Sei consiglieri del pri propongono "alleanze diversificate" nelle giunte

Sei consiglieri del pri propongono "alleanze diversificate" nelle giunte Sei consiglieri del pri propongono "alleanze diversificate" nelle giunte "Ipotesi di lavoro" di esponenti della sinistra eletti in Lombardia e Piemonte - "Stabilire caso per caso la posizione del partito negli enti locali" Un gruppo di esponenti della sinistra repubblicana ha diffuso un documento definito «Ipotesi di lavoro», intorno al quale si propone di raccogliere adesioni all'interno de! pri in previsione di un convegno nazionale da tenersi in autunno. Hanno firmato la proposta il capogruppo repubblicano alla Regione LomDardia, Vittorio Olcese; il consigliere comunale di Milano Aldo Maria Maggio; 11 capogruppo pri al comune di Torino Enzo Biffi Gentili; il consigliere comunale torinese Andrea Francone; il capogruppo repubblicano ad Alpignano, Fortunato Mazza; l'assessore di Collegno, Dante diselli, entrato a far parte della maggioranza socialcomlnista. I sei premettono che è loro intenzione «indicare una prospettiva di azione, per riaffermare la collocazione del pri fra le forze della sinistra, la sua presenza senza pregiudiziali nei processi di confronto e di consultazione fra le forze politiche, economiche e sociali del Paese, le sue possibilità di convergenza, sui contenuti, in occasione della riapertura del problema della formazione delle giunte locali». II documento si inizia con un'analisi del voto del 15 giugno «che\ ha confermato con il massiccio | spostamento a sinistra, un cambiamento in corso da alcuni anni». Preparato dal mutamento avvenuto nella società, lo spostamento a sinistra, secondo il gruppo dei sei, ha avuto soprattutto due cause: il profondo disagio indotto dalla crisi economica e dalla trasformazione sociale, non governata e in fase di crescente accelerazione; il rifiuto del "malgoverno" della de. In questo quadro «una parte crescente di elettorato ha espresso fiducia a quei partiti che sembrano aver mantenuto una coerente collocazione politica rispetto ai reali bisogni del Paese». Al tempo stesso «attorno alla de si sono coagulati tutti i settori legati al mantenimento del sistema di potere in atto: i ceti parassitari e in genere la parte più arretrata della società». Da tale situazione complessa è consentito — prosegue — il documento — «lo svuotamento del pli, attestato su posizioni di chiusa conservazione e del psdi carente di guida e di indirizzo dopo l'abbandono di ogni vocazione riformatrice». Il partito repubblicano, invece, «ha consolidato la sua presenza per aver condotto una incessante analisi critica delle condizioni del Paese anche attraverso aperti confronti con le altre forze polìtiche e con quelle sindacali e imprenditoriali». Al di là dei dati numerici la sconfitta democristiana assume le proporzioni di una «crisi di regime, che agevola le funzioni mediatone del psi e spinge il pei ad accelerare l'assunzione di responsabilità negli enti locali al posto del partito di maggioranza relativa». In questa nuova realtà «si impone ai repubblicani — diamogli esponenti della sinistra del partito — un ripensamento del proprio ruolo; essi si caratterizzano oggi come i principali eredi della tradizione laica e riformatrice non marxista». Spetta al pri «promuovere battaglie di libertà e di emancipazione, e porsi, quanto alle istanze riformatrici, come punto di riferimento della parte più avanzata dei ceti emergenti produttivi, tecnici e professionali e della cultura laica ». Compiti nuovi attendono il partito. In particolare «si rende necessaria negli enti locali la creazione di alleanze politiche diversificate, a seconda di una valutazione di rispondenza che non può discendere né dai dati numerici né da formule precostituite e generalizzate». I repubblicani «devono mobilitarsi a tutti i livelli, istituzionali, sociali, partecipativi».

Persone citate: Aldo Maria Maggio, Andrea Francone, Enzo Biffi Gentili, Fortunato Mazza, Milano Aldo, Vittorio Olcese

Luoghi citati: Alpignano, Collegno, Lombardia, Piemonte, Torino