L'ex partigiano Pircher è stato graziato da Leone

L'ex partigiano Pircher è stato graziato da Leone Chiusa una vicenda che risale al 1945 L'ex partigiano Pircher è stato graziato da Leone Torna libero dopo anni di carcere a Fossano - Accusato di aver ucciso un ufficiale tedesco in Alto Adige, si dice innocente Roma, 8 agosto. Il partigiano Giovanni Pircher è stato graziato. Il Presidente della Repubblica Giovanni Leone ha deciso di accogliere la domanda di grazia e di restituire la libertà a Pircher, da 9 anni rinchiuso nel carcere di Fossano per aver ucciso nel '45, alla fine della guerra partigiana un ufficiale tedesco, il capitano Helm. Pircher ha sempre sostenuto di essere innocente e che, in quei giorni d'aprile, si trova- i va ammalato, ospitato presso una certa famiglia Kofler. La Corte d'Appello di Trento che nel febbraio del '54 lo condannò a 30 anni di reclusione non interrogò mai i membri di questa famiglia. Ecco la storia di Pircher. Giovanni nasce a Lasa in Val Venosta il 2 febbraio del 1924,1 ultimo di cinque fratelli. Nel I '39 Mussolini e Hitler si accordano perché la popolazione altoatesina possa scegliere tra la nazionalità italiana e quella tedesca. Giovanni all'epoca ha 15 anni e per lui, il padre sceglie la Germania. A 19 anni il giovane Pircher parte soldato e va a combattere sul fronte di Leningrado e rimane ferito. Ricoverato nell'ospedale militare di Lissen Mulheim, fugge e si rifugia in Svizzera dove è internato. Poi si trasferisce nel Meranese e si unisce a un gruppo di partigiani in contatto con i servizi alleati. Nel '49 Pircher finisce in prigione con una ventina di ex partigiani e passano tre anni prima che venga celebrato il processo dinanzi alla corte d'assise di Bolzano. Durante il dibattimento ad accusare i partigiani, sfilano le parti lese appartenenti alla Sod (Servizio di sicurezza tedesco), ma il processo si conclude con una assoluzione generale per insufficienza di prove. Due anni dopo, in seconda istanza (alla quale Pircher è ricorso per ottenere l'assoluzione completa) dinanzi alla corte d'appello di Trento, l'ex partigiano viene condannato a trenta anni di prigione. Pircher non era presente in aula al momento della sentenza perché al tempo lavorava ad una teleferica in Val Venosta e nessuno l'aveva cercato per notificargli la citazione. Con la sentenza, la corte trentina negò a Pircher i benefici dell'amnistia poiché lo considerò un disertore valendosi del fatto che nel '39 il padre, in vece sua, aveva optato per la nazionalità tedesca. Nei nove anni che ha passato in prigione l'ex partigiano ha protestato la sua innocenza («Non ho ucciso né l'ufficiale medico Helm, né il capitano della Sod Schwarz» ha sempre ripetuto) e ha più volte tentato, inutilmente, di ottenere dalla Cassazione la revisione del processo. Per la sua liberazione, quest'anno, in occasione del trentennale della Resistenza, si era creato un movimento democratico di opinione pubblica che ha sottolineato in sede giudiziaria e politica i meriti partigiani di Pircher e la sua estraneità ai delitti per i quali è stato condannato. s. m. i 1 I Giovanni Pircher

Persone citate: Giovanni Leone, Giovanni Pircher, Helm, Hitler, Kofler, Meranese, Mussolini, Schwarz

Luoghi citati: Bolzano, Fossano, Germania, Leningrado, Roma, Svizzera, Trento