Come una mamma "povera,, riesce a vendere il suo bimbo di Filiberto Dani

Come una mamma "povera,, riesce a vendere il suo bimbo Napoli: il "racket,, opera con tecniche manageriali Come una mamma "povera,, riesce a vendere il suo bimbo Amare storie di commercio di bimbi ceduti per mezzo milione - Il reclutamento dei neonati avviene anche su prenotazione - Il muro del silenzio ferma le indagini della polizia (Dal nostro inviato speciale) ! Napoli, 22 agosto. Busso alla porta della cata- pecchia, quattro muri e un tetto che stanno in piedi non si sa come, e mi trovo davanti una donna che indossa una vestaglia di colore indefinibile. E' magra come un chiodo, ha i capelli sfibrati dall'ossigeno, gli occhi pieni di rancore. Mi scruta con sospetto, poi chiede con voce dura: «Che cosa vuole?». «E' lei Mariannina Zizzi? Voglio parlarle di Pasqualino». Mariannina Zizzi, 28 anni, è la donna che cinque mesi fa ha venduto il proprio figlio, Pasqualino appunto, un'ora dopo averlo messo al mondo. Vive sola in questa catapecchia che si affaccia sui binari della «Vesuviana», a ridosso di Poggioreale, da quando sua madre, la nonna di Pasqualino, l'ha cacciata di casa. Adesso che sa perché sono andato da lei, la sua voce si fa ancora più dura: «E che vi debbo dire? Ho già raccontato tutto al giudice. Io non ho venduto Pasqualino, la creatura mia l'avevo data in prestito a due sposi, gente perbene che non teneva figli». Non è vero. Mariannina Zizzi ha barattato la sua creatura per cinquecentomila lire: è scritto nel rapporto della polizia, c'è la testimonianza della madre della donna («Mia figlia si è comportata peggio di una bestia»), manca soltanto la confessione dei due sposi perché sono riusciti a far perdere le loro tracce prima di essere interrogati. Chiedo: «Come può una madre dare "in prestito" il figlio appena nato?». La risposta arriva rapida: «Signurì, e che sapete voi della miseria? Manco i fazzoletti per asciugare le lacrime avevo io e manco un marito, un uomo in casa. Il padre di Pasqualino è uno che se n'è ito nelle Americhe, e io lì, sola, ad aspettare quella creatura. Una santa donna mi ha detto: "Marionni, quella creatura dovrà crescere e tu non tieni un soldo. Conosco due sposi che piangono notte e giorno perché non hanno figli: imprestagli il tuo, e loro gli daranno da mangiare, lo vestiranno, lo cureranno. Poi, appena ti sarà possibile, te lo riprenderai". E così ho fatto. La miseria, signurì, fa fare questo e altro per i figli nostri». Una storia amara che ha avuto un finale altrettanto amaro. La polizia, alle cui orecchie era arrivata la notizia del baratto, è intervenuta un paio di giorni dopo e il piccino, per ordine del tribunale dei minorenni, è stato affidato a un istituto che assiste l'infanzia abbandonata. Pasqualino non conoscerà la propria madre (alla quale è stato proibito di vederlo), crescerà senza l'affetto di una famiglia, potrà soltanto sperare in un'adozione che lo aiuti a diventare un uomo come tutti gli altri. Il caso di Pasqualino è emblematico. Riassume il triste fenomeno che da qualche tempo ha messo le radici in questa regione, soprattutto nel Casertano, dove prospera pressoché indisturbato. I cronisti lo chiamano «racket degli angeli» ed è così frequente che il più delle volte sbrigano con poche righe le notizie che lo riguardano. Quanti sono i genitori che hanno venduto (e continuano a vendere) i loro figli sin dalle prime ore di vita? «Non ci sono statistiche ma sono certamente tanti. Attorno a loro c'è un muro di omertà che è difficile sfondare» risponde una giovane assistente di polizia. Vediamo chi sono i protagonisti di questo vergognoso ! commercio. C'è la coppia