La difficoltà di trovare personale qualificato accomuna le cliniche private e gli ospedali
La difficoltà di trovare personale qualificato accomuna le cliniche private e gli ospedali La difficoltà di trovare personale qualificato accomuna le cliniche private e gli ospedali Ma a differenza del settore pubblico, quello privato non soffre per l'assenteismo - Comunque, nel periodo delle ferie anche alcune case di cura della città chiudono ì battenti Viene l'estate e i mali degli ospedali attraversano una fase acuta. E' dl questi giorni la polemica sull'Astanteria Martini semiparalizzata a causa dell'assenteismo e delle ferie, la precisazione dei responsabili, la protesta dei sindacati. L'episodio, nel suo insieme, è un sintomo del disagio di cui fa le spese soprattutto chi rimane in città. Non bastano le difficoltà provocate dalla chiusura dei negozi, dei ristoranti, del bar sotto casa. C'è anche il problema di non sapere dove curarsi. La disinvolta prassi dell'Inani che chiude gli ambulatori di zona, facendo riversare i pazienti sugli ospedali in periodo di stanca aumenta il malumore. Alla base della crisi estiva c'è, come abbiamo visto, il problema del personale. Come negli altri anni, ad agosto infermieri ed ausiliari se ne vanno in ferie come fanno milioni di altri italiani. «La gente può pensare che basterebbe lare i turni, prevedere gli scaglionamenti — come dice il dottor Bruno, direttore sanitario del Cto — ma il latto è che slamo già carenti di personale in tempi normali per il divieto ai nuove assunzioni e l turni sono ridotti all'osso. Quando qualcuno "si ammala" in vacanza (prima e dopo le ferie i telegrammi di giustificazione arrivano a decine) i turni saltano e non c'è programmazione che tenga. Non c'è neanche la possibilità di ricorrere a personale supplente perché si tratta di mansioni qualificate ed è praticamente impossibile trovare del sostituti ». Una soluzione, per chi rimane, sembra il ricorso alle cliniche private, sempre naturalmente che si abbia un reddito sufficiente per pagare le rette di degenza, che sono, come noto, piuttosto salate. A Torino le case di cura sono una ventina. Alcune convenzionate con l'Inam, come la Salus e la San Camillo, « dove però — dice II direttore amministrativo dottor Fausto Papararo —, i tempi d'attesa sono tali da scoraggiare chiunque u. La clinica ha 120 posti letto, in media, ogni giorno dell'anno, i malati sono 110; adesso i letti occupati sono 105. « Nonostante l'esodo — os¬ serva Papararo — noi continuia- | ino senza interruzioni a prestare l'asstslenza ad asmatici, vasculo- \ potici motulesi e sofferenti di reumi, affrontando, come in tutti I casi dl malattie della vecchiaia, il fenomeno ricorrente del "parcheggio" estivo degli anziani. Il solo problema (lo stesso che ha causato la chiusura momentanea del reparto di fisioterapia alla Astanteria Martini) è la mancanza, sul mercato, dl personale specializzato per sostituire le operatrici assenti per i turni di ferie ». Se per la San Camillo il mese di agosto significa « routine », altre cliniche invece sospendono l'attività. Qualcuna come la San Paolo, che è specializzata in chirurgia, chiude i battenti del tutto, dal momento che certi interventi — come avviene del resto negli ospedali — sono rinviati dl norma a stagioni meno calde. Altre chiudono solo parzialmente perché i malati sono pochi. Dice il dott. Rigoletti della Celllni: « La chiusura del nostri due piani è una semplice questione di domanda e offerta. Già in tempi normali le tariffe delle cllniche private tengono lontana molta gente. In estate molti vanno in ferie e quindi diminuisce la richiesta di assistenza, per cui i reparti "secchi" vengono chiusi fino a dopo le ferie », Parzialmente smobilitata « 13 letti su 80) la Pinna Pintor. Dice il direttore dott. Mariani: « Il problema infermierìstico esiste anche per i privati. Adesso va un po' meglio perché col blocco delle assunzioni imposto agli ospedali troviamo ancora qualcuno sul mercato, ma siamo ancora lontani da un infermiere per due malati, ossia dalle otto ore di assistenza generica al giorno previste dalla legge Marìotti. Cerchiamo dì arrangiarci ». La stessa espressione usa un dipendente della casa di cura Moncalvo, specializzata nell'assistenza agli « anziani non autosufficienti », che vede il suo plafond di assistibill triplicarsi durante l'estate. Tranne poche eccezioni, l'unico problema in comune tra ospedali e cliniche private sembra quindi essere quello della scarsezza dl personale qualificato. « Facendo un confronto tra infermieri pubblici e privati — osserva un responsabile della Salus — il trattamento economico non varia molto. Va notato però che l'assenteismo, che incide moltissimo sul buon funzionamento degli ospedali, da noi non sì verifica. Manca la stabilità d'impiego che talvolta consente abusi, e la responsabilizzazione del personale è maggiore». m. bo.
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