Monito di Ceausescu di Paolo Garimberti

Monito di Ceausescu Monito di Ceausescu (Dal nostro inviato speciale) Helsinki, 1 agosto. La Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa s'è conclusa oggi, alle 17,30, con la stessa solenne semplicità, con la quale s'era iniziata due giorni fa. In meno di venti minuti, i capi delle trentacinque delegazioni hanno firmato VuAtto finale» della Conferenza, un documento rilegato in pelle verde, che elenca dieci «princìpi che reggono le relazioni» tra 33 Stati europei, gli Stati Uniti e il Canada, e una serie di misure (non vincolanti e non aventi forza legale, è bene sottolinearlo ancora una volta) destinate a rafforzare la «fiducia reciproca», a facilitare la cooperazione economica, a liberalizzare i contatti di uomini e d'idee, ad incrementare lo scambio e la diffusione d'informazioni. Per la cerimonia della firma l'auditorium bianco e azzurro della Finlandia Hall era stato rapidamente trasformato. I tre banchi della presidenza erano stati sostituiti da un unico, lughissimo tavolo, al quale i trentacinque capidelegazione avevano preso posto secondo l'ordine alfabetico francese. Lo scenario era eccezionale, alcuni accostamenti davano la misura di quanto è cambiata, negli ultimi anni, la situazione politica in Europa. Il cancelliere federale Helmut Schmidt sedeva accanto al leader dell'altra Germania, Herick Honecker, il quale a sua volta scambiava sorrisi e battute, con l'aiuto di un interprete, con il presidente americano Gerald Ford. All'opposta estremità del tavolo, monsignor Casaroli, rappresentante della Santa Sede e architetto dell'Ostpolitik del Vaticano, era vicino a due dirigenti comunisti — il bulgaro Todor Zhivkov e il sovietico Leonid Breznev — e al presidente jugoslavo Tito. «Se drizzi le orecchie — commentava ironicamente un diplomatico americano, che osservava con noi lo spettacolo — puoi sentire il muro di Berlino che scricchiola». « Oggi — ha detto il presidente finlandese Kekkonen nel brevissimo discorso conclusivo — le nostre nazioni possono finalmente voltare le spalle al passato ». Ma, ha ammonito, « la pace è fragile e la situazione in Europa resta complessa, la strada della pace è lunga e non conosce scorciatoie ». Comunque, l'i atto finale » della conferenza « rappresenta un tentativo serio di gettare le fondamenta sulle quali edificare un mondo migliore ». « Conosci i tuoi limiti e dai agli altri quello che è loro dovuto », ha concluso Kekkonen, citando un vecchio provergio finlandese per sintetizzare lo spirito della conferenza e del documento che ne elenca i frutti. Ma l'ottimismo, ancorché moderato del presidente finlandese, non è condiviso da tutti gli osservatori, Il presidente del Consiglio italiano Aldo Moro (che, essendo l'Italia presidente di turno, ha firmato anche a nome della Comunità europea, sottolineando così, tra l'irritazione dei sovietici, che i Paolo Garimberti (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Aldo Moro, Casaroli, Ceausescu, Gerald Ford, Helmut Schmidt, Herick Honecker, Leonid Breznev, Todor Zhivkov

Luoghi citati: Berlino, Canada, Europa, Finlandia, Germania, Helsinki, Italia, Stati Uniti