Argentina senza calcio

Argentina senza calcio Bloccato il campionato per lo sciopero dei giocatori Argentina senza calcio I calciatori hanno chiesto un «salario minimo garantito», come le altre categorie di lavoratori - Ma le società hanno rifiutato aumenti, mentre il ministero del Lavoro ha dichiarato «illegale» l'agitazione (Dal nostro corrispondente) Buenos Aires, 13 agosto. Dei calciatori si erano dimenti-1 cati tutti. Le lotte che hanno preceduto, accompagnato e seguito le recenti trattative per il rinnovo di tutti i contratti collettivi di lavoro li avevano fatti passare inosservati, sommersi dai cortei dei metallurgici e dagli scioperi degli impiegati pubblici. Ma adesso anch'essi sono scesi in sciopero. I loro rappresentanti hanno battuto ben forte i pugni sul tavolo, gliene hanno dette quattro ai presidenti di »club» che formano la controparte e se ne sono andati. •Siamo anche noi dei cittadini che lavorano e come tali vogliamo vedere rispettati i nostri diritti', commentano. E gli stadi sono rimasti vuoti. E' intervenuto il ministero del Lavoro e una volta di più ha fatto la voce grossa: 'Questo sciopero è illegale, che i giocatori tornino a giocare e basta-. I calciatori, però, non si sono dati per vinti. Ieri sera le partite previste per la penultima giornata del campionato metropolitano (equivalente al nostro campionato di seria A) non sono state disputate. A Buenos Aires, a Rosario, a La Piata, inutilmente gli -alicionados" hanno sperato fino all'ultimo momento che i loro idoli scendessero in campo. Ma per l'uomo della stra| da è difficile capire che il calcia- tore è un salariato come tanti altri. •Eppure è cosi, almeno per la grande maggioranza di noi', affermano i calciatori-sindacalisti. In Argentina, per al massimo due dozzine di giocatori, nella serie maggiore, la media degli stipendi mensili oscilla sui cinquecento dollari (circa 3 milioni), compreso il reingaggio, i premi partita e quelli di presenza. Ma siamo ancora in un universo di privilegiati. Scendendo dall'olimpo dei campioni, nelle stesse grandi società, il River Piate, l'Independiente, l'Huracan, il Boca Juniors. il Rancing, il San Lorenzo, quelle che in altri tempi resero celebre il calcio argentino nel mondo intero, la situazione è ben diversa. Dei tremila calciatori che giocano nelle serie minori una parte guadagna tra i sessanta e i cento dollari al mese e gli altri meno ancora o niente del tutto. La richiesta che a tutti, compresi i «dilettanti», fosse assicurato il «salario minimo» fissato dalla legge, pari a circa sessanta-settanta dollari, è fra quelle che ha fatto naufragare le trattative in corso. • Ci troveremo tutti con un passivo spaventoso da un giorno alì'altro», sostengono i responsabili dei «club», aggiungendo che il concetto di dilettantismo è regolato da convenzioni che, se fossero violate, escluderebbero automaticamente l'Argentina da una serie di manifestazioni sportive internazionali. Ci si domanda che cosa accadrà se anche domenica prossima gli stadi resteranno chiusi. Che cosa farà lo Stato per obbligare I calciatori a giocare. Andranno i carabinieri a cercarli nelle loro case per trascinarli in catene sul prato verde? C'è in effetti una concreta proccupazione: quella che il pubblico finisca per protestare contro il calcio •business- e volgere così in politica il proprio malumore. E' già accaduto: in piena dittatura militare, il pubblico di un «derby» reagì al gioco deludente delle squadre in campo e alle sciocchezze dell'arbitro, acclamando in coro una violenta azione allora appena compiuta dalla guerriglia peronista. Più recentemente, sabato scorso, i diecimila spettatori riuniti al Palasport per assistere al ritorno sul ring di Nicolino Locche tralasciarono lo spet| tacolo per fischiare sonoramente il segretario generale della confederazione del lavoro (Cgt), Casildo Herreras, il capo del metallurgici, Lorenzo Miguel, Il sottosegretario allo sport e medico personale di Isabelita. Pedro Vasquez, l'ex presidente della Camera dei deputati, Caul Lastiri. Le vie dello sport sono infinite e non poche volte conducono alla politica. Livio Zanotti • Al MONDIALI DI CALCIO, in programma nel 1978 in Francia, si sono già iscritti 68 Paesi, fra cui gli Emirati Arabi, l'Alto Volta, il Malawi e il Costarica. • LUBANSKI ha ottenuto dali le autorità polacche di giocare in Belgio, nella squadra del Lokeren, presso la quale già si trova. • L'ASCOLI ha battuto L'Aquila 4-0 in amichevole con re- i ti di Silva (2), Ghetti e Cal- : Usti.

Persone citate: Ghetti, Livio Zanotti, Lorenzo Miguel, Nicolino Locche, Pedro Vasquez, Silva

Luoghi citati: Argentina, Belgio, Buenos Aires, Costarica, Francia, L'aquila, Malawi