Frattura nel "partito,, peronista Cresce il peso politico dei militari di Livio Zanotti

Frattura nel "partito,, peronista Cresce il peso politico dei militari La crisi argentina chiusa in una drammatica spirale Frattura nel "partito,, peronista Cresce il peso politico dei militari (Dal nostro corrispondente) Buenos Aires, 25 agosto. Rientrata nelle caserme la politica argentina vi fa sosia. Il diballilo circa l'opportunità che il colonnello Vicenie Damasco permanga al ministero degli Interni ha ormai coinvolto in pieno le forze armale, dividendole in due fronti apertamente opposli. I colloqui tra le massime gerarchie militari e tra queste e gli esponenti politici più rappresentativi appaiono incessanti, quasi convulsi. La Presidentessa della Repubblica ha inlerrollo il periodo di riposo che stava trascorrendo a Mar del Piata, una località balneare sulla costa meridionale, ed è rientrala nella capitale per esaminare la situazione con i propri collaboratori. « Ho parlato con la signora Perón della possibile frizione tra qualche settore e qualche funzionario », ha dello con trasparente metafora il sin- dacalista Lorenzo Miguel, la- sciando la residenza presiden- ziale di Olivos. Dalle indicazioni che sorgeranno dalle caserme sembrano dipendere le sorli future del governo. La circostanza ripropone un problema storico per il Paese. Sulla presenza di Damasco nel governo sono due dislinle concezioni del ruolo dei militari nella vita dello Stato che arrivano a scontrarsi. L'alluale comandante in capo della Marina, ammiraglio Emilio Massera, gran parie della forza aerea e circa la mela dell'esercito si definiscono « i>rofessionisti della sicurezza nazionale ». intendendo quest'ultima come difesa delle frontiere e repressione dell'attività sovversiva interna. Agli istituti legislativi, all'esecutivo, ai partiti riconoscono e demani dano l'elaborazione e l'applica zionc della politica nazionale, Anche il comandante in capo dell'Esercito, generale Alberto Numa Laplane. e il settore dell'arma che lo segue si dichiarano « professionisti della guerra, ». è certo; ma pure corpo politico deliberante, proprio in quanto rappresentante di una forza reale, la forza armata. La prima proposta pone l'accento sulla funzione tecnica: l'aspetto politico di questa è ciò che sottolinea invece la seconda. Ma a ben vedere entrambe ammettono il notevole peso politico, più o meno attivamente esercitato, di cui le forze armate si trovano a disporre. Ed è tale verità che caratterizza nuovamente la politica argentina, nessuno ormai se lo nasconde. Al contrario, le caserme sono divenule un'altra volta un punto di riferimento obbligato. Si commenta la possibilità che il Capo dello Stato, in quanto comandante supremo delle forze armale, disponga d'autorità il passaggio a riposo degli alti ufficiali che si oppongono alla linea del generale Numa Laplane. Si commenta con allarme il rischio che tale provvedimento potrebbe rappresentare per il già vacillante monolitismo delle forze armate. Stretti dall'emergenza politica, colpiti dall'iniziativa della guerriglia, i militari non nascondono il malessere che stanno vivendo. I riflessi delle cause che hanno in buona misura contribuito a determinarlo si avvertono con altrettanta e forse maggiore chiarezza nel congresso del parlilo giustizialista, che sabato ha aperto i lavori alla presenza di Isabel Marlincz de Perón, capo riconosciuto del « Movimicnlo ». Anche qui si sono scontrate due frazioni, ciascuna delle quali è collegata ad un settore militare in funzione di due progetti diversi di soluzione della crisi. Il fronte « antivcrliealista ». con alla testa il governatore della provincia di Buenos Aires, il sindacalista Vittorio Calabro, che controllava un centinaio dei cluecentocinquanla delegati, tra i quali stanno tutti gli uomini del « pcronismo senza Perón ». favorevoli ad un'intesa col parlilo radicale e le altre forze di centro, mostra simpatie manifeste per le posizioni dell'ammiraglio Massera. Al generale Numa Laplane, e ad un piano paracorporalivista, fanno riferimento i « verticalisti ». che innalzano Isabel come proprio stendardo, con Lorenzo Miguel come sostegno di massa. Sono questi ultimi che con un colpo di forza hanno fratturato sabato il congresso impacironcndosenc ma al prezzo di una nuova e più formale rottura. La frazione di Calabro ha abbandonalo i lavori a metà, per protesta contro il « sistema antidemocratico » con cui sono stali eletti i nuovi dirigenti del partito, liuti « fedeli » di Isabel. Non mancano coloro i quali pur compromessi con l'uno o con l'altro dei due schieramenti, mantengono tuttavia uno spazio di manovra per intervenire eventualmente in funzione di conciliatori, nell'ipotesi nicnt'affatto remota che l'equilibrio sostanziale delle forze in lolla determini un'« impasse ». Si trovano nelle (ile di questa oscillante « terza posizione » il leader radicale. Ricardo Balbin, vicino a Massera e a Calabro, come il capo dagli elettrici, i! potente sindacalista di origine cattoliconazionalista José Taccone, che pure avallò appena una settimana addietro la candidatura di Damasco e, in un atteggiamento intermedio, il segretario generale della Confederazione del lavoro (Cgt), Casildo Herrcras. Lasciatasi alle spalle il congresso giustizialista. ma non le rinnovate polemiche che esso ha provocato, la politica argentina si misura adesso non più in termini di mesi o di settimane, bensì di giorni e forse di ore. Livio Zanotti

Luoghi citati: Buenos Aires, Damasco