Tuti nelle carceri di Marsiglia in settembre sarà processato di Clemente Granata

Tuti nelle carceri di Marsiglia in settembre sarà processato E' stato trasferito ieri mattina, sotto scorta di polizia Tuti nelle carceri di Marsiglia in settembre sarà processato Alla fine dell'estate il duplice assassino dovrà rispondere alla giustizia francese di furto di documenti e possesso abusivo d'armi - In Italia intanto proseguono le indagini sulle protezioni che gli furono date (Dal nostro inviato speciale) Draguignan, 31 luglio. Con una scorta di armatisimi agenti della «Compagnie épublicaine de Sécurité», su un'ambulanza guidata da una donna, con le tendine marrone abbassate, Mario Tuti ha asciato alle 8,25 di stamane 'ospedale di Draguignan, dove era stato ricoverato domenica sera dopo la sua drammatica cattura. Alle 10,15 'ambulanza è stata inghiottia dalle più fidate mura della Beaumettes», la prigione di Marsiglia dove il fascista di Empoli attenderà il processo di settembre per i reati commessi in Francia (porto abusivo di armi, furto, falsificazione e uso di documenti) e il compimento delle pratiche per l'estradizione. Giorno e ora della partenza, uogo di destinazione dovevano rimanere segreti per motivi di sicurezza. Si parlava dela prossima settimana, si facevano i nomi di Nizza, Aix, Tolone e Marsiglia. Ieri, verso mezzanotte, una prima indiscrezione: il trasferimento era questione di ore. Poco prima dell'alba ci siamo recati davanti all'ospedale, due padiglioni bianchi in cima a rue de la Liberté. Tutto tranquillo, ingresso sbarrato da una transenna, una luce accesa in portineria, sullo sfondo 'ombra di due agenti con il mitra a tracolla. Così passano tre ore senza che alcun segno esteriore dimostri che il momento della partenza è vicino. I Sembra un giorno come un altro. Arriva il lattaio, alle finestre si affaccia qualche paziente. Alle 7 la scena si anima, giungono una Citroen e una Renault con gendarmi, la vigilanza è intensificata. Gli agenti guardano con sospetto e neivosismo il gruppetto di cronisti davanti all'ingresso. Siamo avvicinati da un ufficiale. Saluta, si scusa e ci invita ad allontanarci: «Mi dispiace — mi dice — ma il direttore dell'ospedale potrebbe protestare». Gli domandiamo: «Tuti sta per partire?». Scuote il capo e allarga le braccia: «Io non ne so nulla. Stiamo facendo il normale servizio di sorveglianza». Ma alle 8 entra nel cortile l'ambulanza, una Peugeot della Compagnie du soleil, società privata di Draguignan, guidata dalla titolare, la quarantenne Arlette Greco. La macchina si piazza con la parte posteriore davanti alla scalinata del padiglione dove è ricoverato, in una camera con le persiane chiuse e assicurate da un catenaccio, l'assassino di Empoli. Trascorrono momenti di tensione mentre alcuni agenti armeggiano vicino ai radiotelefoni. Poi all'improvviso si intravede una barella, compaiono i militi della Compagnie de Sécurité con i mitra in pugno che prendono posto ac- ! canto al prigioniero, si sento-1 no ordini secchi e sbattere di i sportelli. La transenna si alza. L'ambulanza esce ed è preceduta da una Citroen e da una 1 Renault con gendarmi e seguita da una seconda Re- [ nault. Sono le 8,25. Il corteo ; imbocca rue de la Liberté affollata di passanti e intasata di auto, gli agenti si sbracciano per aprirsi un varco, azionano le sirene. C'è un nuovo ingorgo prima dell'uscita dalla cittadina causato dall'improvviso passaggio di camion militari, poi si va verso l'autostrada per Tolone e Marsiglia Cerchiamo di accodarci, ma possiamo fare soltanto tre chilometri. Le auto che accompagnano l'ambulanza ci sbarrano la strada. Si fa avanti un ufficiale della Gen- mipDcptfi darmene (lo stesso che pr - ma ci aveva allontanato dal- l'ospedale) con la pistola in !pugno. Vuole esaminare i no- j ^«SSi seguirla. Il luogo dove è diretta è ancora sconosciuto, ma l'ipotesi che sia Marsiglia prende sempre più consistenza. Lo chie- ] diamo al sostituto procurato-, re Monique Guemann, ma la donna si trincera dietro la formula delle «ragioni di sicurezza». I! giudice istruttore Belocq, che conduce le due inchieste a carico di Tuti e del commissario Vecchi dell'Antiterrorismo, è invece esplicito. Mentre un sorriso gli illumina il volto dice: «e' la "Beaumett"s", a Marsiglia». Belocq è la persona che temeva di più, e probabilmente a ragione, l'incursione di un commando fascista nell'ospedale di Draguignan per liberare o eliminare un Tuti irrimediabilmente compromesso. Ora il giudice può tirare un sospiro di sollievo. Sa che dalle 10,15 l'assassino di Empoli è ben protetto nella fortezza ovale situata alla periferia di Marsiglia e ammodernata di recente. La duplice fila di mura che la circonda, i sistemi di vigilanza la rendono irraggiungibile e inespugnabile. Cosi si chiude, almeno per il momento, il capitolo francese del geometra di Empoli, culminato nella convulsa cattura di domenica scorsa. Se ne riparlerà a settembre quando, come già ha confer- mato stamane il giudice i istruttore Belocq, Tuti com-1 parirà davanti al tribunale di ! Draguignan. Ma è chiaro che i : confini di questa storia non possono essere limitati al fur-1 to di documenti o al possesso-i abusivo di una pistola spa-1 gnola. Tali reati sono la sem- < plice appendice di una vicen- da più complessa. . Si tratta di stabilire di qua- : li appoggi l'assassino ha potu-1 to godere durante la latitanza I sulla Costa Azzurra, su quali aiuti ha potuto contare men tre si nascondeva a «Le petit Défends» Mauro Mennucci, il giovane pisano che ha per messo l'arresto del fuggitivo, è forse soltanto l'anello di una catena destinata ad allungarsi. In questo senso si muovono le indagini della polizia italiana. Esse potranno essere favorite dal rapido espletamento della procedura d'estradizione, che Tuti, per motivi opposti, cercherà invece di ostacolare il più possibile. Clemente Granata drdgdsnbb I Di Il d di Ti il dif dl Pli L S LidiI Draguignan. Il padre di Tuti con il difensore del Piglio (« La Stampa » - Liprandi)