Si riapre il "caso Rosenberg,,

Si riapre il "caso Rosenberg,, Un giudice accoglie la richiesta dei figli per la riabilitazione Si riapre il "caso Rosenberg,, appartenevano, era numerosa c di livello sociale non elevato. "ulius era ingegnere elei trote- Un giudice federale america, no. lime Green, con la richiesl.i di avere « tulli i documenti relativi a Julius c Ethel Rosenberg ancora in possesso del governo degli Siali Uniti », ha riaperto su istanze dei figli in questi giorni una delle pagine più oscure delle cronache giudiziarie degli Stali Uniti, evocando 'episodio più drammatico della « caccia alle streghe ». a cavallo tra gli Anni Quaranta e Cinquanta. Ventidue anni fa. la sera del 19 giugno 1953 i due Rosenberg. lulius a 55 anni, la moglie Ethel a 58. furono « giustiziati » sulla sedia elettrica del carcere di Sing Sing a New York; erano stati condannati per « spionaggio atomico a favore dell'Unione Sovietica ». lulius Rosenberg ricevette la prima visita dcll'Fbi alle otto di mattina del 16 giugno 1950. (Questa ricostruzione segue le cronache dell'epoca). Abitava con la moglie e con i due figli. Michael di sci anni e Robert, di due. in Monroc Street nell'East Side di Manhattan, in un quartiere dove la comunità ebraica, alla quale i Rosenberg enico, aveva una piccola officina meccanica aperta qualche anno prima con i fratelli della moglie; ma gli affari non andavano bene e i due cognati si erano ritirali dalla società, lasciando lulius tra debiti, cambiali in scadenza ed altre preoccupazioni. Alla centrale dcll'Fbi gli contestarono per tutta la giornata una pesante accusa: uno dei cognati. David Grcenglass. era stato arrestato il giorno prima sotto l'accusa di aver fatto la spia atomica per i russi fin dal '44. quando era entrato nel personale militare con la qualifica di elettricista al centro nucleare di Alamogordo. nel New Mexico. Durante l'interrogatorio Greenglass aveva detto che responsabile della « rete » di spionaggio alla quale egli apparteneva era il cognato Rosenberg, al quale, fin dai tempi di Alamogordo. egli forniva «materiale» da passare ad agenti sovietici operanti negli Stati Uniti. Ira questi c'era un impiegato del consolato sovietico a New York. Yakovlev, già noto al processo di Klaus Fuchs, lo scienziato tedesco-inglese che. realmente, contribuì ad accelerare le conoscenze dei laboratori sovietici per fabbricare la bomba atomica « rossa ». Rosenberg chiese un immediato confronto con il cognato, ma gli fu negalo. Chiese allora di poter parlare con un avvocato e cercò l'unico che conosceva. Rabinovilz, il legale del sindacato nel quale Julius militava fin dagli anni della giovinezza. Dopo qualche difficoltà gli fu concesso di telefonare. Poi. alla fino della pesante giornata, fu lasciato in libertà e se ne tornò a Monroc Street da Ethel e dai figli. Aveva conosciuto la moglie nel '56. durante una manifestazione promossa da organizzazioni di sinistra per raccogliere fondi a favore dei disoccupati, e con lei aveva sempre condiviso, senza mai emergere per innata timidezza. le battaglie politiche che precedettero la seconda guerra mondiale negli Stati Uniti: per le vittime e i perseguitali politici del nazismo, per i reduci americani dalla guerra di Spagna (la « Legione Abraham Lincoln » che combattè contro i franchisti), contro il razzismo e l'antisemitismo. Era stato nelle file del partito comunista americano senza avervi mai occupalo posizioni di responsabilità. lulius e Ethel appartenevano, insomma a quel « proletariato ebraico tendenzialmente di sinistra » mai visto con simpatia, a dir poco, negli Stati Uniti. E questa sembrerà essere la loro colpa più grande al processo che si prepara sotto l'assillo dell'incubo atomico e degli isterismi alimentati dalla campagna d'un senatore del Wisconsin. Joseph McCarthy, il quale vuol mettere sotto accu-sa (c in pane ci riuscirà) mez- za America per « connivenza con i comunisti ». 11 24 giugno del '50 (quindi otto giorni dopo il primo inter- rogatorio di Rosenberg) scoppia la guerra di Corca, mentre gli Stati Uniti sono ancora sotto l'impressione dell'annuncio di Truman: « / russi hanno la bomba atomica ». 11 successore di Roosevelt non va per il sottile c apre « ufficialmente » la caccia alle streghe dicendo alla radio: « Prego tutti i cittadini degli Stati Uniti e tutte le autorità di segnalare al più vicino ufficio dcll'Fbi le attività e gli individui sospetti di cui venissero a conoscenza ». La psicosi degli americani è alimentata da « prove » di allarmi atomici che si ripetono due volte al giorno, per abituare gli abitanti delle grandi città a raggiungere i rifugi. Molti giornali scatenano campagne terroristiche, facendo congetture su bombe nucleari a scoppio ritardato che sommergibili sovietici potrebbero posare nella baia di New York. In Corca gli americani si ritirano, riduccndosi alla testa di ponte di Pusan. La Russia di Stalin non è certo fatta per incoraggiare ipotesi di distensione, mentre in tutti è vivo il ricordo della prova di forza nel cuore dell'Europa divisa dalla « cortina di ferro », con il blocco di Berlino, degli eventi cecoslovacchi che due anni prima hanno portato i comunisti di Gottwald al potere. In quest'atmosfera avvelenata dal sospetto, dalla paura, dalla psicosi d'una ormai imminente terza guerra mondia- 1 le, la sera del 17 luglio gli agen ti dcll'Fbi irrompono per la se pondo volta nel modesto appar I lamento dei Rosenberg e que- | si» volta Julius viene portato ! alte centrale ammanettato. Tut lo è stato preparato e preordi- j nato con cura. Fino a quel ino- j mcnto nessuno conosceva il no-1 me dell'arrestalo, i giornali del 16 giugno parlavano dell'arresto di Greenglass, ma del cognato neppure una parola. 