Le gravi preoccupazioni per la crisi del moscato di Piero Cerati

 Le gravi preoccupazioni per la crisi del moscato Le gravi preoccupazioni per la crisi del moscato Siamo alla vigilia del contratto tra produttori e industriali - Le aziende affermano di avere forti giacenze - I viticoltori chiedono 3 mila lire il miriagrammo (Dal nostro inviato speciale) Asti, 12 agosto. Alla vigilia del nuovo contratto per l'uva moscato, le aziende che producono spumante denunciano una grave crisi: le vendite sono calate e in cantina vi songi fortigiacenze del 74. Il mercato equas nattivo e I motivi sono es- senzlalmente due: al vino dolceil consumatore preferisce ormai i brut (secchi, ricavati da uve pinot con metodo charmat o champe- nois); il potere d acquisto ali in- grosso e al dettaglio e diminuito per la crisi economica. Il prezzo dell uva moscato e stabilito ognl^ anno con un ac- "spumantieri cordo tra industriali e produttori. Il 23 luglio vi è stato un incontro preliminare fra Imprenditori e associazione produttori uve moscate (1280 soci nel Cuneese e nell'Astigiano). I viticoltori hanno presentato la loro richiesta: 3 mila lire al miria: gli industriali non si sono pronunciati. L'anno scorso l'uva moscato era stata pagata 1700 lire il miria per 12 gradi zucchero (babo) e 100 lire in più o in meno per grado; nel 1973, il prezzo era stato di 1350 lire il miria. La prossima riunione per il con- tratto avverrà martedì 20 agosto alla Camera di commercio di Asti, La circolare con cui vengono con- vocate le organizzazioni sindacali, gli enti e gli Istituti di credito interessati al settore è abbastan- za preoccupante, parla Infatti di « delicata situazione economica del vino Moscato naturale d'Asti » e sottolinea la necessità di « puntualizzare ed evidenziare tempestivi e indispensabili provvedimenti atti a salvaguardare sia la produzione che i livelli occupazionali ». La frase è un po' oscura: si profilano licenziamenti nelle aziende e cedimenti nelle vendite alla produzione? Cioè, l'uva rischia di essere acquistata a meno di 1700-1800 lire, ad un prezzo non remunerativo per l'agricoltore? « Aspettiamo i risultati della riunione — dice Franco Albertino presidente dell'Associazione produttori uva moscato. — Potrem- . essere d, fronfe ad una ma. , d ;. lndustrlali per otte. ■ d%. d ,le banch/e ribassl , , . v!tjc0it0r!, . L'ìndustria ha giacenze, il mer ( è , c, , », sono dmcoìtà U credjt0 _ ■ Sandro Got. | de|||. direttore dell'Unione pro | vincia|e agrico|tor| d, Asti _ ,e | banche sono In difficoltà per ero- , gare un'enorme massa di credito 1 ne! brevissimo periodo della ven | demmla. Ouest 'anno mi sembra che l'occasione sia propìzia per parlare d'un contratto locale Ira produttori e industriali con validità pluriennale, si dovranno fissare non i prezzi validi per un lustro, ma gli indici, i parametri cui fare riferimento per stabilirli di volta in volta. Tutto sta a trovare l'Interesse collimante tra produzione e industria. Stabiliti I parametri, si otterrebbero due scopi: verrebbe evitato ogni anno lo ] SCOntro fra le parti contraenti; si [potrebbe programmare la produ- lz/o;ie, limitandola alla richiesta del | mercato. Sono provvedimenti già in atto in Francia grazie all'inter 1 vento pubblico. Noi prevediamo I che il mercato sarà pesantissimo e le contrattazioni difficili «. ! E' probabile che si arrivi di | nuovo alla « guerra del moscato Sulle contrattazioni e sul mercato di questo vino bianco dolce pesano molti fattori: la crisi, di cui abbiamo già detto (economica e creditizia); il dualismo tra sindacati agricoli e associazione produttori (si contendono II diritto di cestire il contratto con l'industria); le sofisticazioni (sono in commercio moscati non d.o.c. a 400 l lire la bottiglia); la misteriosa, o quasi, superproduzione: ogni anno dovrebbero essere immesse sul mercato 1.500.000 bottiglie -in realtà — dice Gottardello — ne sono vendute 4-5 milioni. Certi produttori denunciano costantemente una resa di cento quintali per ettaro, massima consentita dalla d.o.c, anche quando essa è molto più bassa per la cattiva annata. In questo modo si ottengono le ricevute frazionate (bollini) oltre la quantità di uva prodotta ». E il commercio dei bollini (a 60 lire il litro) sembra fiorente. Tra le denunce della produzione per il Mec, che viene fatta entro il 10 novembre, e le denunce di produzione per ottenere il riconoscimento della denominazione di origine controllata alla Camera di commercio vi sono differenze enormi: si denuncia il giusto per il Mec, il massimo consentito dalla legge per le d.o.c. « Vi sono coltivatori — aggiunge Gottardello — che non denunciano I danni della grandine per poter dichiarare rese di cento quintali per ettaro ed ottenere i relativi bollini, la cui vendita deve rendere più delle sovvenzioni antigrandine ». Quest'anno la vendemmia sarà inferiore del 30% al 1974 a causa del freddo patito dalle viti durante la fioritura, della presenza di oidio e peronospora (notti fredde, umidità, giornate caldissime), delle grandinate (soprattutto nel Nicese). La poca quantità e la buona qualità (ma i gradi zuccherini si fisseranno 15 giorni prima della vendemmia, verso la metà di settembre) potrebbero favorire II mercato. Se è l'annata per arrivare al contratto pluriennale programmato, è anche l'annata per un drastico controllo delle bollette: è inutile che si parli di rese sui cento quintali. Gli organi addetti alla tutela devono Intervenire. Se le banche poi adotteranno misure particolari per il credito, il contratto potrebbe essere firmato con breve trattativa senza traumi per l'agricoltura e per il settore del vino in particolare: in questo momento non ne ha bisogno. Piero Cerati

Persone citate: Franco Albertino, Gottardello, Sandro Got

Luoghi citati: Asti, Francia