Aveva la pistola sconterà 8 mesi

Aveva la pistola sconterà 8 mesi Condannato dal tribunale Aveva la pistola sconterà 8 mesi E' il fratello del giovane ucciso dal vigile Cosseta; al tempo dell'episodio aveva dodici anni Verso le 23 del 4 agosto, nel bar di corso Mediterraneo angolo via Cristoforo Colombo, un giovane, manifestamente ubriaco, si agitava e infastidiva i clienti. Chiedeva 11 numero di telefono del taxi, poi ne pretendeva un altro e a chi gli faceva osservare che era ora di smetterla rispondeva minacciosamente: «Con te faremo i conti dopo». L'interpellato, Chiaffredo Camboni, si avvicinava al giovane,1 gli metteva una mano sulla spalla e lo pregava di uscire. L'ubriaco si alzava di scatto, tirava fuori una pistola e, puntandola contro Camboni, esclamava: «Ti ammazzo, sbirro». Camboni non si impressionava, faceva notare di essere un semplice cittadino e riusciva a calmare l'esagitato. Quando una pattuglia della polizia, chiamata per telefono da un altro avventore, giungeva nel bar, trovava Camboni e l'ubriaco seduti allo stesso tavolo. La pistola era ormai nel borsetto del giovanotto, che veniva arrestato per porto e detenzione abusivi d'una Beretta 7,65 e per minacce gravi. Ieri è stato giudicato dalla sezione feriale (pres. Capirossi, p.m. Witzel, cane. Sacco). Si chiama Antonio Torres, 25 anni, via Balangero 23. Ha qualche precedente: un furtarello, guida senza patente, porto di coltello, mancata presentazione alla chiamata alle armi. Nulla di grave. Il p.m. ha chiesto 1 anno e 8 mesi, ma i giudici hanno contenuto la pena in 8 mesi. Antonio Torres, difeso dall'avvocato Oliviero Dal Fiume, ha avuto un'infanzia difficile. Aveva 12 anni quando uno dei suoi numerosi fratelli, Pasquale, venne uSdsuinfefpgsccclaav(IIIIIIIIIIII llllIIIItllllIIMIIIIIIIIIMIIIIIl Iltl ucciso da un vigile in un prato di Settimo. Era una domenica pomeriggio del febbraio '63 e Pasquale Torres si trovava, con due complici, su una «Flaminia» rubata al sindaco ing. Anselmetti. Alla fine d'un febbrile inseguimento, mentre fuggiva a piedi in un campo co perto di neve, Pasquale era raggiunto da un colpo dì pistola sfuggito al vigile Millo Cosseta che lo rincorreva. Il tragico precedente ha certamente pesato an che sul destino di Antonio: forse la frase che ha detto ubriaco: «Ti ammazzo, sbirro», ha rivelato il vecchio trauma.