Incendi provocati da misteriosi piromani devastano da 2 giorni Monte Argentario di Vincenzo Tessandori

Incendi provocati da misteriosi piromani devastano da 2 giorni Monte Argentario Incendi provocati da misteriosi piromani devastano da 2 giorni Monte Argentario "E' sicuramente doloso" dice il sindaco Susanna Agnelli - Già distrutto un quarto del bosco - Duecento uomini in divisa e 50 volontari combattono contro le fiamme con tecniche diverse ■ Il calore ha fatto esplodere alcune munizioni rimaste nascoste sotto terra dal '49 (Dal nostro inviato speciale) Monte Argentario, 20 agosto. Da quarantott'ore sul Monte Argentario c'è l'inferno. In un rogo colossale è bruciato finora un quarto del bosco, macchia mediterranea fittissima, la cosa più preziosa e gelosamente difesa del promon- torio. Ad appiccare il fuoco,sembra certo, non è stato il mozzicone gettato tra i cespu- gli secchi da un distratto turi- sta, né si tratta, di autocom- bustione: l'incendio è stato voluto, guidato quasi nel suo itinerario lungo i fianchi del monte e nei canaloni. Non si capisce però quali fini perseguano i piromani. Che il fatto sia doloso sembra certo, comunque, anche agli uomini che da ieri combattono per arrestare la marcia a momenti travolgente del fuoco e non ne ha dubbio neppure il sindaco, Susanna Agnelli. Dice: «E' un incendio doloso, sicuramente». E aggiunge: «Alcune settimane or sono \ quasi ogni giorno c'era un al- larme». Anche allora il fuoco non era provocato da «sfortunate circostanze». Quando le autopompe del Comune ac- correvano per spegnerle le radio ricetrasmittenti montate a bordo e sintonizzate sul «canale 19» non ricevevano più ordini, restavano isolate: sulla lunghezza d'onda si inseriva un clandestino che trasmetteva musica. E al termi- j ne di una giornata di lotta col i 1 fuoco una voce dall'accento | toscano aveva ammonito: ! «Ora che avete spento questo incendio ne riaccenderemo j uno altrove». | La situazione si era fatta talmente pesante che il sinda- ; co, il 9 agosto, aveva firmato : un appello nel quale sottoh-1 neava che gli incendi avevano j «assunto una intensità, una I rapidità di sviluppo, una pun-. tualità che avvalorate da una :serie di altri indizi inequivo- :cabili non lasciano dubbi sul1Iloro carattere doloso e provo-1catorio». Poi invitava la popolazione «alla massima vigilanza e ad una più fattiva collaborazione». Il nuovo attacco è stato improvviso. Un filo bianco, quasi invisibile, è stato scorto ie-ri mattina fra il verde, a mez-za costa, in località Santa Liberata. L'allarme è stato tem- l'uscire dalla villa ha visto il fumo e intuito il pericolo. E' stata ingaggiata la lotta per domare quel che sembrava semplicemente un focolaio. Le fiamme, al contrario, alimentate dal maestrale hanno i aggredito con furia alberi e ; pestivo, lo stesso sindaco nel-1 arbusti lungo il canalone risa- j lendo verso la località Olmo, ! poi hanno aggirato la cima j della collina e puntato verso I il grosso residence «Costa de-1 gli Ulivi». Le proporzioni si erano fat- : te preoccupanti, il vento spin 1 geva avanti con violenza le j fiamme nei canaloni. Vigili I urbani, vigili del fuoco, guar. die del corpo forestale, sono : accorsi dai centri vicini, Or-, : betello e Grosseto. Erano da j 1 I poco passate le dieci che un 1 uragano di ferro e di fuoco si è abbattuto sugli uomini che 1 sporto «Panigaglia» avvenuto 1 nel 1949. Da allora le munizio- salivano lungo il fianco Nord- j Est. Scoppiavano proiettili ; di mortaio e di cannone sca-1gliati sulla spiaggia e sulla Scollina dall'esplosione del tra- i ni erano rimaste nascoste sotto pochi centimetri di terra, il grande calore le ha fatte scoppiare. Gli