In volo con i genieri destinati a Palermo

In volo con i genieri destinati a Palermo Sull'«Hercules» dell'aviazione militare In volo con i genieri destinati a Palermo (Dal nostro inviato speciale) Palermo, 20 agosto. Oggi, duecentosettanta soldati del Genio ferrovieri sono partiti da Torino su tre aerei speciali e nel pomeriggio sono atterrati all'aeroporto di Punta Raisi, a Palermo. Dovranno sostituire il personale civile in sciopero nel capoluogo siciliano e nelle stazioni delle linee che confluiscono a Messina. Ho fatto il viaggio con loro, stretto sui sedili in tela di un «C 130 Hercules» dell'Aeronautica militare. Lo stesso aereo e lo stesso equipaggio che, al comando del colonnello Fronzoni, permise il rientro a Roma da Addis Abeba, dopo undici ore di volo, dei residenti italiani sorpresi in Etiopia dalla guerra civile. Il primo dei tre velivoli (quattro turboeliche, cinque uomini di equipaggio, una enorme «pancia» ove normalmente siedono ì paracadutisti) portava novanta militari, agli ordini del colonnello Adriano Ganora, comandante del Genio ferrovieri di Torino. Gli altri dite «Hercules» sono partiti da Caselle più tardi, ad intervalli di un'ora e mezzo. Il gigantesco aereo grigio ha rullato pochi mimiti sulla pista, un maresciallo d'aviazione con tuta e pugnale nello stivaletto si è improvvisato steward e ha dato alcune informazioni ai passeggeri in grigioverde. Il decollo, alle 14,10. Seduto al mio fianco, il colonnello Ganora. «Per noi, questa missione non è una novità. Siamo l'unico battaglione del Genio ferrovieri in Italia: duecento uomini, divisi tra Torino e Chivasso, altri duecento in servizio permanente nei vari compartimenti delle Ferrovie dello Stato». Capistazione, capitreno, macchinisti: ufficiali, sottufficiali e militari che già nel '72, ai tempi dei «boia chi molla», rimpiazzarono i ferrovieri calabresi, mantenendo pressoché inalterato il flusso dei treni tra Sud e Nord. Oggi giungono in Sicilia per la seconda volta. Già erano venuti lo scorso anno, per accelerare la spedizione su strada ferrata del raccolto di agrumi destinato all'esportazione nei Paesi del Mec. Adesso c'è uno sciopero selvaggio che getta lo scompiglio e provoca il caos. Domando, durante il volo, al colonnello Ganora: «Come pensate di fronteggiare questa situazione?». Risponde: «Appena arrivati a Palermo, mi incontrerò con alcuni funzionari delle Ferrovie, per stabilire una "scaletta" di interventi prioritari. Il traffico dalla Sicilia al Nord si sviluppa su due direttrici con unico sbocco a Messina: Siracusa - Catania, Trapani Palermo. Occorrerà individuare le stazioni attualmente "disabilitate", la possibilità di istituire convogli, il numero di ferrovieri che, non avendo aderito allo sciopero, sono al loro posto di lavoro». Globalmente, questo battaglione del Genio può contare su 65 capistazione, 30 capitreno, 38 coppie di macchinisti e aiuto-macchinisti, 120 tra frenatori, manovratori e deviatori. Uomini che durante l'anno, quando la necessità non li chiama altrove, gestiscono la linea Chivasso - Aosta, fungendo da personale viaggiante e di terra. L'«Hercules» scende lentamente: nuvole, ancora cielo terso, mare, Punta Raisi. Un corto atterraggio, una frenata brusca, eliche ferme. Sono le 16, si apre il portello posteriore, il primo contingente del Battaglione Genio Ferrovieri di Torino si allinea sulla pista. Ad attenderli, camion militari. Destinazione, la stazione centrale. Il secondo «C 130» scenderà a Catania, il terzo distribuirà altri genieri tra Catania ed il capoluogo. Camminando verso l'aerostazione, arriva sempre più intenso il clamore di centinaia di persone che fanno ressa davanti alle biglietterie. «E questo non è niente — mi dice un tassista —. Di qui, prima o poi, almeno si parte. Alla Centrale è un vero finimondo. Gente che bivacca e si dispera. Operai che temono, con questo ritardo nel rientro dalle ferie, di perdere il posto di lavoro. Ieri, gli scioperanti hanno preso di mira due macchinisti che avevano deciso di partire ugualmente. Li hanno insultati a tal punto che quei due uomini sono scesi dal treno piangendo come bambini. C'è da aver paura persino ad accompagnare un cliente». Renato Aizzo

Persone citate: Adriano Ganora, Fronzoni, Ganora, Raisi, Renato Aizzo