Ecco la guerriglia del Midi francese di Alfredo Venturi

Ecco la guerriglia del Midi francese I viticoltori nelle strade Ecco la guerriglia del Midi francese (Nostro servizio particolare) Parigi, 1 agosto. A far le spese della «guerra del vino» i viticoltori della Francia meridionale non vogliono essere soli: sarà per questo che hanno voluto coinvolgere i turisti che a decine di migliaia, in questi giorni di vertiginose «punte» nei Iranici stradali e ferroviari, si riversano sulle vie che portano in Spagna. Tutti coloro che, partendo dalla Francia settentrionale e orientalc, dal Belgio. dall'Olanda, dalla Germania, dalla Svizzera, vogliono raggiungere le spiagge spagnole, devono fare i conti, dopo Avignone, con l'autostrada A-9, o con la nazionale 115, che attraverso Nimes, Montpellier. Bézicrs, Narbonne e Pcrpignan. portano al confine. Fare i conti con questi assi stradali, cui si deve aggiungere la parallela linea ferroviaria, significa ormai entrare nel vivo di un annoso problema, quello, appunto, dei viticoltori meridionali, alle prese con la loro produzione sovrabbondante e non sempre di eccelsa qualità, e per giunta piuttosto cara, tanto che il grande commercio francese preferisce rivolgersi ai vini italiani, più «robusti» e più a buon mercato, soprattutto in questo periodo di slittamento della lira rispetto al franco. Danneggiati obiettivamente da questa situazione di mercato, esasperati dalle promesse di cui il governo di Parigi è prodigo, ma che poi lo spirito c la prassi del Mercato Comune non gli consentono di mantenere, i viticoltori del Midi sono in agitazione ormai da mesi. Adesso guardano al 9 settembre, quando ancora una volta Bruxelles si occuperà di loro, ma ormai i grappoli della nuova annata stanno maturando al sole cocente di questa stagione, la produzione si annuncia ancora una volta massiccia, e le prospettive sono nere. Ecco perché ieri questi combattivi agricoltori occitani sono scesi di nuovo in campo, incrociando i loro de¬ stini con quelli dei turisti diretti in Spagna. L'autostrada e la nazionale sono state interrotte da sbarramenti di manifestanti e da pneumatici in fiamme, la ferrovia è stala bloccata da una bomba che ha distrutto un pilone. Per gli automobilisti che, usciti dagli assi principali, hanno cercato di proseguire il viaggio sulle strade secondarie, i viticoltori avevano preparato un labirinto rompicapo, spostando le frecce segnaletiche, cancellando i nomi delle località. Si parla di turisti stranieri che hanno girato in tondo per ore e ore, intontiti da un caldo crudele, per poi finire in viottoli senza uscita dove alcuni hanno piantato le tende, rassegnati ad aspettare l'alba accanto ai vigneti della discordia. Era l'« operazione villaggi perduti », che uno dei promotori della manifestazione ha amaramente spiegato con queste parole: « Abbiamo cancellato le indicazioni stradali perché il Midi non fa più parte della Francia, né dell'Europa ». Altri turisti in marcia verso la Spagna, più fortunati, si sono imbattuti in una versione più allegra della «guerra dei vini»: si sono visti offrire una bottiglia in omaggio da bere alla salute dei manifestanti, e un cartone di altre cinque al vii prezzo di un franco alla bottiglia. Non ci sono stati gravi disordini: soltanto qualche tamponamento a catena dovuto a troppo brusche interruzioni stradali, un paio di automobilisti feriti dal lancio di pietre da un cavalcavia, dopo che avevano cercato di aggirare un'ostruzione, un paio di fotografi di stampa malmenati da energumeni che evidentemente prendevano per indebita intrusione una curiosità professionale che, in fondo, era al loro servizio. La polizia, presente in forze nei punti nevralgici delle manifestazioni, ha saputo frenare la sua inveterata propensione alla carica: una certa moderazione è stata registrata da entrambe le parti. Alfredo Venturi