Il pilota, più della moto di Giorgio Viglino

Il pilota, più della moto Agostini, Cecotto, Pileri, Villa e i loro "segreti,, Il pilota, più della moto Il «mondiale» '75 ha dimostrato che se i mezzi migliorano è chi li guida a condizionare i risultati • Ago, « leader » indiscusso - Molti pericoli per Cecotto (Dal nostro inviato speciale) Brno, 25 agosto. Il campionato mondiale motociclistico è chiuso ed è bene far subito un bilancio anche se la stagione continua con appuntamenti diversi, per fissare a botta calda quali sono stati i motivi conduttori di questo '75. anno di mutamenti per il motociclismo, ma non di rivoluzione come da più parti si prevedeva. I tempi si sono accelerati nelle ultime stagioni, le macchine diventano obsolete dopo un paio di anni, segno di un interesse costante e diversificato che non aveva certo contraddistinto il periodo del dominio Mv nelle 350 e 500, delle antiche Suzuki nella 125, delle Yamaha nelle 250. Cosi si spiegano I mutamenti, mentre la rivoluzione potrebbe avvenire soltanto da un I radicale cambiamento di valori fra I diversi piloti in attività. I fenomeno assai più difficile da I realizzarsi Cosi ecco ancora una voltaiAgostini, l'ormai «vecchio- Ago, che mantiene il suo ruolo di leader, anzi lo riprende proprio nella categoria maggiore, la 500 dal cui titolo era rimasto lontano seppure immeritatamente per due anni. Mino ha vinto il suo quindicesimo alloro mondiale con quattro successi, due secondi posti sul totale delle sei prove valide con sei punti soltanto in meno del tetto massimo teorico che un pilota potesse raggiungere. Lo segue Read con due vittorie, tre secondi posti e un terzo mentre gli altri successi sono toccati due volte a Sheene con la nuova Suzuki e uno a Kanaya con la seconda Yamaha schierata in gara. E' stata una affermazione netta e più ancora avrebbe potuto esserlo se non si fossero messi di mezzo momenti dì scalogna nera ed altri dì disorganizzazione pura che non fanno certo onore ad un grosso complesso come quello della Yamaha. Ho già detto ieri I vari miracoli di statistica che Agostini è riuscito a compiere con questo successo, ma al di là die numeri è importante rilevare come gli sia riuscita alla perfezione la dilesa di quello più piccolo, quel numero uno che porta orgogliosamente sulla schiena e che nessuno è riuscito a togliergli. Johnny Cecotto, l'uomo nuovo del motociclismo mondiale, sale così ad un pjosto di rilievo, difficilmente identificabile però tra Il secondo e il decimo rimanendo lontano dalla vetta. Johnny è il più giovane di tutti I conduttori del « mondiale ». ha esordito bene con parecchie vittorie, ma il titolo iridato lo ha un poco trovato sulla strada, come lui onestamente ammette. Ha fallito l'obiettivo principale che era la 250, dove nulla ha potuto contro la classe di Walter Villa e la buona efficienza dell'Aermacchi H.D. Ha rimediato con la 350 grazie alle sfortune di Agostini e all'abilità tecnica di un meccanico come Angelo Frontirre, uno di quei geniaccl che riescono a tirar fuori dai motori cavalli nascosti. Nella sua vittoria c'è anche la guida di Ippolito, « manager » intelligente, rispettato dalla Casa giapponese che gli fornisce le motociclette, e Influente la sua parte in campo federale grazie al « pool » di voti che presiede dal Sud-America. Insomma, è stata una bella combinazione tra le doti innegabili del miglior ventenne comparso sulle piste di questi anni e una buona organizzazione commerciale pubblicitaria che ha messo tutto un Paese al servizio di un ragazzo che voleva tentare l'avventura nel motociclismo. Johnny adesso ha centrato il primo obiettivo ma ha lunga davanti la strada per crescere come uomo e come pilota. Già in questi ultimi mesi i suoi più begli exploits sono stati realizzati luori dalle piste di gara: ubriacature, macchine slasciate, donne di buono e malaffare, il tutto insieme con il peggior compagno che potreste trovare sul mercato — Barry Sheene — u;i esperto di questa vita assai vuota e comunque contraria ad ogni etica sportiva. Ippolito l'ha tenuto a bada per un poco, ma con difficoltà, il padre lo ha soltanto inasprito, gli amici sono Sheene e gente del genere. Premesse brutte pur un futuro che invece sul piano strettamente sportivo sarebbe più che brillante. Come la metterebbe adesso Jolmny se tornando in Venezuela si vedesse piazzare addosso una divisa per un anno di servizio militare? Gli echi del ragazzo prodigio diventalo prodigo sono giunti fin laggiù, e le radiocronache di Cordo Cnrtez non sono più ascollate in capannello al centro delle strade. Soltanto Ippolito, gran politico e diplomatico, può ristabilire una certa atmosfera senza la quale Johnny Cecotto dovrà registrare la prima grossa sconfitta della sua vita. Agostini e Cecotto. d'accordo, ma il '75 è stato l'anno dei piloti italiani. Ha cominciato Paolo Pileri a portare al titolo mondiale la Morbidelli, piccolo laboratorio ?c''/era(° a combattere la grande fabbrica Yamaha. Dietro a lui. Irai "»«ftwl malamente a Brno, e fi " Paolo Bianchi, uomo un "0' lroPP° disponibile al mugu gno. ma tecnicamente dotato, non inferiore comunque... in tratture ai compagno avendolo preceduto con una gamba rotta una settimana la. La Morbidelli. a parte questo bilancio infermieristico finale, ottiene per la prima volta un clamoroso trionlo, cui darà immediato riscontro con l'impostazione di una produzione di moto da Gran Premio da cedere agli altr icorridori. e quindi di una serie per il turismo. Poi è venuto il titolo di Walter Villa, riconferma di un successo più sofferto lo scorso anno, e ottenuto in questa stagione quasi con facilità. Eppure le difficoltà ci sono state anche per Villa: magari nascoste, poiché il clan dell'Aermacchi H.D.. tanto efficiente a livello tecnico — Milani. Mascheroni, Fabris — è condotto a livello dirigenziale in maniera per lo meno curiosa. Un pilota ha bisogno di un appoggio reale che va dai quattrini alla fiducia spicciola, al riconoscimento di meriti che purtroppo nel caso di Villa sono sempre stati misconosciuti. Walter è un altro fra quei dieci piloti che è difficile classificare con esattezza un po' più avanti un po' più indietro, ma ha in più dalla sua la tenacia nel saper raggiungere gli obiettivi prefissati, la sincerità nel dire ciò che pensa, la capacità tecnica che gli deriva da una carriera lunga ormai una dozzina d'anni. All'Aermacchi devono stare ben attenti a non perderlo. Giorgio Viglino

Luoghi citati: Venezuela