Monete si cerca l'accordo di Mario Salvatorelli

Monete si cerca l'accordo I "9" a Venezia Monete si cerca l'accordo (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 23 agosto. Manca una settimana all'assemblea del Fondo monetario internazionale, che si riunisce a Washington lunedi primo settembre, e la Comunità economica europea rischia di parteciparvi senza un ^pacchetto- — è la parola di moda — di proposte, ma con richieste sciolte, sui principali problemi in discussione. L'ultimo tentativo di costruire un fronte comune lo faranno domani, a Venezia, i ministri finanziari dei nove Paesi della Cee, che con i loro collaboratori si riuniscono alla Fondazione Cini, nell'isola di San Giorgio, sotto la presidenza del ministro italiano del Tesoro, Colombo. Tra queste riunioni e gl'interessi dell'uomo della strada c'è, di solito, un abisso, assai più largo del braccio di laguna che separa l'isola di San Giorgio da piazza San Marco, e Venezia dalla terraferma. Eppure, gli argomenti in discussione, oggi più ancora di ieri, toccano direttamente il presente e il futuro dell'economia, nazionale e domestica, dei nove Paesi della Cee e dei loro 260 milioni di abitanti. Si tratta, in particolare, di preferire i cambi fissi o la fluttuazione nei rapporti tra le varie monete, con tutte le conseguenze che ne derivano per i prezzi delle importazioni (costo della vita) e delle esportazioni (prodotti industriali, agricoli, servizi). Si tratta di definire il ruolo dell'oro e la sua valutazione, per quanto riguarda sia le riserve delle banche centrali, sia le riserve dello stesso Fondo monetario internazionale, sia. infine, gli eventuali scambi tra le stesse banche centrali, cioè tra Paese e Paese, con tutte le conseguenze anche sulla ■ copertura» dei disavanzi delle bilance dei pagamenti e degli eventuali prestiti internazionali. E' in discussione, inoltre, l'aumento del capitale del Fondo monetario, in particolare per quanto riguarda le quote di partecipazione dei Paesi esportatori di petrolio. Mentre si può prevedere che non dovrebbe essere difficile raggiungere una posizione comune tra I Paesi della Comunità europea per quanto riguarda il ruolo dell'oro e la revisione del capitale del Fondo monetario, sembra del tutto problematica un'intesa sulla regolazione dei rapporti tra le monete. Su questo punto la distanza che separa la Francia dagli Stati Uniti è veramente enorme, e per conseguenza la «disputa» tra le due rive dell'Atlantico si ripercuote sulle posizioni dei singoli Paesi della Cee. In poche parole, gli Stati Uniti sono decisamente per la fluttuazione, cioè per un valore di scambio mutevole, di giorno in giorno, come sui mercati delle materie prime: Parigi, invece, vuole ritornare alla parità fissa, sia pure -aggiustabile», come del resto è sempre stata, prima dei terremoti monetari degli ultimi anni, entro una certa -banda di oscillazione», nella quale era compito, e dovrebbe tornare ad esserlo, delle banche centrali dei vari Paesi, mantenere le monete. E' probabile che domani, a Venezia, la Francia ribadisca la sua posizione, e che la mediazione di Emilio Colombo, presidente di turno, non possa sbloccare la situazione su questo punto. Ciò che disturba, forse in misura maggiore, l'Italia, è il fatto che la Francia sembra intenzionata a non voler raggiungere risultati definitivi non solo a Venezia, ma neppure a Washington. Essa, in sostanza, punterebbe al «vertice dei cinque» che si dovrebbe tenere prima della fine dell'anno. Alla costituzione del gruppo dei cinque (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna! l'Italia è sempre stata contrarla, per l'ovvio motivo che ne è stata esclusa. La voce del nostro Paese può tornare a essere Importante, e ascoltata, al di fuori ed eventualmente entro II «vertice» allargato, come lo era fino ad alcuni anni fa, nella misura in cui il Paese uscirà dalle difficoltà economiche e all'estero si convinceranno che l'Italia continua a credere con fermezza nel rispetto del principale vincolo che è proprio dei Paesi a economia aperta, cioè la bilancia dei pagamenti. Il ministro del Tesoro, Emilio Colombo, ha dimostrato sempre di credere in questo vincolo, il nuovo direttore generale del Tesoro, Ferdinando Ventriglia, e il nuovo governatore della Banca d'Italia, Paolo Baffi (e Rinaldo Ossola, nuovo direttore generale dell'istituto di emissione ma da sempre rappresentante del governatore nei rapporti internazionali, come 10 sarà, probabilmente, anche domani a Venezia) ci credono quanto e più di Emilio Colombo. La risalita del nostro Paese, sulla china della credibilità e dell'Influenza internazionale, non dovrebbe essere molto lunga né troppo difficile. A Venezia non si discuterà solo (si fa per dire) di problemi monetari. E' previsto che Colombo illustrerà le recenti misure prese dal governo italiano per il rilancio dell'economia, anche per «verificarne» il coordinamento con le analoghe misure che gli altri panners della Comunità hanno deciso o stanno per decidere, secondo la situazione congiunturale di ciascun Paese. Ci si attende un'analoga esposizione dagli altri ministri, In particolare da quelli della Germania Federale e della Francia, che si preparano a presentare provvedimenti economici di ampia portata tra la fine d'agosto e t primi di settembre. Se dalla riunione di domani dovesse scaturire, oltre a un accordo sulla politica monetaria, anche un coordinamento delle misure -congiunturali», tale da costituire un inizio di quella politica economica comune tanto auspicata e mai realizzata, 11 convegno di Venezia potrebbe rappresentare una tappa fondamentale nella costruzione dell'Europa. Mario Salvatorelli

Persone citate: Emilio Colombo, Ferdinando Ventriglia, Paolo Baffi, Rinaldo Ossola