Quella notte a Los Angeles di Mimmo Candito

Quella notte a Los Angeles Si riapre l'inchiesta su chi uccise Bob Kennedy Quella notte a Los Angeles Los Angeles, 22 agosto. Il consiglio municipale di Los Angeles ha aperto una inchiesta per accertare la veridicità delle notizie secondo cui alcuni corpi di reato relativi all'assassinio del senatore Robert Kennedy sarebbero scomparsi o sarebbero stati distrutti. Secondo il quotidiano Daily Journal, i pannelli provenienti dal soffitto della cucina dell'albergo dove avvenne il crimine non sono stati sottoposti ad alcuna prova radiografica e « sono stati distrutti nel giugno del 1969 ». I pannelli recavano i segni di proiettili. Il giudice del processo contro Sirhan, Herbert Walker, aveva decretato che le prove relative al caso avrebbero dovuto essere conservate, dopo la condanna a morte dell'imputato. La sentenza fu in seguito commutata in ergastolo. ( Ansa-Reuter ) Sembrava che l'inizio e la fine fossero suiti scrini. Un uomo ha ucciso. Un uomo è condannalo. L'America aveva esorcizzato l'incubo di quella notte tagliata dagli spari rapidi del Folle, consumando nel verdetto di Los Angeles le angoscie che avevano tormentalo il giorno lontano di Dallas. Politica, sociologia, psicologia, morale pubblica, inconscio collettivo: la macchina americana aveva attivato rapida i suoi guizzanti strumenti d'analisi, l'assassino — piccolo, muto, chiuso nell'indifferenza monotona del chewing-gum schiacciato per ore e ore — aveva una faccia, una storia, una motivazione. Che altro cercare? Tutti lo avevano visto sparare dalla sua pistola, lui stesso s'era dichiarato colpevole, il verdetto dei giudici era unanime e pronto. La sproporzione tra l'atto e individuo, le inquiete incertezze sulle cause profonde, l'inconsistenza e il pallore degli odi politici: niente scuoteva l'ansia placata dalla evidenza della cronaca di quella notte. E non c'era un Ruby che avesse impedito di trovare una risposta a ogni domanda. Ma l'identità collettiva del popolo americano non ignora la storia liberale della propria origine, la sua parabola percorre sempre un traccialo in cui le legittimazioni ideali della sua cultura e del suo sistema — nati dalla rivoluzione — s'espandono nella riafTermazione della ricerca, saltando i quieti silenzi della controriforma. Se si vuole, queta di Shiran è dunque una vera storia americana, alla fine della quale ci potrà pur essere un altro rapporto Warren, discusso, discutibile, usato più per tacere e spiegare che per capire e scoprire. Ma anche questo sarà una conferma. La cattiva coscienza non ignora la verità, anche se non ha la forza di dirla. Quella notte del 5 giugno del 1968 Bob Kennedy aveva appena trionfato nelle elezioni californiane. La strada per la Casa Bianca ora diventava corta; il test più arduo non solo dava un risultato favorevole ma apriva anche un processo di reazioni politiche dal valore trascinante. AH'Ambassador Hotel è festa, tutti vogliono vedere « il Presidente ». Per sfuggire alla pressione della folla e tenere una prima conferenza stampa, il Candidato è accompagnato attraverso le cucine, un giro strano ma utile. Anche qui ce calca, gente che preme, mani che si tendono e il ronzio delle telecamere. Poi, una voce stridula, più forte: « Tu, Kennedy, fannullone, figlio di puttana ». Bob si gira verso la voce, un braccio si tende, gli spari, le urla, i pianti e il sangue. La radiocronaca: « Hanno sparato. Itanno sparalo. Il' mai possibile? Sono proprio qui. Rajer Johnson, il campione olimpionico, ha afferrato l'uomo che. a quanto sembra, ha sparato. Quest'ito¬ mo tiene ancora la rivoltella. ] L'arnia è puntata contro di me in questo preciso momento. Spero che possano togliergli l'arma dalla mano. State attenti. Prendetegli Iti