Forse sarà dimesso lunedì il ragazzo chiuso in manicomio per uno schiaffo

Forse sarà dimesso lunedì il ragazzo chiuso in manicomio per uno schiaffo Sull'episodio "dai toni di scandalo,, interrogazione parlamentare Forse sarà dimesso lunedì il ragazzo chiuso in manicomio per uno schiaffo (Dalla redazione romana) Roma, 22 agosto. Lunedi prossimo, probabilmente, Marco Marcialis verrà rimesso in libertà. Fino a quel giorno rimarrà all'ospedale psichiatrico « Santa Maria della Pietà », dove si trova « in osservazione » da lunedì scorso. Il caso di questo ragazzo di 17 anni continua a sollevare perplessità. Affetto da epatite virale, Marco Marcialis era ricoverato all'ospedale per le malattie infettive « Spallanzani » e, durante un gioco, ha colpito con uno schiaffo un altro piccolo degente. Due medici hanno firmato un certificato che lo j definisce « pericoloso a sé e ! agli altri », ed è stato trasferito di peso all'ospedale psichiatrico. Un gruppo di senatori del pei e della sinistra indipendente ha presentato oggi sull'episodio, dai « toni di intollerabile scandalo » un'interrogazione, ricordando anzitutto come la vicenda non sia un fatto isolato, ma ab¬ bia numerosi precedenti: dalla morte di Antonia Bernardini, carbonizzata sul suo letto nel manicomio criminale di Pozzuoli, nel dicembre scorso; alla storia del « degente romano Mario Fortuna, che dopo aver trascorso la notte tormentato dai lancinanti dolori provocali da una frattura di cui nel reparto di ricovero non ci si era resi conto, veniva coattivamente trasferito in clinica neurologica perché i suoi lamenti erano giudicati anormali ». Gii interroganti chiedono « se — al punto in cui è giunto in Italia e nel mondo il dibattito sulla segregazione manicomiale e secondo gli importanti echi che il problema ha avuto in Parlamento negli ambiti più diversi delle componenti democratiche — è ammissibile che provvedimenti di ricovero in manicomio vengano adottati su proposta solo di qualche medico generico, e fuori degli obbligatori accertamenti diagnostici da parte degli specialisti psichiatrici ». E concludono rilevando che, a proposito di « un cittadino minorenne quale è il Marcialis. orfano di padre e precocemente provato da una indigente condizione familiare », sarebbe stato doveroso anche un « accertamennto di tipo prevalentemente sociale ». Sono soprattutto sotto accusa le modalità attraverso le quali avviene il ricovero in ospedale psichiatrico, che appaiono inestricabili. Il professor Jaria, uno dei direttori del « Santa Maria della Pietà», dice: «La legge che prevede il ricovero dietro ordinanza fatta dalla questura è del 1904. Il regolamento ospedaliero è del 1908 e nel 1911 già pensavano di cambiarlo trovandolo arretrato e inadeguato. Se un individuo arriva in ospedale psichiatrico con un'ordinanza di ricovero e i certificati medici, noi siamo obbligati a tenerlo in osservazione. La legge è del 1904, e a quell'epoca praticamente la specializzazione psichiatrica non esisteva nemmeno. Era soltanto proibito che il medico che redigeva il certificato fosse legato da parentela al malato ». Le carenze delle strutture sanitarie generali appaiono la causa principale dei ricoveri in manicomio di pazienti che sono soltanto « diffìcili » e avrebbero bisogno di cure specialistiche, ma non psichiatriche. Al « Santa Maria della Pietà » su circa 1600 ricoverati un buon 30 per cento, sostengono gli stessi sanitari, avrebbe bisogno di tutt'altra assistenza: in primo luogo i vecchi, la cui unica effettiva malattia è la vecchiaia; ma lo stesso discorso vale per i tossicomani, per i ragazzi turbolenti per gli handicappati di estrazione povera. Dice il prof. D'Angelo, vicedirettore: « Se negli ospedali generali ci fosse una équipe psichiatrica non ci troveremmo a ricevere, come succede spesso, magari in piena notte, malati gravi, per i quali non abbiamo le attrezzature e gli specialisti necessari. Altro caso: pochi giorni fa abbiamo respinto un vecchietto speditoci da un altro ospedale che, quando se l'è visto ritornare, ce lo ha rimandato senza esitazione. A quel punto siamo stati costretti a tenerlo, perché una persona non è un pacco postale ».

Persone citate: Antonia Bernardini, D'angelo, Marcialis, Mario Fortuna, Spallanzani

Luoghi citati: Italia, Pozzuoli, Roma