Moser per i mondiali vuole tre suoi gregari di Maurizio Caravella

Moser per i mondiali vuole tre suoi gregari Dopo la corsa di Peccioli non si fida più Moser per i mondiali vuole tre suoi gregari Oggi il Giro dell'Umbria (246 chilometri) con tutti gli azzurrabili (Dal nostro inviato speciale) Perugia, 8 agosto. Moser adesso fa la voce grossa: si è accorto di essere circondato da molti nemici e pochi amici e allora, per essere certo di non trovarsi isolato sul circuito mondiale di Yvoir, ha chiesto a Martini di inserire nella squadra azzurra tre suoi compagni di squadra (Simonetti, Fontanell! e Poggiali). Afferma, con un tono decisamente polemico: « Si fa presto a dire che in Belgio correremo tutti con lo stesso obiettivo: io dei miei gregari mi fido, degli altri no. Ieri, ad esempio, a Peccioli correvano tutti contro di me: anche quelli che, aiutandomi, avrebbero avuto molto da guadagnare in vista di una loro convocazione in azzurro. Voglio andare al mondiali con gente che sia disposta a sacrificarsi per me. La corsa di Peccioli mi ha aperto gli occhi ». Moser, insomma, mette le mani avanti: dice che per rendere al massimo ha bisogno di avere accanto tre suoi » fedelissimi » e, In fondo, non gli si può dare torto. In teoria Martini potrebbe affidare il compito di aiutare Moser anche — poniamo — ad un gregario di Gimondi, ma quante probabilità avrebbe di ottenere obbedienza assoluta? Perché rischiare? La teoria, in questo caso, la a pugni con la logica e non rendersene conto significherebbe viaggiare col paraocchi. Ma Martini non viaggia col paraocchi, anche se, è ovvio, continua a dire che ad Yvoir la squadra sarà unita e compatta (questa naturalmente è la sua speranza). Quindi Moser avrà tre gregari che ha chiesto, proprio per essere messo nelle condizioni migliori, anche dal punto di vista psicologico, di rendere al massimo. Se poi non vincerà, Moser non potrà certo accusare Martini. Sarà dipeso da lui e soltanto da lui, insomma. Dicono che la notte porti consiglio: e, In alletti, se gli azzurri sicuri ieri erano soltanto quattro, adesso sono diventati 9. anche se Martini per ovvie ragioni aspetta il Giro dell'Umbria di domani — che è l'ultimo esame — per dare ufficialmente I nomi. Ma un esame per chi? Resta a disposizione soltanto una maglia da titolare (naturalmente salvo cadute, o clamorose sorprese). Per gli altri nove corridori, il passaporto è pronto: quattro di loro sono già entrati nella squadra azzurra dalla porta principale, altri cinque lo hanno latto da quella di servizio. Facciamo i conti: Gimondi, Mo¬ ser, Fabbri e Battaglili sono quelli passati dalla porta principale. Poi ci sono i tre gregari di Moser (Simonetti, Fontanelli e Poggiali) e quello di Gimondi che farà compagnia a Fabbri, cioè Santambrogio. Dato che anche la presenza di Bertoglio è da considerarsi ormai sicura, si arriva appunto a quota nove. Per il decimo posto, sono in lizza in tre: due corridori della Scic (Riccomi e Paolino ed un altro • fedelissimo » di Gimondi (Cavalcanti). Naturalmente, se domani dovesse vincere — magari per distacco — un altro degli « azzurrabili - (Conti, Zllloli oppure Perletto, ad esempio), la decima maglia gli spetterebbe di diritto. Se invece ad Imporsi fosse Panizza od un altro corridore della Brooklyn, Martini si troverebbe in grossi guai, perché nessuno del • clan » azzurro vedrebbe di buon occhio la promozione di un gregario di De Vlaeminck, dicono che sarebbe come avere un nemico In casa. Oualcuno sostiene che Martini e Massaretti, segretario generale dell'Uclp, stiano trascorrendo queste ore di vigilia facendo gli scongiuri, nella speranza che una Ipotesi del genere non debba av¬ verarsi. Martini, in proposito, dice: « I belgi hanno escluso Van Linden, che è della Bianchi, la squadra di Gimondi. Eppure Van Linden è forte: traete voi le conclusioni ». In sostanza: se Merckx e De Vlaeminck non vogliono correre certi rischi, perché dobbiamo correrli noi? Quindi questo Giro dell'Umbria che avrebbe dovuto decidere tutto, rischia invece di guastare a Martini le uova nel paniere. Come si la a dire a un corridore che vince: « Sei bravo, vai forte, ma non ti dò la maglia azzurra perché non mi fido di te? », Domani, dunque, 246 km sotto il sole a picco per una maglia azzurra, una sola, anche se I corridori non lo sanno. Mancheranno di nuovo gli stranieri, sarà ancora una volta una lotta In famiglia: e non è escluso che Moser e Gimondi stringano una specie di patto di non aggressione per impedire che Battaglin. approfittando della loro rivalità, vinca ancora e poi accampi eccessive pretese. Come « terzo uomo » della squadra Battaglin va bene ad entrambi, come <■ capitano aggiunto » non andrebbe bene a nessuno. Maurizio Caravella

Luoghi citati: Belgio, Peccioli, Perugia, Umbria, Yvoir