Una netta vittoria per Moser e tanti guai per il c.t. Martini

Una netta vittoria per Moser e tanti guai per il c.t. Martini Il Giro dell'Umbria e le polemiche azzurre Una netta vittoria per Moser e tanti guai per il c.t. Martini Formata la Nazionale che andrà ai mondiali con compromessi e malumori - Il titolare della Magniflex (che non ha corridori in squadra) si ritira dall'attività per protesta - Giostra dei gregari: fuori Fontanelli e Santambrogio, dentro Bellini (Dal nostro inviato speciale) Perugia, 9 agosto. Il giro dell'Umbria, che in teoria avrebbe dovuto sciogliere gli ultimi dubbi del et. Martini, in pratica ha ottenuto l'effetto quasi opposto perché è servito soltanto a mandare all'aria in parte i suoi piani. Moser ha trionfato, dimostrandosi la vera carta vincente dell'Italia per i mondiali, eppure anziché un premio — sembra un paradosso, ma è cosi — ha ottenuto una doppia punizione: aveva chiesto tre gregari della sua squadra e invece ne avrà soltanto due (Poggiali e Simonetti) perché il terzo candidato, Fontanelli. ha deluso e si è ritirato; aveva chiesto inoltre che fossero esclusi i corridori della Brooklyn, abituati per tutta la stagione ad aiutare De Vlaeminck, ma l'elenco dei selezionati comprende anche Bellini, il cui compito ai mondiali — a quanto si è appreso da fonte attendibile — sarà proprio quello di aiutare Moser nei primi duecento chilometri. D'altra parte, Martini aveva sempre detto che la maglia azzurra bisognava guadagnarsela sul campo e Bellini la merita. Chi avrebbe avuto il coraggio di dirgli: 'Stai a casa, perché di te non mi fido?-. E' una «nazionale» che nasce purtroppo tra compromessi e polemiche. La più grave riguarda la Magniflex, i cui tre candidati (Ziiioii. Basso e Perletto) sono stati tutti esclusi. A causa di questa decisione, il gruppo sportivo toscano ha deciso di ritirarsi dall'attività in segno di protesta. Subito dopo aver visto la lista di Martini, il titolare Franco Magni ha dichiarato: 'Basta: da questo momento chiudiamo e ce ne andiamo tutti in ferie. Scrivetelo pure, non cambio idea: se volete, ve lo metto anche per iscritto'. E se n'è andato senza aggiungere altro. Prima di comunicare i nomi dei dieci titolari e delle due riserve, Martini si è consultato a lungo con la commissione tecnica e pare che non vi sia stata unanimità di idee. Il et. era pallido, un po' nervoso, come se avesse appena concluso una battaglia (ma da vincitore, o da vinto?). Ha sorpreso, ad esempio, il declassamento a riserva di Santambrogio, che sembrava fosse un punto fermo della squadra: sia perché è un «fedelissimo» di Gimondi. sia perché l'anno scorso a Montreal era stato il migliore dei nostri. Riassumendo, la squadra comunque sarà questa: Moser. Poggiali e Simonetti della Filotex: Gimondi. Fabbri e Cavalcanti della Bianchi: Battaglin e Bertoglio della Jolljceramica; Riccomi della Scic e Bellini della Brooklyn. Come riserva, a Santambrogio farà compagnia Pao1 ini. della stessa squadra di Riccomi. Non si poteva certo accontentare tutti, ma mettendo insieme una «nazionale» come questa, si rischia — è doveroso ammetterlo — di scontentare parecchi. Gorla, presidente della commissione tecnica, si è lasciato sfuggire questa frase: 'Abbiamo cercato di lare una "nazionale" in funzione di un uomo solo, che è Moser'. A parte il fatto che questo non è del tutto vero, visto che è stato chiamato un gregario abituale di De Vlaeminck e invece è stato escluso Fontanelli, l'affermazione di Gorla contrasta con quanto Martini va ripetendo da quasi un mese, e cioè che i «capitani» saranno due, Moser e Gimondi. Ed entrambi non sono molto soddisfatti delle scelte: Francesco, come si è detto, aveva chiesto una maggior «protezione» e pensava, dopo il trionfo di oggi, di averne diritto: Felice, dal canto suo, sperava di avere anche Santambrogio al suo fianco, e se lo