Argentina: massacrata famiglia di 5 persone di Livio Zanotti

Argentina: massacrata famiglia di 5 persone Banda fascista fa strage a Cordoba Argentina: massacrata famiglia di 5 persone Sono i parenti di un guerrigliero assassinato tre anni fa in un carcere (Dal nostro corrispondente 1 Buenos Aires, 16 agosto. I corpi li hanno trovati tutti c cinque l'altra mattina nel fondo di un pozzo alla periferia della città di Cordova, crivellati dal piombo dei mitragliatori, smembrati dalle esplosioni delle bombe a mano, sudici di fango e di sangue. Viveva ancora la giovane Mirta Bustos. Gli altri erano cadaveri: José Maria Pujadas, 55 anni, sua moglie, Josefa Badell. 54, entrambi medici, i loro figli José Maria, 28, c Maria José, 18. Era la fami- I glia del guerrigliero peroni- sta Mariano Pujadas, assassinato a 24 anni, assieme ad altri sedici detenuti politici di estrema sinistra nel carcere di Trelew, il 22 agosto di tre anni fa. La sopravvissuta è sua cognata, moglie di José Maria, sorella di uno degli scomparsi fondatori del movimento armato « Montoncros ». « Nessuna delle vittime svolgeva attività politica », ha dichiarato il capo della polizia. La ferocia del nuovo massacro ha fatto rabbrividire il Paese. ] Lo sterminio rievoca le stragi naziste. E' stato compiuto da una banda fascista armata di sette, otto uomini, che hanno fatto irruzione nella fattoria dei Pujadas, in piena notte, ieri l'altro. Alla loro razzia sono scampati il minore dei Pujadas, Victor José, undicenne, e la cuginetta di appena 13 mesi, figlia di José Maria e Mirta Bustos. I terroristi li hanno chiusi in un bagno, quando se ne sono andati trascinandosi dietro gli adulti trovati in casa. « ...lo stavo dormendo quando sono giunti ed hanno colpito forte la persiana di una finestra sul retro », racconta Victor José, al quale la paura e il dolore non hanno cancellato la memoria. « Questa è gente "vietnamita", questa non può essere la mia Argentina... », dice sconvolto e commosso un senatore radicale andato ad esprimere la solidarietà del suo partito, ascoltando il ragazzo. Victor José continua: «Gridarono che erano della polizia, che avevano un ordine di perquisizione. Mio padre era abituato che ci venissero a mettere sossopra la casa, dopo quello che è accaduto a Mariano. Si alzò e gli aprì. Entrarono di corsa. Io vidi le gambe di due e il volto di uno. Erano cinque, non me li dimenticherò. Quello che vii stava di fronte era gras soccio, con occhiali da sole e un cerotto sulla gota sinistra, bruno, volgare. Penso che a vesse tra i 25 e i 30 anni. Cominciarono a rovistare da ogni parte. Uno tirò via dalla parete il ritratto di Mariano e lo calpestò, rompendolo. Poi riunirono tutta la mia famiglia nel soggiorno, mio padre, mia madre, mia cognata, mio fratello, mia sorella. Stavano tutti in pigiama. Non parlavano... ». Victor José e la bimba fu- j rono rinchiusi nel bagno. « Per prima cosa io mi sono arrampicato per guardare fuori dalla finestra — dice ancora il piccolo testimone —; ad un tratto ho sentito le voci di molte persone: uno dava gli ordini. Sono usciti tutti dalla porta della cucina che si apre sul "patio" e ho udito i motori di due automobili partire... Ho atteso un poco, con l'orecchio at laccato alla porta. La mia cu gìnetta piangeva e non riuscivo a calmarla. Infine ho preso un cacciavite, l'ho conficcato nella porta all'altezza della serratura, ho dato uno spintone e sono potuto uscire. Avevo un poco di paura, però paura no. Non era la prima volta che in casa nostra arrivava la polizia. Ho cominciato a correre per tutte le stanze, senza incontrare nessuno. Sono andato allora nell'ufficio di mio padre, per telefonare. Ma l'apparecchio lo avevano strappato via con tutti i fili ». Le ricerche sono cominciate poco dopo. Alcuni vicini hanno comunicato con un'altra figlia dei coniugi Pujadas, Gloria, che abita in città. Costei ha immediatamente inoltrato una denuncia della scomparsa dei familiari al magistrato di turno ed è intervenuta la polizia. Il ritrovamento delle vittime è stato sorprendentemente facile, considerato il luogo in cui erano state nascoste, in aperta campagna, dentro un pozzo abbandonato, a otto metri di profondità. Gli assassini ve le avevano gettate mal| conce ma ancora in vita, quinI di le avevano mitragliate dalj l'alto e per ultimo, nel ten. tativo di seppellirle sotto le j macerie, avevano esploso nel pozzo alcune granate. E' miracoloso che Mirta Pujadas abbia potuto sopravvivere, sebbene gravemente ferita. I soccorritori l'hanno rico, verata in ospedale, dove il : capo della polizia l'ha fatta vigilare costantemente da a una pattuglia di tiratori sceli- ti. In queste ore deve essere 2, operata una seconda volta al o, \ cranio. Mentre Cordova è n o o i i i a e n i ) è i n a n n a e e e ee i oi e omezza paralizzata dagli scioperi di protesta per questa nuova barbarie, un'interminabile colonna dolente e rabbiosa accompagna altri quattro Pujadas al cimitero. Livio Zanotti

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires