Battaglili domina Moser e Gimondi (che si sfoga a pugni con un tifoso)

Battaglili domina Moser e Gimondi (che si sfoga a pugni con un tifoso) Nella Coppa Sabatini, "indicativa,, per i mondiali Battaglili domina Moser e Gimondi (che si sfoga a pugni con un tifoso) Ha staccato di quasi cinque minuti i due rivali conquistando la maglia azzurra - Al traguardo violento litigio di Felice con uno spettatore 'Dal nostro inviato speciale) Peccioli, 7 agosto. Due protagonisti nella Coppa Sabatini, ma in modo diametralmente opposto: Battaglln trionfa per distacco ed entra di forza nella squadra azzurra, Gimondi invece prima perde 5 minuti e poi anche le staffe, mettendo k.o. a suon di pugni uno spettatore che lo ha insultato. Martini dice: «Da un campione come Gimondi. non mi sarei aspettato un comportamento del genere. Non bisogna perdere il controllo dei nervi-. E' vero: ma dopo quasi 250 km sotto il sole a picco, sentirsi offendere e reagire con un sorriso non è facile. Gimondi è appena arrivato, attorno a lui c'è una ressa incredibile. Uno spettatore gli si avvicina, agita i pugni e grida: «Fascista, drogato!". Felice gli risponde per le rime e l'episodio si concluderebbe così, con una botta e risposta verbale, se quel tifoso — ma è giusto chiamarlo cosi? — non rincarasse la dose, facendo degli apprezzamenti piuttosto pesanti sul conto della moglie di Gimondi. A questo punto l'ex campione del mondo non ci vede più: lascia cadere la bicicletta, si avventa su quello spettatore (che effettivamente ha passato ogni limite) e lo manda a gambe all'aria a furia di pugni. I due vengono divisi, Gimondi viene trascinato via. Ha sbagliato, è chiaro, a reagire così. Ma quello pseudo-tifoso sicuramente ha sbagliato più di lui e se adesso ha un occhio pesto può lamentarsi solo con se stesso. Mentre Gimondi si esibiva in diretti al volto e al bersaglio grosso, Battaglin dalla tribunetta della televisione mandava baci a tutti. Per lui. quella di oggi, è una vittoria che vale doppio: ha conquistato la maglia azzurra, ma soprattutto ha dimostrato di essere tornato se stesso, chiudendo una lunga parentesi buia che si era iniziata sul Ciocco, in quella terribile cronoscalata in cui aveva perso la maglia rosa e la fiducia. Oggi c'erano anche Moser e Gimondi, i due «capitani» della squadra azzurra, eppure Battaglin non solo li ha battuti, ma li ha quasi umiliati. Il problema, ora, è questo: Martini ha detto che ha bisogno di corridori disposti a sacrificarsi per Gimondi e Moser, ma un Battaglin «super», come quello di oggi accetterà di fare il gregario? Battaglin ha detto: «lo non mi sento inieriore a loro, in questo momento". Ed è una frase abbastanza significativa. Dalla corsa di oggi, penultima «indicativa» per i mondiali (e valevole anche per il campionato a squadre), Martini si aspettava molto, e invece alla resa dei conti ha avuto poco: una promozione a pieni voti (quella di Battaglin), che però già alla vigilia aveva almeno 90 probabilità su cento di essere selezionato), ed una auto-bocciatura (quella di Bitossi, che è venuto a Peccioli soltanto per dire al suo commissario tecnico, con molta onestà, di non essere In grado di correre ad Yvoir). Per il resto, se si eccettua la beila prova di Fontanella un corridore che Mose." vorrebbe In squarti i, tutto è rinnsto esattamente come prima, perché gli « azzurrabili » si sono limitati a controllarsi a vicenda. E Martini è costretto a continuare a sfogliare la margherita: può darsi che sabato, dopo il Giro dell'Umbria, si limiti a comunicare dodici nomi, senza specificare quali saranno le riserve. - Chi vuole la maglia azzurra si faccia avanti • — aveva detto. Ma se restano indietro tutti insieme, lui che colpa ne ha? Per oltre 200 km, a parte un allungo di Moser subito rintuz¬ zato da Paolini e qualche breve scatto di mezze figure, la Coppa Sabatini è stata soltanto un massacrante trasferimento a quasi 40 orari sotto il sole a picco. A 35 km dal traguardo, grazie alla spinta di Moser, si forma però in testa un gruppetto di 11 corridori, tra cui Gimondi e Basso. A questo punto Battaglin, stuzzicato, si sveglia all'improvviso e comincia la sua corsa-capolavoro: in salita raggiunge, con pochi colpi rabbiosi di pedale, il gruppo di testa; poi. in contropiede, riparte da solo. Moser e Gimondi, come previsto, si marcano a vicenda e non si muovono. Per loro, abituati a fruttuose « kermesses » all'estero intorno ai 100 km., la partita è già persa. Battaglin si volta, vede che lo inseguono Vercelli e Pella, si accorge che con loro c'è anche il suo compagno di squadra Gavazzi. Li attende, i quattro procedono insieme, mentre dal gruppo di Gimondi e Moser — che perde terreno continuamente — esce Fontanelli. A 800 metri dall'arrivo, in salita, Battaglin scatta. Vercelli cerca di resistergli ma proprio non ci riesce. E' Battaglin. oggi, il più forte di tutti. Maurizio Caravella Ordine di arrivo: I. Battaglin (Jolljceramica) km 246 in 6 ore 02', media 40,773 orari: 2. Vercelli (Scic) a 17": 3. Gavazzi (Jolljceramica) s. t.: 4. Pella a 22": 5. Fontanelli a 4'47": 6. Moser a 4'50"; 7. Paolini; 8. Zanoni; 9. Gimondi; 10. Borgognoni: 11. Santambrogio; 12. Basso: 13. Passuello; 14. Antonini: 15. Calvi; 16. Di Lorenzo; 17. Zilioli: 18. Parecchini; 19. Fabbri; 20. Spinelli tutti col tempo di Moser. Campionato italiano a squadre (dopo 2 prove): 1. Jolljceramica punti 56; 2. Scic 54; 3. Filotex 41: 4. Bianchi-Campagnolo 38

Luoghi citati: Peccioli, Pella, Umbria, Vercelli, Yvoir