Fermenti nell'esercito argentino diviso sulla nomina di Damasco di Livio Zanotti

Fermenti nell'esercito argentino diviso sulla nomina di Damasco II nuovo ministro dell'Interno, un altro Perón? Fermenti nell'esercito argentino diviso sulla nomina di Damasco ha fatto esplodere con il suo ingresso nel governo i contrasti da tempo latenti nelle forze armale argentine. Entrambi ufficiali superiori dell'esercito. Perón e Damasco hanno in comune l'ambiguità politica di vaghe posizioni populiste e un efficace, instancabile attivismo: i paralleli tra lo scomparso Caudillo del justicialismo e il neo ministro sono molteplici. Per i commentatori impegnati nel tentativo di capire chi è e quali interessi rappresenti Vicente Damasco, il gioco delle analogie risulta suggestivo, anche se, a ben vedere, si esaurisce in sé. L'abbondanza degli Anni Quaranta è adesso diventata penuria: il sindacalismo è oggi una forza obiettivamente non trascurabile, alla stagnazione si è aggiunta l'inflazione e infine le forze armate appaiono prive di «capi» capaci di egemonizzarle e di offrire loro una leadership nella società. Dunque l'intero contesto è cambiato, lasciando da parte ia valutazione delle in- (Dal nostro corrispondente l Buenos Aires. 18 agosto. Come trenfanni addietro Vallora colonnello Perón, l'at-tuale ministro degli Interni, colonnello Vicente Damasco, diviiualità in campo, poiché lo slesso Perón, nel giugno 1943, era generalmente cono sciuto come un diligente uffi ciale e nulla più. I militari ne prendono atto e la grande maggioranza di essi preferisce star a guardare, approfit- tondo del tempo per recupe- rare idee e prestigio perduti durante sette anni di falli-menti governativi, tra il rove sciamento del presidente radicale Illia e il ritorno di Perón. Damasco, con una sortita spregiudicata, ha rotto il prudente passo segnato finora dalle forze armate, precipi i tandole nel dibattito aperto. Sull'opportunità che un colonnello in servizio effettivo ricopra un incarico di primissima fila nel governo, i militari si sono divisi senza mezzi termini. In numerose guarnigioni il mormorio si è fatto clamore. I rispettivi comandanti hanno dovuto convoca■ re gli ufficiali per discutere | insieme la situazione e i titoI lari delle tre Armi hanno viaggiato da un capo all'altro del Paese, illustrando i loro punti di vista. Nell'esercito, i generali comandanti di corpo d'armata si sono riuniti ed hanno votato prò o contro la permanenza di Damasco nel governo: una deroga eccezionale e significativa al verticalismo tradizionale dell'istituzione. Il risultato è stato un pareggio, cioè una spaccatura giusta a metà. L'ala «liberale», pur nella sua eterogeneità assimilabile alla linea dell'ex \ presidente Lanusse, si è pròI nunciata contro Damasco; | quella «nazionalista», anch'esj sa coagulabile solo sulla co! stante dell'intransigenza, a fa| vore. A decidere, evitando che : Damasco fosse sconfessato, è | stato il comandante in capo dell'esercito, Alberto Numa Laplane, che si è schierato . con ìa seconda delle due fra j 2j0m. Che Damasco, presunto : populista e apparentemente ! conciliatore convinto, abbia ! finito per ritrovarsi con ì ge- nerali della più tradizionale destra militare è sconcertante. Può spiegarsi con il camaleontismo delle posizioni nazionaliste in un Paese «dipendente», ma anche, e jorse soprattutto, con le manovre dei distinti gruppi interni alle forze armate. La «loggia», di eredità massonica, è da sempre il tipico stile di aggrega- , zione nelle forze armate ar- untine (San Martin fondò j quella del «Lautaro» per por 1 tare avanti il suo disegno in-I dipendentista e Perón porteci- 1 pava al «Gou» con il quale prese parte al golpe del 1943) La nomina a ministro dell'Economia del prestigioso Antonio Cafiero ha del resto accentuato questi contrasti, estendendoli anche al mondo sindacale. Indiscrezioni insistenti, assicurano che il segretario generale della Confederazione del lavoro, Casild Herreras, ha preferito prendere le distanze dal suo collega Lorenzo Miguel, sostenitore dichiarato di Cafiero, come l'altro potente sindacalista Juan Jose Taccone, leader degli elettrici. Herreras sosterrebbe che i sindacati potrebbero trovarsi presto a doversi scontrare con il ministro dell'Economia, notoriamente legato ad alcuni grandi gruppi industriali argentini, Livio Zanotti ■ | I \Vicente Damasco

Persone citate: Alberto Numa Laplane, Antonio Cafiero, Cafiero, Juan Jose Taccone, Lorenzo Miguel, Vallora, Vicente Damasco

Luoghi citati: Buenos Aires, Damasco