Mimma, tutta una piaga dal carcere all'ospedale

Mimma, tutta una piaga dal carcere all'ospedale La maestra accusata di assassinio Mimma, tutta una piaga dal carcere all'ospedale Riportata al Cto - Le tremende ustioni che si è procurata tentando di uccidersi sono ben lontane dall'essere guarite Su un'ambulanza scortala da I una « gazzella » del carabinieri, ; Mlmma De Franco, la maestra i d'asilo ventiduenne accusata (li j aver ucciso l'amante Francesco Bruni in concorso con II marito, ha lasciato ieri pomeriggio le Nuove per essere trasferita al Ciò, reparto chirurgia plastica. Il suo esile corpo devastato dalle Mamme 11 27 dicembre scorso, in un allucinante tentativo di suicidio, ha bisogno di cure Immediate. Il mento, il collo, il petto, parte delle gambe, le braccia e le mani sono coperte da uno strato impalpabile di pelle, come carta velina: alcune piaghe, le più profonde j ■ ! | ; j non si rimarginano: occorrono j nuovi trapianti. Quando fu ricove- rata al Cto, reparto grandi ustio- nati, 7 mesi fa, la superficie corporea della giovane era ustionata al 50 per cento ed ersno in atto delle emorragie interne. I medici temevano di non poterla salvare, Rimase immobile, nel letto, quat- tro mesi. Poi fu dimessa, ma a scadenze fisse doveva tornare in ' ospedale per sottoporsi a una lun- j ga, delicata ricostruzione della I pelle, che non è ancora finita. Che cosa accadde, la sera del 27 dicembre '74? Non ci fu un ritorno di fiamma, come Mimma De Franco disse al momento del ricovero, né il kerosene si versò inavvertitamente sulla piastra della stufa. La donna l'ha confessato, dopo qualche tempo, al cappellano del Cto, padre Vittorio, e adesso l'ha ripetuto al giudice e al suo difensore, avvocato Balestra. «Ero stanca, avvilita: volevo uccidermi, chiudere per sempre un'esistenza che mi dava soltanto amarezza ». Due settimane prima aveva rivelato al marito, Annunziato, di essere l'amante di Francesco Bruni. La reazione del coniuge fu: «Ah, lo sapevo: da parecchio tempo ti controllavo». E si avventò sulla donna, come una furia, massacrandola di botte, al punto che dovette essere ricoverata. «Da quel giorno, in casa, fu l'inferno — ricorda la De Franco —. Annunziato mi picchiava, mi insultava davanti al bambino, sfogava cosi la sua rabbia. Sembrava non volesse cercare di risolvere, in un modo o nell'altro, la nostra situazione. Gli bastava accanirsi su di me. Finché, il giorno di Natale, ho sentito il bambino rivolgermi, innocentemente, un insulto che aveva imparato dal padre. E' stato il crollo. Ho deciso di farla finita». Due giorni dopo, Mimma si inzuppò gli abiti di kerosene, e si diede fuoco. Solo cosi si spiegano le ustioni diffuse su quasi tutto il corpo: una sola vampata non avrebbe potuto deturparla in quel modo. Il marito accorse alle sue grida, le gettò una coperta addosso. Intuì la verità? Ne fu testimone? Ad aprile Mimma lascia l'ospedale: la sua modesta bellezza è solo un ricordo. L'amante la respinge senza tante storie. L'avrebbe respinta comunque, perché era uomo incline alle avventure di breve durata. Anche il marito comincia a provare fastidio per lei. E lei si accorge di essere esclusa da tutti e da tutto. Non pensa neppure di tornare a fare la maestra d'asilo: i bambini, davanti alle sue mani volterebbero il capo. Annunziato, pero, continua a consumarsi nella sua rabbia di mi ii i limimi imiti I uomo tradito. Rifiuta di dividersi ; dalla moglie, sia consensualmen- i te, sia per colpa. La separazione j non cancella l'adulterio. Vuole Mimma con sé, in casa, davanti j agli occhi, per poterle rinfacciare giorno dopo giorno la sua colpa, ■ umiliarla e schernirla, ora che anche l'amante l'ha liquidata «perché gli fa schifo». Sarebbe matu! rata cosi, nella mente dell'uomo, | l'idea di spingere la donna ad uc; cidere l'ex amico, per poi addosj sargliene tutta la responsabilità. Mimma non ha più volontà, Il tentato suicidio l'ha resa abulici. Accetta. Ma all'ultimo momento non se la sente, sia perché la ma no ustionata non regge bene la pi j stola e il dito non riesce a preme re il grilletto, sia perché la perso na da uccidere è pur sempre Tuo- mo che le ha dato momenti di felicità e di illusioni che il marito non ha mai saputo regalarle. Allora Annunziato — secondo la ver- sione di Mimma — le strappa l'ar ma. «No. non farlo», urla lei. «Al ' lora gli vuoi ancora bene» ribatte lui, e fa fuoco cinque volte. Quando la polizia va a casa, Mimma dice: «Sì, sono stata io, da sola». Poi, col passare delle ore e dei giorni, si accorge che la confessione fa acqua da tutte le parti. Si decide a ritrattare, quasi controvoglia. «E' slato mìo marito, e io ero con lui ». A giorni l'istruttoria sarà formalizzata. I difensori dicono: «Non e giusto che questa donna paghi un prezzo tanto alto, solo perché il marito non vuole confessare dì aver ucciso. In ogni caso, Domenica De Franco è ammalata, non può restare in carcere». E ieri è tornata in ospedale, come la sera del 27 dicembre. Allora disse: «E' stata una disgrazia» nel tentativo di nascondere la tragedia della sua vita. Oggi non ha più nienle da dire. s. ro. 1 Le mani di Mimma De Franco sono straziate dalle Fiamme