È staio il maniaco (dice il giudice) a gettare la ragazzina netta cava

È staio il maniaco (dice il giudice) a gettare la ragazzina netta cava Dopo l'interrogatorio del giovane nel carcere di Casale È staio il maniaco (dice il giudice) a gettare la ragazzina netta cava Il fermato continua a negare: « E' una disgrazia » - Sembra che Renato Delù abbia avvolto la bimba in un telo facendola poi scivolare nel pozzo - La vittima, non ha ferite sul corpo: se Marinella fosse precipitata nel tentativo di fuggire le sporgenze della roccia le avrebbero provocato lesioni o graffi - Ieri i funerali (Dal nostro inviato speciale) I Casale, 26 agosto. Renato Delù, il ventiquattrenne di Murisengo, fermato dai carabinieri domenica scor-1 sa per la morte di Marinella Pinton, la undicenne da lui circuita e portata in una vecchia cava di gesso alla periferia del paese, dove la ragazzina è annegata in un profondo pozzo, è stato interrogato quest'oggi, nel carcere di Casale dal procuratore della Repubblica dott. Poggi. Sentito per diverse ore alla presenza dell'avv. Luigi Zavanone, difensore d'ufficio in quanto la famiglia non ha ancora provveduto a nominarne uno di fiducia, il giovane, definito un subnormale ma che in questi giorni sta dimostrando una notevole furbizia se non intelligenza, ha continuato a ripetere che la morte della bimba è « stata una disgrazia ». Non solo; cerca anche di allontanare da lui l'accusa di aver tentato ! con la forza di insidiare Marinella. « L'ho incontrata per strada mentre stava facendo ritorno a casa — ha detto Renato Delù — e l'ho fermata, offrendole duemila lire se fosse venuta con me alla cava per fare l'amore. Ha accettato e mi ha seguito ». Una precisazione necessaria prima di proseguire nella versione del giovane. Nelle tasche dei calzoncini della bimba, ricuperati dai carabi nieri in un altro dei pozzi nel-1 la cava, sono state ritrovate soltanto cinquecento lire, regalate, proprio nel pomeriggio di sabato, dal dott. Lavazza, nella cui villa Marinella si era recata. Niente duemila lire. « Raggiunta la casa — prosegue comunque Renato — si è tolta da sola i pantaloncini, si è stesa su un telo dì vilpelle, e poi quando mi sono slacciato i calzoni si è spaventata ed è scappata ». « E' fuggita verso il pozzo — racconta il giovane —, le ho gridato di stare attenta, ma non mi ha dato retta. Ho visto che stava per finire nel vuoto; correndo, sono riuscito ad afferrarla per un dito, ma non ho potuto trattenerla: mi è sfuggita ed è precipitata. Per cercare di salvarla ho rischiato di cadere. Quando l'ho vista precipitare ho urlato, poi ho avuto una crisi di pianto ». Crisi superata ben presto, tanto è vero che subito dopo faceva ritorno al bar «Alice» da dove era uscito non più di un'ora prima, tranquillo come sempre, per nulla turbato dal terribile segreto che stava custodendo. Sulla sua versione Renato Delù ha insistito ripetendola alcune volte con gli stessi particolari, malgrado le molte contestazioni del procurare Poggi. Il telo in vilpelle di cui il giovane parla è stato realmente rinvenuto nella cava ed ha suggerito all'accusa un particolare: stesa la ragazzina sul telo, il Delù, persa forse I la testa di fronte alla resiI stenza di Marinella, l'avrebI be avvolta facendola quindi scivolare nel pozzo dove è annegata. Questo spiegherebbe perché il corpo della bimba non presenta nessuna lesione, menI tre se, come dice l'accusato, i fosse scivolata, precipitando nella voragine avrebbe dovuto ferirsi contro le sporgen ze di roccia che circondano l'apertura ad imbuto. L'accusa di aver avvolto Marinella nel telo e di averla gettata nell'acqua è stata contestata al Delù che ha ancora una volta negato, ripetendo che « si è trattato soltanto di una disgrazia ». Il magistrato disporrà una perizia tecnica per stabilire se un corpo, delle dimensioni di quello della ragazzina, può scivolare e finire nel pozzo senza procurarsi ferite. La prova sarà effettuata nei prossimi giorni. Una eventuale perizia psichiatrica sul Delù sarà invece disposta dal giudice istruttore; il dott. Poggi, infatti, conclusa la prima parte dell'inchiesta, intende formalizzare l'istruttoria. Questa sera, al termine dell'interrogatorio, il procuratore ha intanto confermato il fermo di Renato Delù: per il momento sono sufficienti le accuse di ratto di minore e atti di libidine. Sulle altre imputazioni — omicidio volontario o colposo a seconda se verrà creduta o meno la tesi della disgrazia — deciderà nei prossimi giorni, dopo aver conosciuto l'esito della perizia tecnica. Nel pomeriggio, mentre nelle carceri di Casale era in corso l'interrogatorio, a Murisengo si sono svolti i funerali di Marinella Pinton. Vi ha assistito tutta la popolazione, autorità e molta gente giunta dai centri vicini. La bara, seguita dai genitori — Giorgio e Assunta Corbetta, — dal fratellino Pier Luigi di otto anni, da parenti e da una gran folla, ha raggiunto la chiesa dove altra gente faceva ala. Dopo la messa e la benedizione, il corteo ha attraversato Murisengo raggiungendo il piccolo cimitero. Alla prima parte del funerale, tra la casa della bimba e la chiesa, era presente anche un fratello di Renato Delù, Giovanni: in disparte, gli occhi fissi a terra, ha seguito il mesto corteo. Franco Marchiavo Casale Monferrato. I familiari e la madre (al centro) di Marinella, ai funerali

Luoghi citati: Casale, Corbetta, Murisengo