Diario d'una supplente di Ferdinando Albertazzi

Diario d'una supplente Diario d'una supplente Troppo spesso è un'educatrice mancata, una controfigura della scuola Albino Bernardini: « La supplente », ed. La Nuova Italia, pag. 148, lire 1600. Non mancano di certo i presupposti per avvicinare almeno con curiosità l'ultima opera di Albino Bernardini. L'autore, infatti, oltre a firmare due limpide esemplificazioni di azione alternativa nella scuola elementare quali Le bacchette di Luta e La scuola nemica, ha scritto Un anno a Pietralata, reso popolare dalla televisione che l'ha trasformato nel Diario di un maestro. Il senso e la portata del lavoro di un educatore determinato e lucido nel mutare una società passiva » — quale è solitamente una classe elementare — in una comunità capace di manifestarsi e di cominciare a porre in essere la vita, sono entrati in tutte le case. Maestro per vocazione, Bernardini prova una naturale repulsione per quanto viene imposto ignorando le necessità di chi fruisce, in questo modo, di un disservizio istituzionalizzato. Gianni Rodari, che sigla l'affettuosa presentazione, conferma: « II maestro di Pietralata continua la sua battaglia. La parola "battaglia" non dovrebbe cadere qui come una generica etichetta. E' quella che meglio si addice all'autore, che meglio... aderisce al ruolo che egli si è scelto: il ruolo di un militante della scuola ». Ne La supplente, Bernardini scandaglia una sorta di controfigura della scuola, costretta a riempire una parentesi senza riuscire solitamente a configurarsi come educatrice. Qui, invece, la supplente rimane in servizio quasi un intero anno scolastico; seguendo i criteri ispiratori della sua formazione, riesce protagonista di una didattica che prescinde del tutto da un effettivo impegno umano. I bambini, in nessun caso chiamati a una stimolante partecipazione, si trovano perciò piuttosto imbarazzati quando il maestro rientra e li invita a organizzare la classe insieme a lui. Anzi: accolgono le sue parole con sospetto, te- j imendo le conseguenze di una ! proposta illimitatamente lontana dall'abituale rapporto con la supplente. A poco a poco, tuttavia, i bambini sentono che la scuola può davvero risultare una occasione irripetibile per imparare ad ascoltare, ad ascoltarsi e a cimentarsi non in competizioni evanescenti ma in un'azione anche collettiva, mirante a inaugurare una for- mazione civile non aleatoria né episodica. Chi viene a contatto con i piccoli alunni del maestro Bernardini — dal sindaco alle autorità scolastiche, ai giornalisti e alla supplente stessa, convocata per un « confronto » costruttivo —, rimane affascinato dalle invenzioni, dall'abilità critica e dalla naturalezza con cui espongono desideri che, principiando dalle loro esigenze, finiscono per concernere anche le necessità dell'ambiente familiare e sociale. Bernardini-, dunque, ha il merito inconsueto di appassionare alla vita attraverso la scuola. Eppure La supplente, pur scritto con pregevole dedizione, appare piuttosto fragile, più descrittivo che operativo. La sua « carica », in altri termini, non coinvolge il lettore che rimane esterno all'opera e, pur intuendone la vitalità del significato, non ne rimane affatto « contagiato ». Il lavoro di Albino Bernardini, raccomandabile nella pratica quotidiana, emerge da queste pagine come stemperato: somiglia a un evento seducente che, raccontato, vivacchia di sfumature ormai stinte e suscita soltanto una curiosità allentata dal disappunto. Ferdinando Albertazzi

Persone citate: Albino Bernardini, Bernardini, Gianni Rodari

Luoghi citati: Italia, Pietralata