Portogallo: frattura tra i militari Soares vuole mobilitare il popolo di Sandro Viola

Portogallo: frattura tra i militari Soares vuole mobilitare il popolo Portogallo: frattura tra i militari Soares vuole mobilitare il popolo (Dal nostro inviato speciale) Lisbona, 8 agosto. Dall'inizio della crisi, la cri| si più grave e convulsa del Portogallo postfascista, il generale Vasco Goncalves ha formato il suo terzo governo. Nove ministri civili nei dicasteri tecnici ed economici, sei ufficiali in posti di responsabilità politica e militare (tra i quali gli Interni, la Difesa, il Lavoro, l'Informazione), e due viceprimi ministri: l'universitario professor Teixeita Ribeiro e il tenente colonnello Armao Metelo. Nessun comunista figura nell'elenco dei nuovi ministri. Tuttavia, dopo i rifiuti di alcuni rappresentanti del ps di Soares e degli intellettuali del Mes (Movimento della sinistra socialista) di entrare nel governo, il reclutamento di Goncalves si è svolto in ur. terreno grigio, piuttosto ristretto, dei simpatizzanti notori del pcp. Il dottor Rocha e Cunha, per esempio, nuovo ministro della Giustizia, è conosciuto soltanto perché nell'ultimo congresso dell'ordine degli avvocati aveva proposto «viaggi dì studio nell'Europa dell'Est, al fine di approfondire la conoscenza del diritto nelle società comuniste». Ma il fatto più rilevante e nuovo, oggi, non è la formazione di un governo che ha chiaramente funzione di «ponte», nato soprattutto per fare da tampone all'impres sionante vuoto di potere che esiste nel quadro portoghe se, e che lo stesso Costa Go mes — stamane, al momento di insediarlo — ha defini to «transitorio, di passaggio: Un altro evento sovrasta in I fatti la temporanea afferma- zione di Vasco Conqalves: e cioè la rottura aperta nel Movimento militare, la comparsa di veri e propri segni di «pronunciamento». E' vero che si assisteva da un paio di mesi a una notevole turbolenza nelle strutture dell'Mfa: ma questa volta sono state giocate carte decisive. Ieri sera, forse nel tentativo di bloccare all'ultimo minuto il varo del governo Goncalves, il gruppo degli ufficiali «moderati» ha infatti reso pubblico un documento politico che rappresenta in modo anche formale la frattura della coalizione militare in tronconi dichiaratamente ostili uno all'altro. Redatto dall'in-tellettuale e leader della cor- rente, il maggiore ErnestoMelo Antunes, il documento ha la forma di una lettera al presidente della Repubblica Costa Gomes, è firmato da nove membri del Consiglio della Rivoluzione (tra cui i comandanti delle legioni militari del Centro e del Sud), e ha già le adesioni di molti ufficiali con funzioni di comando nelle maggiori unità del Paese. Per i «non radicali» (come si autodefiniscono Melo Antunes e i suoi compagni), l'analisi della situazione portoghese è lineare. La rottura tra masse e Movimento militare è pressoché completa, il gruppo di Goncalves e il partito comunista godono di un ap- poggio popolare soltanto «in una parte del proletariato «Lisbona e in una parte ^bracciantato agricolo dell'Alentejo», la paralisi politicoamministrativa è totale. La corrente più comunista dell'Mfa ha lanciato il Paese in un'avventura, e agisce sulle spinte d'una concezione grossolana e invecchiata della teoria leninista dell'avanguardia rivoluzionaria. La sola strada per uscire dal caos è quindi «la formazione di un ampio e solido blocco sociale» con il quale portare avanti un progetto di «trasformazione al socialismo con ritmi adeguati alla realtà portoghese, gradualmente, sema convulsioni, in modo pacifico». Ma per far questo, aggiungono Melo Antunes e i suoi, bisogna partire da una chiarificazione all'interno dell'Mfa. E' necessario cioè ristabilire la gerarchia e la disciplina 1 nelle forze armate, abolire la \ costellazione dei centri di pol'ere (assemblea, consiglio ; della rivoluzione, triunvirato, ! Cop-Con, quinta divisione) ! consentire al governo di eser citare l'autorità indispensabile, e insomma risolvere la questione principale: chi comanda, e in nome di chi. La risposta del vertice militare (il triunvirato Costa Gomes - Gonqalves - De Carvalho) al documento dei moderati, è stata stamane durissima. I tre consoli di Lisbona hanno condannato «fermamente un atteggiamento che dev'essere considerato divisionista, perturbatore del processo politico in corso... e che favorisce la scalata reazionaria nel Paese». Il Cop-Con (il comando operativo del continente) definisce la lettera, a nome del suo comandante De |SJ^S «un documento perj„tóosOJ)/E „ ministro Informazioni Jesuino va an- che oltre: «Si tratta d'un pronunciamento che esige un contropronunciamento». Cesi —■ caso piuttosto raro — lo spirito di corpo, il cumulo degli interessi reciproci, la retorica della «missione da compiere» (elementi che tendono a rendere compatto un gruppo militare che ha arrischiato la presa del potere), non sono bastati ad evitare la rottura nella classe degli ufficiali portoghesi. Il movimento dei capitani, come si chiamò all'inizio, l'Mfa (come si chiamava dal maggio del '74), «il motore del processo rivoluzionario portoghese », sta volando in pezzi. E questo, sullo sfondo d'un Paese agitato dalla sommossa anticomunista nel Nord, privo di governo reale da almeno quattro-cinque mesi, con una situazione economica non lontana dal tracollo, una massa enorme di pied-noir, che giungono dall'Angola ad ingrossare l'ondata della protesta e del caos, e un pericolo concreto di secessione nelle Azzorre. In un'altra lettera, diretta anche questa all'enigmatico presidente Costa Gomes (che oggi, subito dopo aver con! dannato il documento di Melo Antunes, prometteva, insediando il governo, un «socialisino pluralista nella libertà»), Mario Soares parla di «Portogallo sull'orlo dell'abisso». «Come ha potuto V. E.», scrive il segretario del Psp, «sanzionare la nascita di un gover¬ no privo di credibilità e che rappresenta al massimo il 18 per cento dell'elettorato portoghese? Un governo se non di comunisti, di criptocomunisti?». Né Soares si limita a criticare il governo Goncalves. In pratica, egli offre a Costa Gomes le forze per rovesciare il corso degli eventi: se il presidente della Repubblica non ha «il potere militare» per opporsi a quel che accade, «lo dica francamente: e la stragrande maggioranza del popolo scenderà per le strade a imporre un vero governo di salute nazionale». Le parole forse più imprudenti, certo le più gravi, mai pronunciate dal leader socialista. In questa atmosfera, qualsiasi tentativo di interpretazione degli avvenimenti secondo temi sperimentati, qualunque previsione, sarebbero azzardati. Al centro di tutto, è chiaro, c'è la posizione di De Carvalho coi suoi reggimenti. I disordini continuano: a Bombarral (piccolo centro ad una cinquantina di chilometri a nord di Lisbona) la truppa ha bloccato i punti nevralgici dell'abitato, perché si teme che stasera vi si producano gravi incidenti; a Braga si svolgerà domenica una di quelle «marce» clericali che hanno segnato l'inizio, tre settimane fa, delle violenze anticomuniste; a Braganza i muri seno pieni di scritte contro l'Mfa e «i comunisti senza Dio». E nulla fa pensare per ora che il quadro possa normalizzarsi, anzi. Sandro Viola

Luoghi citati: Angola, Bombarral, Europa Dell'est, Lisbona, Portogallo