benestante e non più giovane, tormentata dall'umiliazione di n.on avere bambini, e c'è la ? e è é famiglia molto povera e molto numerosa. A questi personaggi tradizionali se ne aggiungono altri: la procacciatrice (quella che Mariannina Zizzi ha definito «una santa donna») e l'intermediario. E' la procacciatrice che porta avanti le trattative con i genitori che hanno intenzione di vendere il figlio. Il prezzo va dalle cinquecentomila lire in | su, è più alto per i neonati,, piu basso per i bimbi che | hanno superato i tre mesi., L intermediario entra in scena quando la creatura è stata formalmente commissionata: si dà da fare per trovare i nuovi «genitori» cui fornire il prodotto, poi incassa il compenso che, quasi sempre, è il doppio o il triplo di quanto I dovrà sborsare. Il «racket degli angeli» non | è affidato a singole improvvisazioni. Dietro di sé ha una solida organizzazione che la polizia cerca invano di smantellare. Capita, ogni tanto, che qualcuno si faccia cogliere con le mani nel sacco, ma l'indagine non va più in là, il j j muro del silenzio non lo con- ' sente. Ad Aversa, recentemente, è sembrato che i carabinieri fossero sul punto di venire a capo del racket: due anziani coniugi, Virginia e Nicola Palmieri, si sono presentati in caserma con questa denuncia: «Anna, nostra figlia, ha venduto il suo bambino più piccolo per cinquecentomila lire e se n'è andata di casa». Scattano immediatamente | le ricerche, ma cinque ore dopo il bambino riappare: una signora bionda scesa da un'auto lo consegna ai nonni. Anna Palmieri, la mamma, si presenta spontaneamente ai carabinieri, dice che si è trattato di un equivoco nato dal fatto che aveva dovuto affidare momentaneamente il bambino a un'amica. I carabinieri non credono a questa versione, continuano le indagini, raccolgono voci. Vengono fuori dei nomi, si delinea la fisionomia del racket, c'è an¬ che una diramazione internazionale, ma tutto finisce lì: mancano le prove e chi sa tace per non passare guai. «Il risultato è — dicono alla questura di Napoli — che il racket continua a filare a gonfie vele, a operare con spirito manageriale, ad aggiornare i suoi metodi di lavoro». Adesso, infatti, il reclutamento dei neonati avviene anche con la «prenotazione». C'è sta¬ to, proprio in questi giorni, il caso di una ragazza di ven I ranni. Immacolata Caccavale. i che ha venduto il figlio pei | settecentomila lire prima an cora che nascesse. Qualcuno I lla parlato di una Filumena i Marturano alla rovescia: quella di Eduardo i figli avuti da occasionali clienti se li difendeva con le unghie («7 fi gli non si pagano» diceva), questa invece non conosceva nemmeno il significato della I paiola figlio, al punto da barattarlo per denaro quand'an cora lo aveva in grembo. Il «racket degli angeli» si è fatto anche audace: è del marzo scorso il rapimento di una bimba di due mesi e mez zo nella clinica pediatrica. La piccola, Rosa Napolitano, ri coverata per un disturbo inte stinaie, era stata adocchiata! in corsia da una procacciaci- ce che, con uno stratagemma l'aveva fatta prelevare da due complici che si erano presentati in veste di genitori. L'episodio aveva messo a rumore tutta Napoli, la polizia aveva raddoppiato i suoi sforzi pei approdare a un risultato concreto, ma a tutt'oggi non è stato fatto un solo passo avanti. Ecco, in sintesi, l'amarissima storia dei bambini che vengono venduti: a spie- garia non basta davvero l'istinto famelico della sopravvivenza di chi li mette al mondo. Filiberto Dani

Persone citate: Anna Palmieri, Caccavale, Casertano, Mariannina Zizzi, Marturano, Napolitano, Nicola Palmieri, Zizzi

Luoghi citati: Aversa, Napoli, Virginia