pistola. Prendetegliela, prendetegliela. tenetela lontano I da voi. Afferrategli il dito, il di-1 lo... il dito... il dito... ». Otto | spari, cinque feriti. Bob Ken nedy muore all'ospedale. Un piccolo uomo bruno è portato via dai poliziotti con la sirena che urla lugubre e inutile lungo il Wilshirc Boulevard. Poi le spiegazioni, il giudizio, la condanna. Ma anche i dubbi, le perplessità, le sconcertanti incongruenze, i silenzi mai aperti. E comincia la caccia agli errori. Si. Sirhan ha spaiato, l'hanno preso con la pistola fuman- le: ma ha sparato lui al senatore? lì' slato il solo a sparare? Chi o cosa c'è dietro Sirhan? Non tutte le domande hanno ancora trovato una nuova vispo- sta. ma molle sì. Ed è cornili- j ciata la tragica pantomina delle I sparazioni, delle assenze, delle ! fughe verso il nulla. Tornano | i fantasmi di Dallas, mai quietati, vigili sempre accanto ai segni antichi e recenti del malessere americano. I) Il dottor Thomas Nogu- cni, patologo direttore dell'Isti mio di medicina legale di Los Angeles, eseguì l'autopsia di Bob Kennedy. Il Candidalo fu ucciso da colpi sparati a una disianza variabile da uno a quattro centimetri, dietro la testa. Sirhan. pur allungando il braccio, non fu mai più vicino di mezzo metro al senatore, che I s'era anche voltato a guardarlo in viso quando Sirhan lo aveva chiamalo ingiuriandolo. Noguchi rifiutò di rivedere le sue conclusioni e fu licenziato dall'ospedale. 2) Il famoso perito balistico William Harper ha dimostrato che le pallottole eslratte dal corpo di Kennedy sono diverse da quelle eslratte a un altro testi mone, il giornalista televisivo William Weisel. ferito da uno dei colpi di Shiran. Il perito della polizia aveva invece fatto la verifica dei colpi sparando una pollottola di prova con un'arma in dotazione agli agen- nedy, ma Kennedy fu colpito ti: l'arma è stala distrutta. 3) Nella pistola di Sirhan sono stali novali S bossoli marca Omark. con due filettature. La pallottola estratla dal cervello di Kennedy aveva una sola filettatura; la Omark ha ammesso ufficialmente di non aver mai fabbricalo pallottole a una filettatura. Shiran stava di Ironie a Ken- ic spalle. Shiran sparò pallol tole diverse da quelle estrallc a Kennedy. Dunque, doveva esserci almeno un alno uomo armato a sparare. Dice Richard Lubic. che quel- la sera era accanto a Bob: « Alle spalle ili Kennedy, quuiido Shiran sparò, vidi un agente con la pistola in mano ». E' stalo rintraccialo: si chiama Eugcnc Thanc Cesar, ingaggiato proprio quella sera dai servizi di sicurezza dell'Hotel Ambassa( dor. Dichiara: « S't, estrassi il I revolver quando vidi Shiran che sparava; ma non c'era più nulla da fare ». Thane Cesar non è slato mai interrogalo ufficialmente: la sua pistola, venduta a un tale dell'Arkansas, è scomparsa. Anche Thanc Cesar è scomparso. E' lui l'assassino? Chi sono i misteriosi « due signori eleganti » visti parlare con Sirhan quella sera, poco prima dell'alternato, e mai cilati in tribunale? Perché sono scomparsi i pannelli del solfino colpiti dai proiettili e dove sarebbe stalo agevole rilevare se le Iraicltoric provenoivano da una soltanto, o da due pistole? E' ancora presto, forse, per sapere se avremo un nuovo rapporto Warren. L'anima inquieta dell'America non ha avuto finora il tempo di scuotersi, schiacciala dalla sconfitta indocinese e dalla vergogna d'un presidente bugiardo e nemico della Costituzione di George Washington. Ma i rapporti degli esperii dicono che la ripresa è imminente. C'è giusto il tempo per scuotersi dalle nenie rassicuranti del passato — il liplap di Fred Astaire, la faccia strappapugni di Clark Gable. il The way ive were della Streisaml — e trovarsi una nuova batlaglia ideale. Quel giorno a Dallas, quella nollc a Los Angeles. Una storia americana. Mimmo Candito ( I