In Argentina la crisi peggiora Periodo di riposo per lsabelita di Livio Zanotti

In Argentina la crisi peggiora Periodo di riposo per lsabelita Il ritmo dell'inflazione non accenna a diminuire In Argentina la crisi peggiora Periodo di riposo per lsabelita (Dal nostro corrispondente) Buenos Aires, 1 agosto. La Presidentessa argentina prenderà un periodo di riposo, senza però affidare gli affari di Stato ad un vicario. E' quanto ha appena affermato il ministro dell'Interno, Antonio Benitez, di fronte all'assemblea dei deputati. «Il capo dello Stato sta molto bene, lavora bene e non è strumentalizzato da nessuno », ha dichiarato il ministro del Lavoro, Cecilio Conditti. Nulla di nuovo, dunque, nel governo. Il gabinetto si è riunito ieri presieduto dalla signora Perón e stamane, senza di lei. Ha esaminato, e scongiurato uno sciopero dei trasporti già proclamato, problemi contingenti. E' allo studio un nuovo piano economico, tanto più di emergenza quanto maggiore il trascorrere del tempo rende la crisi. Nondimeno, le vicende governative sembrano cedere il passo a quelle del partito giustizialista al centro della scena politica. «Prima il Paese, poi il mo- vimento, infine noi uomini», diceva il generale Perón, in uno degli slogan che più frequentemente nutrono il lessico politico argentino. La realtà odierna tende a rovesciare i termini. Il movimento sale al primo posto. Il suo prossimo congresso, fissato per il giorno 15 di questo mese, si è convertito in un ulteriore motivo di attesa. La lotta interna tra le diverse frazioni ne ha fatto un naturale obiettivo. Dovrà essere un congresso aperto a tutte le tendenze, garantito da una verifica democratica delle rispettive forze che rappresentano e da una amnistia totale capace di richiamare quanti ne sono stati allontanati: questa è la proposta di un vasto settore giustizialista, che conterebbe sull'appoggio del governatore della provincia di Buenos Aires, l'ex dirigente metallurgico Victorio Calabro, di sindacati poderosi come quello degli elettrici e dei chimici, della maggioranza dei senatori e dei deputati peronisti. In questa orbita potrebbe essere attratto lo stesso ex presidente Hector Campora, tuttora esule in Messico. E alla linea sostanzialmente centrista e conciliatrice espressa da un simile raggruppamento forse non negherebbero il proprio appoggio le stesse forze armate. Vi si oppone però, adesso è chiaro, il segretario dei metallurgici e delle «62 organizzazioni» sindacali peroniste, Lorenzo Miguel. Dopo essere stato alla testa dell'offensiva che ha costretto prima alle dimissioni e poi all'esilio José Lopez Rega, Miguel ha imposto d'improvviso una virata di centottanta gradi alla propria tattica. Adesso afferma l'obbligo della «verticalità», il precetto più celebrato e più disatteso della disciplina giustizialista, per proclamare la fedeltà totale ad Isabel Perón. Come era prevedibile, il fronte anti-lopezreguista ha finito per frazionarsi, vittima delle congenite contraddizioni interne. Nella logica della relatività Isabelita ne risulta rafforzata. Ma rimane confu¬ so il progetto politico ed economico. Le possibili vie d'uscita della terribile crisi economica esigono o un consenso di massa o un potere autoritario. L'ibrido corporativismo che parrebbe ispirare l'azione di Lorenzo Miguel non è in grado di garantire né l'uno né l'altro, troppo debole per sostenere il primo e tuttavia portatore di un rivendicazionalismo che non potrebbe convivere cosi com'è con uno Stato forte. Nel breve periodo, l'empirismo riformista di Calabro e compagni trova forse maggiori possibilità di manovra proprio nella sua mancanza di definizioni. Livio Zanotti

Persone citate: Antonio Benitez, Calabro, Cecilio Conditti, Hector Campora, Isabel Perón, José Lopez, Lorenzo Miguel, Rega

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Messico