Due reclusi con lenzuolo evadono a Mondovì Altri due, nell'ora d'orla, dal carcere di Cirié

Due reclusi con lenzuolo evadono a Mondovì Altri due, nell'ora d'orla, dal carcere di Cirié Immediate ricerche dei carabinieri nelle zone non hanno dato esito Due reclusi con lenzuolo evadono a Mondovì Altri due, nell'ora d'orla, dal carcere di Cirié I detenuti nella cittadina cuneese hanno segato le sbarre della finestra della cella e poi sono scesi nel cortile dell'ospedale - Quelli del comune della provincia di Torino saliti su un albero si gettano sul sagrato della chiesa (Dal nostro corrispondente) Mondovì, 19 agosto. Due reclusi — Bruno Favro, 27 anni, da Bussoleno, ma abitante a Torino in via Nizza 365, e Gian Paolo Morosini, 27 anni, di Pinerolo — sono evasi stamane all'alba dal carcere giudiziario di piazza Beccaria, a Mondovì, dove erano detenuti. Servendosi probabilmente di una lima (nella loro cella non è stata però ritrovata ed è in corso un'inchiesta per stabilire se e come se la siano procurata) ed eludendo la sorveglianza delle guardie hanno segato, lavorando tutta la notte, le sbarre della cella dove erano rinchiusi. Usciti per la finestra che si affaccia sui cortile interno del carcere e strisciando su un cornicione, i due hanno raggiunto il tetto della prigione, nel punto in cui l'edificio è alto poco più di dieci metri. I due hanno legato insieme alcune lenzuola e, fissata la rudimentale corda all'attacco della grondaia, si sono calati, indisturbati, nel sottostante giardino che separa il carcere dall'ospedale. E' la seconda volta, nel breve spazio di due mesi, che dei detenuti evadono dal penitenziario monregalese calandosi dai tetti con l'ausilio di lenzuola. L'8 giugno scorso, infatti, era evaso il torinese Ivano Bongiovanni, condannato a diciotto anni di carcere per numerose rapine; il Bongiovanni aveva approfittato dell'ora d'aria di cui i detenuti usufruiscono dopo il pranzo e, senza che le guardie potessero intervenire, se ne era andato usando due «corde»: una per salire dal cortile interno sui tetti e l'altra per ridiscendere nello stesso giardino. E' questa, infatti, l'unica ala dell'edificio di piazza Beccaria che può favorire le evasioni, data la sua non eccessiva altezza. Il Favro e il Morosini hanno iniziato la fuga poco prima delle 6, dopo avere lavorato per diverse ore all'interno della cella per divellere le sbarre. Scesi nel giardino, so- no entrati nella fitta boscaglia che dal parco del Belvedere scende a Carassone, riuscendo a far perdere le loro tracce. L'allarme è stato dato da alcuni infermieri del vicino nosocomio, che hanno scorto, mezz'ora dopo che i due si erano dileguati, le lenzuola penzolanti dal tetto del carcere. Sul posto sono accorsi i carabinieri di Mondovì, ma una vasta battuta nella zona non ha dato esito. Per tirare giù le «corde» è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco. Gli inquirenti non escludono che, data la meticolosità con cui il tentativo è stato messo in atto, i due reclusi fossero in contatto con qualche complice che li avrebbe aiutati ad allontanarsi a bordo di un'auto. Bruno Favro, nato a Bussoleno, s'era trasferito a Torino dal 27 aprile 1960. Nel 1965 fu denunciato per furto; a Verbania rinchiuso in una casa di rieducazione, venne poi giudicato irrecuperabile; nel 1968 denunciato per furto a Firenze; nel 1970, a Torino, denunciato per furto; nel 1974 arrestato, sempre a Torino, per porto abusivo di coltello venne denunciato per minacce, ingiurie e insolvenza fraudolenta. L'ultimo arresto risale al giugno scorso; si presume che facesse parte di una banda di rapinatori. Attualmente doveva scontare nel carcere di Mondovì una pena di 13 mesi. Gian Paolo Morosini è un ex campione piemontese di box (categoria pesi welter), abita a Pinerolo in via al Colletto 10. A sedici anni fu recluso al Ferrante Aporti di Torino per rapine, lesioni personali, furto di auto. Il 12 febbraio 1972 a Cavour, con un pugno uccise un uomo padre di due figli: Edilio Granerò, 44 anni, abitante a Bricherasio in strada Cappella dei Merli 69. Subito dopo fuggì all'estero dove venne arresta- to ad Amsterdam in una retata di sospetti spacciatori di droga e estradato in Italia dove venne condannato a venti anni. I quattro evasi in Piemonte: Cosimo Tatuilo, Valentino Allegri, Bruno Favro e Giampaolo Morosini