Nessuno si è fermato sull'autostrada per soccorrere un bimbo che muore

Nessuno si è fermato sull'autostrada per soccorrere un bimbo che muore L'inchiesta sul dramma di una famiglia in viaggio Nessuno si è fermato sull'autostrada per soccorrere un bimbo che muore La vettura si è guastata e solo dopo tre ore è passato un carro attrezzi - Il bambino (tre mesi) stava male, i genitori hanno trascorso la notte in un garage e al mattino, era troppo tardi (Nostro servizio particolare) Milano, 26 agosto. E' stata eseguita, oggi pomeriggio, all'obitorio dell'ospedale di Bollate, l'autopsia sul cadavere del piccolo Jugoslav Krstic, tre mesi, spirato nell'auto dei genitori dopo che, per un guasto, la vettura era rimasta ferma alcune ore sull'autostrada Bergamo-Milano. Il referto del medico, prof. Goi, dell'Istituto di medicina legale di Milano, attribuisce la causa della morte ad « insufficienza cardiocircolatoria »; i motivi che l'hanno provocata si sapranno nei prossimi giorni, dopo l'esito degli esami istologici. La tragedia è avvenuta nella notte di sabato scorso. Stojan Krstic, 28 anni, di nazionalità jugoslava, emigrato in Francia dove fa l'operaio in una fabbrica nei dintorni di Parigi, ha trascorso i quindici giorni di ferie al suo paese, con la famiglia. Ieri mattina avrebbe dovuto riprendere servizio. La sera di venerdì 22 agosto l'uomo ha iniziato il viaggio di ritorno. Sulla sua auto — una vecchia Peugeot — ha caricato la moglie Dragica, 26 anni, i tre figlioletti (Bratislava di 6 anni, Slavisa di 2 e Jugoslav di 3 mesi), una quantità di valigie, pacchi, scatoloni. Sabato sera la famiglia imbocca l'autostrada da Bergamo-Milano. Durante la notte i cinque si sono riposati soltanto un paio d'ore: sono stravolti di stanchezza, anche la vecchia macchina non ce la fa più e si blocca. Cade una pioggia fitta. Stojan esce dalla vettura e fa segni disperati agli automobilisti: nessuno si ferma. Nell'abitacolo, il piccolo Jugoslav non si sente bene, continua a starnutire, ha qualche linea di febbre. Già nei giorni prima della partenza i genitori lo hanno fatto visitare, preoccupati per alcune macchie rosse sul volto e sulle braccia. Il medico li ha rassicurati: il bambino ha preso troppo sole. Sull'autostrada passano tre ore e nessuno si ferma: finalmente transita un carro attrezzi dell'Aci e la vettura con la famiglia è trainata al più vicino garage, alla periferia di Milano. Le condizioni di Jugoslav, intanto, sono peggiorate: il piccolo è paonazzo, respira a fatica, il polso sempre più debole. E' l'alba: Stojan Krstic esce dall'autorimessa, dove ha lasciato la Peugeot, con i due bambini per mano e la moglie che regge in braccio, ormai agonizzante, l'ultimogenito. L'uomo chiede nella sua lingua a un passante dov'è l'ospedale, cerca di spiegare che il bambino sta male, ma non è compreso. L'ospedale più vicino è a Bollate, grosso centro che ormai è periferia di Milano. Finalmente una persona intuisce il dramma e li accompagna al pronto soccorso dove Jugoslav muore. La persona che li ha aiutati provvede a rifocillarli e li ospita per una notte. Lunedì mattina, i quattro jugoslavi escono e vanno all'obitorio, accanto al piccolo Jugoslav. Per Stojan Krstic e famiglia è cominciato un altro incubo: la paura di perdere il posto di lavoro. I contratti per gli emigrati sono quello che sono: non ripresentarsi in tempo, finite le ferie, può significare il licenziamento. Oggi pomeriggio il comune di Bollate ha dichiarato di essere pronto a far fronte a tutte le spese per il trasporto e le esequie della salma del bimbo in Jugoslavia, Stojan Krstic non ha accettato: significherebbe ritardare oltre il suo ritorno sul posto di lavoro e aumenterebbero quindi le probabilità di perderlo. Il bimbo sarà sepolto domattina nel cimitero di Bollate: subito dopo, la famiglia partirà per la Francia. o. r. Milano. Il piccolo Jugoslav Krstic (Telefoto Dotto)

Persone citate: Krstic, Stojan, Stojan Krstic