Quando gli animali incontrano l'amore

Quando gli animali incontrano l'amore I segreti della natura in un film di successo Quando gli animali ncontrano l'amore I maschi hanno l'istinto del sultano, le femmine sono più serie - Il più libidinoso: la lumaca; il più sbrigativo: il leone - Problema della concorrenza nelle notti solitarie Che bella cosa, il cinema. Uno -.i siede in poltrona, accenti? una sigaretta e vede come fa l'amore, appollaiata su una foglia d'acanto, la Coccinella duodecimpunctata. Oppure il Bisonte villoso, cornato e prepotente, sovrano del suo harem errante nelle praterie del Nebraska. O la Mantide religiosa, quella carognetta che si mangia il marito. Perché tutti gli animali, questi nostri fratelli sottosviluppati, pensano solo a mangiare e ad amare. Tutto quell'agitarsi che fanno, correre, strisciare, volare, squittire, inseguirsi, nascondersi, bramire e scalpitare, tubare e far la ruota, tutto è dettato da un unico istinto imperioso: conservare se stessi e la specie. Si vive allo scopo di vivere. Un bel mistero. Non che far l'amore sia una iosa tanto semplice, come sembrerebbe. Esige ispi¬ razione (bisogna essere in j forma), preparazione, incon- : tro con il compagno, approc- | cio, corteggiamento, scambio ii promesse (a volte bugiarde anche nel regno animale- l'uccello tessitore prepara addirittura un nido e lo fa vedere alla femmina, dandosi grandi arie; ma poi, raggiunte lo scopo, se ne va tutto solo e soltanto dopo dieci o dodici «matrimoni di prova» si decide a mettere su cisa). Poi ci sono i rivali, che anche loro sono affamati. Come canta Frank Sinatra in Strangers in the night, j il mondo è pieno di esseri solitari e bramosi che se ne vanno in giro come sonnambuli, di notte, occhi e orecchi tesi, e che si chiedo no se mai, prima che tramonti la luna, avranno incontrato il grande amore. C'è molta concorrenza, insomma. E i maschi diventa no cattivi. Anche perché raramente gli basta una femmina sola. Hanno l'istinto del sultano, oppure, come il farfallone amoroso di Mozart, anche se non sono tanto esclusivisti, vogliono almeno passare di fiore in fiore. La femmina è più seria, in- I vece. Ha da pensare ai picco- 1 li. Non sempre però. C'è. per esempio, un pesce-siluro. l'Arius falcarius, che l'ha studiata bella. La femmina, ; quanto deve deporre le uova, si avvicina al maschio e gli dà due o tre colpi di coda sulla testa. Il maschio sa già quel ihc gli tocca fare: apre la bocca e sta fermo. Lei depone lì le uova, poi se ne va e, a quel che dicono gli stu diosi. ai quali bisogna sempre credere, dimentica senz'altro marito e figli e s'allontana per sempre in cerca di nuove avventure. Il marito, poverino, se ne resta con j le uova in bocca, per mesi e I mesi, senza poter mangiare (gli si chiude addirittura l'esofago) finché un bel giorno I «partorisce» tanti pesciolini, che se ne vanno senza nemmeno dirgli grazie. E lui, smagrito e un po' triste, possiamo supporlo, va a posarsi sul fondo, in un anfratto tra gli scogli e muore. L'animale più libidinoso di tutti (l'ho imparato vedendo il film che proiettano in questi giorni a Torino) è la chiocciola, la comune lumaca che, quando è scalognata, finisce alla parigina. Ciascuno di questi molluschi è bisessuato, possiede insomma gli organi genitali sia maschili sia femminili. E quando fa l'amore, il che accade spesso, di solito appena cessato I I ; ' ; | : di piovere, tra l'erbetta fre- sca, e magari in cielo c'è l'arcobaleno, si dà da fare in tutti i modi. Ed è un amplesso lunghissimo, che dura alcune ore. Più sbrigativo, invece, è il leone. Già fa l'amore soltanto in una certa stagione, per un periodo che non dura più di una settimana. Ed ha una sola femmina, non ama le distrazioni. Ma in quella settimana è veramente esemplare. Le cose vanno in questo modo. Lui e lei escono dalla tana; davanti la leonessa, piccolina e pelata; dietro è lui, sua maestà, grande e grosso, con una superba criniera. Passeggiano tranquilli nella radura, tra acacie e baobab. Poi, trascorsi venti minuti, la leonessa si getta a terra, agita le zampe, fa inviti e accenni in maniera davvero indecente. Inarca il dor- j so. E va bene, il leone fa un : salto, le balza addosso, due | secondi e tutto è fatto. Pun- j I 1 to. I coniugi riprendono a I passeggiare. Dignitosissimi. I Ma dopo venti minuti siamo ; da capo. E così, senza inter' ruzione, per una settimana. ; Chi veramente se la spassa, | nel frattempo, sono le gaz: zelle, le zebre, le antilopi, che si rendono conto, chissà come, che il loro tiranno è innamorato ed ha altro da pensare. Allora non hanno timore di venirgli vicino, scherzano persino (nei venti minuti d'intervallo) con la leonessa. E ci sono anche gli animali porcaccioni. Non parlo dell'uomo, naturalmente. I tori, per esempio, non guardano tanto per il sottile. Un giovane manzo deve stare in guardia se c'è scarsità di giovenche. E anche i caproni te li raccomando. E le scimmie, soprattutto, che sono quelle che ci somigliano di più. Un rapporto Kinsey sulle amadriadi o sui babbuini o sui mandrilli dovrebbe essere vietato ai minorenni, incesti, promiscuità e peggio. Ma qui il discorso si fa difficile anche per altre ragioni. Gli animali hanno il senso della colpa, l'idea del proibi- to, del peccaminoso? Se non esiste una legge o una norma o almeno una consuetudine da tutti accettata, non è possibile violarla. E chi an¬ che «deviasse» in qualche modo, non ci sarebbe gusto, mancherebbe il pepe. Poveri animali. Umberto Oddone | | Scambio di giochi e affettuosità tra orsi polari nel giardino zoologico di Bonn (Foto Svcn Simon Grazia Neri)

Persone citate: Frank Sinatra, Kinsey, Mozart, Simon Grazia Neri, Umberto Oddone

Luoghi citati: Bonn, Nebraska, Torino