uomini si sono gettati a terra, il volto piantato nella sabbia rovente, hanj no aspettato per qualche minuto. Poi hanno ripreso a lavorare. Una lotta di nove ore, infii ne verso le diciotto il fuoco | pareva domato. Dice il briga' diere Luigi Gronchi del coj mando sezione della guardia forestale di Orbetello: «In quel momento erano bruciati non più di 150 ettari. Si è pensato di averla spuntata un'al-1 tra volta». Al contrario il fuo- ' fors?ancora°una voftSte' I toise ancoia una volta aiuta- ito da qualcuno, è divampato nuovamente con furia a notI te, verso le ventitré, si è avviI cinato pericolosamente al I grosso «residence». Impaurito qualcuno è fuggito da casa, ma la presenza dei vigili del fuoco ha evitato il panico. Ancora un allarme: da Livorno, Grosseto, Pisa e Arezzo sono accorse squadre di vigili del fuoco. Le due autobotti del Comune dell'Argentario e le dieci requisite a privati e |inviate lungo la strada sul monte erano ormai diventate impotenti contro le fiamme sempre più alte. Nella notte la sagoma del promontorio si stagliava contro il cielo arrossato. Dalla scuola del corpo fore- stale di Città Ducale in prò-nel pomeriggio di oggi se n'è aggiunta una seconda, in totale settanta uomini; cinquanta «incursori» della marina militare, i baschi verdi, sono giunti da La Spezia su tre eli cotteri al comande dell'ammi raglio Boito. Poi sono arrivati anche gli uomini della guar dia di Finanza, i carabinieri, in totale, contro le fiamme, vincia di Rieti è accorsa una unità specializzata alla quale tacchi scavando lungo i fian combattono duecento uomini in divisa e cinquanta volontari. Nel pomeriggio la lotta alle fiamme si è fatta senza quartiere. Le tecniche usate sono diverse. La guardia forestale tenta di prevenire nuovi at- chi del monte, facendo «tagli di succisione», cioè abbatten- do alberi e cespugli per crea- re una specie di fascia di prò- hB7'ione sulle quali le fiamme non abbiano presa. Gli «in- | cursori», invece, fanno uso del plastico con una tecnica ! che ricorda da vicino quella usata dai «pompieri dei pozzi di petrolio»: lo spostamento di aria causato dall'esplosione spegne le fiamme. Nel pomeriggio un sottufficiale è ri¬ di un ramo spezzato. I Ma l'incendio, oggi, era cosi i violento che fino a mezzo PO- j meriggio è stato impossibile | circoscriverlo. Il fuoco aveva i risalito i fianchi del monte1 quasi costeggiando la «strada | dei passionisti». I focolai ' maggiori erano vicini alle vii- ; le in località Pianone e al ri-1 petitore della Rai-tv pochi ! metri sopra la località Olmo, Le fiamme hanno sfiorato ; le prime case alle 14: a non I I più di due metri sono state I j bloccale da una specie di va- j j langa d'acqua, mentre già al- '1 cuni abitanti fuggivano. Un ; lavoro ancora più pesante per ! tenere il fuoco a distanza di I sicurezza dall'antenna del ripetitore è stato fatto dai vigili del fuoco e dagli uomini del corpo forestale, guidati dall'alto dagli elicotteri della marina militare. A sera il pesante bilancio: quattrocento ettari di mac- E' il più grave incendio dopo quello del 1971, dicono qui a Porto Santo Stefano. Allora il fuoco strappò al monte 1800 ettari di verde, Sulle aree devastate dalle fiamme, comunque, non sarà possibile edificare: rimane in comprensibile la ragione che ha spinto i piromani ad ap piccare il fuoco. Dice Susan- ! na Agnelli: non possono costruire niente. l'incendio è doloso. Su questo non ho dubbi, forse le ragioni sono politiche anche se non abbiamo indizi in questo seri so, o forse c'è qualcuno in ve na di fare dispetti». Vincenzo Tessandori —~ «Su questo monte \.

Persone citate: Agnelli, Boito, Luigi Gronchi, Susanna Agnelli