ritrova imorovvisamente riserva. Si dirà: Fontanelli, proprio nel test decisivo, si è ritirato. E' vero, ma è altrettanto vero che si è ritirato anche Bertoglio. eppure è entrato in squadra, esclusivamente grazie alla sua maglia rosa, perché nelle «indicative» non ha fatto assolutamente nulla per meritarsi il posto (Fontanelli. se non altro, alla Coppa Sabatini aveva corso molto bene). Per quanto riguarda Santambrogio, il suo ragionamento è questo: 'Faccio il gregario da sempre, e so farlo bene. Ad Yvoir avrei dovuto aiutare Gimondi. come al solito. Non sono un uomo vincente, sono uno che si sacrifica dal primo all'ultimo chilometro per il suo capitano. Il mio compito non è quello di arrivare primo: Martini pretendeva questo, da me. per confermarmi nella squadra? ». Anche se nessuno, forse, lo ammetterà mai, la risposta forse è questa: la commissione tecnica, per ragioni geopolitiche, voleva che fossero rappresentate almeno cinque squadre, anziché tre, e l'inclusione di Bellini e Riccomi costituisce un contentino per Brooklyn e Scic. E le polemiche non finiscono qui. Basso, ad esempio, affer¬ ma: «£' logico mandare una squadra ai "mondiali" senza neppure un velocista? Adesso non sono al massimo della forma, è vero: ma se ad Yvoir la corsa andasse in un certo modo e io tenessi il ritmo dei primi, potrei dare all'Italia un altro titolo mondiale, dopo quello di Gap. E invece sono stato dimenticato, ora in caso di arrivo allo "sprint" il primo dei nostri magari arriverà soltanto quinto o sesto-. Già: ma da quanto tempo è che Basso non arriva più primo? Ha vinto una sfida con un cavallo ad Agnano. ha fatto incetta di successi in Spagna, ma correva contro nessuno. Se Martini si è dimenticato di lui, anche Basso ha qualche amnesia. Per il et., insomma, forse sarebbe stato meglio che il Giro dell'Umbria non si fosse neanche disputato: aveva certe idee, ha dovuto modificarle in tutta fretta, e forse non è completamente convinto di aver fatto bene. Nei suoi piani, ad esempio, i corridori della Brooklyn — è un'impressione molto diffusa, specie dopo il «veto» di Moser che aveva detto esplicitamente di non fidarsi — non sarebbero entrati in squadra. Ma oggi Bellini e Panizza hanno corso molto bene e almeno uno dei due bisognava promuoverlo per forza. Santambrogio invece è giunto staccato di parecchi minuti e, seppur a malincuore. Martini ha dovuto depennarlo, per non rischiare di essere accusato di favoritismi. Sembrava tutto facile, prima, e invece oggi è stato tutto difficile. La corsa si è decisa ad una quarantina di chilometri dall'arrivo. A quel punto erano In testa sedici elementi, tra cui tutti gli «azzurrabili», eccetto Berto. glio, Fontanelli, Santambrogio e Basso. C'era anche Zilioli, autore di una prova decisamente maiuscola. Fabbri è scattato, seguito da Cavalcanti, e ai due si sono aggiunti subito Moser e Battaglin. Il quartetto ha trovato subito l'accordo, il suo vantaggio aumentava a vista d'occhio. Sui sei chilometri finali di salita, Battaglin ha commesso un peccato di presunzione: anziché attaccare, ha aspettato lo sprint, convinto di farcela lo stesso. E invece Moser ha allungato ai 300 metri in progressione e ha trionfato, mentre Battaglin si è fatto precedere anche da Fabbri. Un magnifico finale, insomma, ma un dopocorsa pieno di polemiche. Anche nel ciclismo quella del commissario tecnico è una poltrona molto scomoda. Con un'aggravante: non rende nulla. Maurizio Caravella Ordine d'arrivo: 1. Francesco Moser (Filotex), km 246 in 6 ore 40'13", media oraria 36.905: 2. Fabbri s.t.; 3. Battaglin s.t.: 4. Cavalcanti a 3": 5. Chinetti a 2'23"; 6. Panizza; 7. Gimondi: B. Bergamo; 9. Conti; 10. Zilioli: 11. Paolini; 12. Poggiali; 13. Riccomi; 14. Simonetti; 15. Conati: 16. Fuchs; 17. Bellini, tutti col tempo di Chinetti. Perugia. Moser batte in volata Fabbri e Battaglin (tel. Ap)