1" quindi la volta di Ethel. accusata (per il semplice fatto che ha ammesso di sapere dattilografia) di trascrivere i « messaggi » (mai esibiti durante il processo) del marito agli agenti sovietici. E comincia anche il dramma dei due bambini, Michael e Robert, che d'ora in poi vivranno in un istituto ebraico per orfani e che. 22 anni dopo, con una tenace opera di indagine c ricostruzione dei falli hanno indotto il giudice lune Green a riesaminare il « caso Rosenberg ». Il processo comincia il 6 marzo del '51. Preceduto da una campagna di slampa forsennata (un giornale arriva ad intitolare un editoriale: « Bruciamo i Rosenberg ») si appoggia su 52 « prove » di colpevolezza che. viste fuori del clima isterico che pervade gli Stati Uniti, possono lasciare esterrefatti. Non sono neppure indizi, alcune sono d'una banalità che offenderebbe la giustizia di qualsiasi altro Paese civile. La più decisiva, comunque (e basta per tutte) è un disegno, fallo a memoria da Greenglass. dopo l'arresto, relativo alla prima « bomba A » che, secondo l'accusa Julius Rosenbergavreb- be trasmesso ai russi. Più tardi, quando, fino al fatale 19 giugno '55 si cercherà di evitare la sedia elettrica per i due Rosenberg, scienziati e fisici (compreso lo slesso Einstein) diranno che il disegno non ha alcun valore scientifico o tecni co e non è assolutamente in grado di svelare i segreti delì'atomica. Dei testimoni a carico « importanti ». nessuno si presentii, lutla l'accusa continua a ruotare intorno alle rivelazioni di David Greenglass. Ma la chiave dell'accusa diventa evidente quando è chiamala a deporre una persona completamente estranea ai fatli, Elisabeth Bcntlcy. Vale la spesa di ricordare la sua deposizione: « Ho militato per due anni nel partito comunista americano, per ordine deU'Fbi, e posso affermare che il partito è al servizio dell'Urss. Ne ho la prova perché trasmettevo io stessa gli ordini di Mosca al segretario generale: ciò significa che i comunisti sotto tutti spie ». Essendole stalo chiesto se ha qualcosa dn dire sui Rosenberg, risponde: « Solo questo: un giorno è squillato il telefono a casa mia; una voce sconosciuta mi dice: Sono lulius ». (Secondo l'accusa 6 questa l'assurda parola d'ordine di Rosenberg per farsi riconoscere dagli agenti sovietici: citare il suo nome). Incalza il procuratore: «Avete riconosciuto la voce dell'imputato? ». Risponde la Bcnlley: « Non potrei dirlo con sicurezza ». Conclude il procuratore, liquidando la leste: « Non ci sono latiti lulius a New York ». Il 29 marzo del '51 la sentenza: i due Rosenberg sono condannali alla sedia elettrica, la sentenza dev'essere eseguita « nella settimana del 21 maggio 1951 ». Comincia la battaglia dell'avvocalo Emmanuel Bloch, solo di fronte alla stragrande maggioranza dell'opinione pubblica americana, a gran parie della slampa, degli uffici governativi, dello stesso prcsidcnlc Truman. che si dice pronto a graziare i Rosenberg, soltanto se da parte loro ci sarà una completa confessione. Ma lulius e Elhcl dichiarano, e lo diranno fino alle soglie della «stanza della morie », due anni dopo, che non hanno nulla da confessare, nulla per cui debbano farsi concedere la « grazia ». La macchina della giustizia continua il suo corso, tra appelli e rigetti, mentre il « caso Rosenberg » diventa mondiale: ovunque si creano comitati per la revisione del processo, poi per strappare i due alla sedia elettrica. All'inizio del '55 Eisenhower succede a Truman. Bloch (che morirà misteriosamente nel '54 quando si batic por la riabilitazione postuma j dei suoi clienti) spera che il nuoI vo presidente sia meno intrani sigentc. ma il generale crede più opportuno mostrare il volto duro ed ignora tutti gli appelli. Ha partita vinta il giudice Irving Kaufman, che ha emesso la prima condanna, nel '51. Accompagnali dal canto di un rabbino, alla presenza di giudici, funzionari di carcere, due medici e tre giornalisti, Julius ed Ethel, tra le otto e le otto e mezza di sera del 19 giugno 1955 raggiungono la sedia elettrica di Sing Sing. Fuori della « stanza » c'è un telefono, possono confessare la loro colpevolezza parlando con un magistrato, in questo caso il direttore del carcere sospenderà l'esecuzione e la grazia — anche Eisenhower l'ha confermato — sarà automatica. Ma la confessione non c'è. Gianfranco Romanello j I i Robert Rosenberg