandonarsi alj l'alcool». / sacerdoti che operano fra «i figli del vento» progettano di realizzare servizi sociali di tipo nuovo, scuole e centri di I qualificazione per i giovani, l allestendo posti-tappa speciali presso le grandi città. Chiedono un segno concreto al Papa: regali agli zingari, per dare un esempio, la tenuta in cui ora sono accampati ai margini della città, perché vi nasca un «posto di sosta» modello. Forse la richiesta verrà j aoowàite domanì"neìla visita j che i tremila pellegrini faran I no al Santo Padre. Partiranno i j da Roma nel primo pomerig-1 ! gio. sulle loro roulottes e au- \ tomobili. Raggiungeranno Ca-1 stclgandolfo per le 1S. Porte ranno doni, uno per ogni gruppo nazionale. Si prevede che l'incontro durerà a lungo. Forse anche per questo sia dal Vaticano sia dal gruppo organizzatore del pellegrinaggio fin da ora viene esclusa una successiva visita di Paolo VI al camping di Torrevecchia. Roma. Un gruppo di zingari giunti per il raduno (Tclefoto Associated Press)

Persone citate: Cordoba, Paolo Vi

Luoghi citati: Castelgandolfo, Europa, Roma, Spagna