Manzoni studia l'italiano

Manzoni studia l'italiano Manzoni studia l'italiano La questióne della lingua nel trattato suggestivo, scritto con garbata polemica e acuta ironia Alessandro Manzoni: «Della lingua italiana», a cura di Luigi Poma e Angelo Stella, Ed. Mondadori, pag. 1028, lire 10.000. Nel primo tomo del volume quinto delle opere di Alessandro Manzoni, edite nei « Classici Mondadori », sono raccolti, a cura di Luigi Poma e di Angelo Stella, degli scritti linguistici, le cinque redazioni del trattato Della lingua italiana, a cui il Manzoni lavorò per circa un trentennio, a partire dal 1830, senza portarlo a conclusione. Sarà il caso di dire subito che — nonostante l'incomple-1 tezza del trattato e una cer-1 ta difficoltà di orientamento fra le varie redazioni dell'opera e fra gli « scarti », gli appunti, i frammenti che sono aggiunti dai curatori, con mirabile lavoro filologico di ordinamento, lettura e trascrizione dei materiali contenuti nelle carte manzoniane i i i \ I | j 1 1 ! e riferibili al trattato — si tratta di un'opera davvero fondamentale per la comprensione e l'esatta impostazione dell'annosa (in Italia) questione della lingua, e, anche, una lettura viva, suggestiva, mai arida e greve per ! le grandi capacità di polemista che ha il Manzoni, e anche per l'ironia acutissima con cui accompagna i suoi argomenti e i suoi temi. Il problema centrale del Manzoni è l'inesistenza di una lingua italiana unitaria, comprensibile a tutti gli Italiani Esistono infinite varietà regionali e dialettali, non \ i esiste ima lingua comune: ' espressioni e modi usati in Lombardia non sono recepiti in Sicilia o a Napoli, e viceversa. Proprio perché non esiste una lingua comune, cai pace di servire per tutti gli i usi, popolari o dotti, di tutte \ le classi, di tutte le profesI sioni, di tutte le attività, il | parlante italiano è costretto j a ricorrere al proprio dialetto, dove trova per lo più le forme e i modi che gli servono: ma, in questo modo, diventa incomprensibile agli altri parlanti che appartengono a diverse aree dialet tali. La lingua davvero comune e comprensibile a tutti gli Italiani è una specie di aborto di lingua, incompleta, povera, insufficiente a comunicare veramente. Il Manzoni, infatti, pone l'accento sulla funzione comunicativa della lingua, cioè sulla lingua come istituto sociale, come lingua parlata. In questa prospettiva fa giustizia di ogni purismo e anche di ogni privilegio del fatto letterario e di alta cultura. Non importa ! niella che la lingua italiana j sia, come è stato detto un'in finità di volte durante le di j scussioni linguistiche che si : sono succedute nei secoli (e ' 1 che, osserva il Manzoni, non | sono affatto oziose, in quan to sono giustificate dalla necessità di reperire una lingua 1 comune che non c'è), dolce, bella, piena di grazia e di eleganza: non si tratta di elencare pregi di carattere estetico, che con la lingua I I non c'entrano per nulla, ma , di avere una lingua davvero adatta alla comunicazione. | Il Manzoni fa giustizia di ogni considerazione estetica della lingua e. al tempo stes- \ so, separa decisamente lingua I ed espressione letteraria. Ciò ! che conta è la comunicazione fra i parlanti, non la pagina letteraria: se si guardasse soltanto a questa, l'italiano potrebbe benissimo essere considerato una lingua morta non meno del latino. L'esistenza di una grande letteratura italiana non è affatto to meno che sia utilizzata per l'invenzione letteraria la dimostrazione che esista ] una lingua italiana capace di servire per ogni cosa e a tut- i ti. Ciò che fa esistere una lingua è il fatto che sia parlata, non che sia scritta: tan- ' Allo stesso modo non c'è affatto da commuoversi per la maggiore espressività e ; forza dei termini e dei modi • dei vari dialetti: è cosa ve- ' ra, ma si tratta ancora una '■ volta di un'indicazione di ca-1 rattere estetico, che svia dal ! fatto che le forme dialettali : ' sono estremamente limitate nello spazio quanto a diffusione, e non servono, quindi, alla reale funzione comunicativa fra tutti gli Italiani. L'espressività, la spontaneità, la naturalezza, allo stesso modo della bellezza, non sono caratteri che competano a una lingua davvero comune: ciò che importa è che essa arrivi a tutti, e per tutte le esigenze della comunicazione. Il Manzoni ha davanti, come perfetto esempio di lingua unitaria, il francese, che, infatti, cita molto spesso in opposizione all'italiano. Proprio per questo, egli ha l'enorme merito di riportare la questione della lingua in termini squisitamente sociologici e sincronici, abbandonando ogni considerazione sviante di carattere storico (il ritorI no alle origini trecentesche, ad esempio) o letterario. Se si pensa a quanto, ancora oggi, le forme più o meno velate di purismo o di estetismo abbiano forza nelle diI scussioni sulla lingua italia, na, si può facilmente com prendere quanto avanzate e | significative siano le idee manzoniane; e lo stesso si può ben dire di quanto il \ Manzoni sostiene a proposito I dei dialetti, la cui espressi ! vita non significa nulla in re¬ lozione con la necessità di farsi capire da tutti, a tutti i livelli sociali e professionali, e, in ogni caso, è inversamente proporzionale alla comprensibilità generale. Il Manzoni può cosi impostare correttamente il problema dell'insegnamento scola¬ ] stico dell'italiano: impossibi- i ' le o precario finché l'italiano non esiste come lingua unitaria, ma assolutamente necessario se può essere indirizzato, appunto, alla lingua comune (con buona pace di tutti coloro che ancor oggi vanno in solluchero di fron- te alle particolarità delle pro ; nunce o dei modi regionali, • e li vorrebbero non solo ri ' spettati nella scuola, ma au '■ che coltivati, là dove, parlan1 do, il problema è di farsi ! capire e di capire, non di : estetiche ed estatiche ammi- ' razioni del caratteristico, del singolare, dello spontaneo). Il Manzoni, insomma, rompe decisamente con la tradizione retorica e letteraria italiana nel giudizio della lingua. Il fatto che il trattato Della lingua italiana sia rimasto incompiuto non toglie che esso sia molto più avanzato e degno di meditazione presso che di tutto quello che, nei piv che cent'anni successivi, è stato scritto e sostenuto sidl'argomento. G. Bàrberi Squarotti ! \ ' | ! I IAlessandro Manzoni

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Napoli, Sicilia