Il dramma della droga

Il dramma della droga Lettera di una madre, una testimonianza Il dramma della droga Abbiamo ricevuto questa lettera, indirizzata a Specchio del tempt, dalla madre di un drogato. La pubblichiamo integralmente, perché non vada perduta la sua carica di dolente umanità e di denuncia. « Vi chiedo scusa se non mi firmo, ma sono talmente angosciata, che non so più che cosa sta gtusto fare. Sono la mamma dt un drogato, e ti mio dramma è tutto In questa terribile parola. Un anno e mezzo la mi sono accorta che mio figlio "fumava" hashish. Ho fatto di tutto per convincerlo a smettere; l'ho preso alle buone e poi con le cattive. La settimana scorsa ho visto che si stava " bucando " ti braccio. Puoi Immaginare la mia disperazione, volevo fare qualcosa. Ma cosa? Cosa può fare la mamma di un ragazzo di 18 anni, e quindi maggiorenne, quando si trova nelle mie condizioni? A chi rivolgersi? « Tutti parlano, tutti scrivono, ma alla fine — quando bussi alle porte — tutti si stringono nelle spalle, nessuno sa darti una risposta concreta. « Mio figlio ha capito la mia disperazione e per un attimo ha avuto un momento di umanità o di paura, non lo so. MI ha implorato di non fare niente, che cercava di smettere, di uscirne fuori. (" Non andare alla polizia mamma, loro l'unica cosa che fanno è metterci dentro, loro se ne infischiano che noi ci droghiamo non fanno niente per aiutarci ") e allora l'ho consigliato di andare al gruppo Abele. CI è andato, però, non so perché, è tornato subito e sembrava amareggiato. "Ha venduto tutto" « Cara Stampa, noi siamo povera gente, ma tutto quello che c'era e si poteva vendere, mio figlio l'ha venduto: macchina fotografica, cinepresa, cannocchiale e tutto quanto l'oro, e la collezione dt francobolli e i libri. L'ultimo atto ieri sera; la macchina fotografica del fratello (14 anni). « E' arrivato a casa all'una di notte, mi ha chiamato piano per vedere se ero sveglia, mi ha detto " Scendo un momento e torno subito ". Ho avuto un presentimento, sono andata a dare uno sguardo, la macchina fotografica era sparita. Mi sono vestita, di corsa sono scesa a cercarlo, ho girato in tutte le strade vicino a casa, In cantina. Niente. Stavo per rientrare quando lui arriva. Alla mia domanda è Impallidito e si è messo a piangere (" Mamma sono un disgraziato, non ne potevo più, ma ti giuro che sto smettendo, quella roba costa cara, ogni buco sono diecimila lire Lui ha portato a quella gente la macchina fotografica, loro l'hanno fatto salire In auto e Il mio ragazzo ne è scaso col suo bel buco nel braccio. Chi è quella gente? A forza dt partare ho saputo che mio figlio frequenta piazza Carlo Alberto. Quando vuole qualcosa quella gente la trova lì, ma lui non sa chi sono, oppure non vuole dire, lo non ho detto niente a nessuno, gli ho dato 10.000 lire perché recuperasse la macchina tanto per non avvilire il fratello e sono andata a girare da quelle parti: piazza Castello, via Po, via Carlo Alberto, piazza Carlo Alberto, via M. Vittoria. « L'angoscia che ho provato non la saprò mai dire. Solo una mamma nelle mie condizioni la potrà comprendere. Ragazzi e ragazze spettinati, trasandati, sporchi distesi in mezzo alle aiuole. MI fermavo a guardarli, ma erano talmente Inebetiti che non se ne accorgevano neanche. Un giovane che non avrà avuto più di 25 anni ma sembrava un vecchio, con un pastrano lungo e 1 piedi fasciati (non riusciva nemmeno a camminare) seguiva due ragazzi avvinghiati che sembrava non fossero dt questo mondo. « E in mezzo a tutta questa desolazione la delinquenza, gli assassini, gli sfruttatori di quel disgraziati. Macchine che si fermano, e uno di quegli sventurati che si avvicina, parlotta e torna nel gruppo. Una di queste macchine. In particolare, l'ho sorvegliata bene, una Mini targata Alessandria, a bordo c'erano tre uomini con una giovane donna. In un'ora e mezzo che sono stata lì, è passata e ripassata. Per due volte mi sono avvicinata al finestrino, ma talmente erano Intenti a commerciare che nessuno ci ha fatto caso. « La prima volta non ho visto bene, sembrava che l'offerta fosse una medaglia d'oro, la seconda invece era un accendino. Non mi sono trattenuta, ho gridato " Delinquenti sfruttate dei malati! ",. Per tutta risposta mi hanno fatto una bella risata in faccia. « In quel momento è arrivato mio figlio (cercava quello della macchina). Ho capilo che non voleva che ci vedessero assieme; me ne sono andata e lui mi ha seguito. Quando siamo stati lontani mi ha supplicata dt non farmi più vedere, e di non dire mai II suo nome se no, quella gente lo avrebbe accoltellato. Era terrorizzato, ed lo col cuore che mi scoppiava e le gambe che mi tremavano ho lasciato tutto e sono venuta a casa. Che fa la società? «Ora mi chiedo: possibile che la polizia e l carabinieri non vedano queste cose? Io donna, ignorante, mi sono fermata una ora e mezzo sul posto e ho visto come vivono e agiscono, disinvolti e indisturbati, gli spacciatori di droga. Quelli che devono mantenere l'ordine pubblico non sentono il dovere morale dt Intervenire? E che cosa fa la società per aiutare quel poveri relitti? « La verità è che quando non si è toccati da vicino tutti sanno parlare e parlare, ma quando si tratta di fare qualcosa di concreto ti accorgi che nessuno è in grado di farlo. « Volevo andare alla polizia a denunciare il fatto, ma mi sono ricordata le parole di mio figlio e ora provo un senso di sfiducia contro tutti. Forse è da stimare chi sa vendicarsi da solo, forse un giorno arriverò a farlo anch'Io. « Se mio figlio, nonostante i suol proponimenti, non riuscisse a venirne fuori e dovesse rubare per procurarsi ti veleno di cui non può più fare a meno, allora la società direbbe che è un delinquente! E io mi domando: di chi è la colpa? Chi mi può dare una risposta? Chi mi può alutare? La prossima volta che arriva col " buco " (lui dice che deve smettere gradatamente) devo chiamare la Croce Verde? Devo farlo chiudere in manicomio? ».

Luoghi citati: Alessandria