Tra paggi e bandiere il duello col Saracino di Giorgio Calcagno

Tra paggi e bandiere il duello col Saracino Domenica la Quintana ad Ascoli Tra paggi e bandiere il duello col Saracino Gli sbandieratoli devono seguire un corso di due anni - L'abito della Dama costa circa 7 milioni - Una festa per tutta la città (Dal nostro inviato speciale) Ascoli Piceno, 31 luglio. I sestieri medievali di Ascali sono al lavoro da mesi, la sfida che si svolgerà domenica nella strada li coinvolge tutti: è in gioco non soltanto il prestigio della città, di fronte alle migliaia di turisti, italiani e stranieri; ma soprattutto il vessillo del borgo, da tenere alto contro i borghi rivali di sempre. E' la Quintana, la splendida giostra che sì tiene, da vent'anni, ogni prima domenica di agosto, ricordo e testimonianza di quella che si svolgeva nel Comune trecentesco: con frastuono di tamburi, giochi di bandiere, parate di belle dame e la lotta del cavaliere armato di un'asta ariostesca contro il « Saracino » da abbattere. Gli organizzatori della Quintana hanno trovato documenti del 1378, che parlano del loro torneo; citano gli « Annales » del Muratori, ricordano le origini romanze del nome. Ma, almeno qui, non c'è bisogno di presentare giustificativi filologici. Il « revival » gotico, altrove può ingenerare il sospetto di dubbie operazioni turistiche, con tutto l'orpello di un Medioevo da technicolor; qui si inserisce naturalmente nel paesaggio urbano e nello spirito della comunità cittadina. Ascoli è forse la città d'Italia che ha saputo salvare, meglio di ogni altra, il proprio centro storico, quasi tutto costruito fra l'XI e il XV secolo. Ed ha mantenuto inalterato l'antico spirito di sestiere. Proprio questi due elementi, che fino a ieri potevano apparire frenanti, oggi danno ad Ascoli un modello alternativo di sviluppo. La Quintana è un poco la fotografia di questa situazione. Il grande corteo di sbandieratori, gentildonne, paggetti e dignitari, non sfila in una città morta, ma semplicemente diversa: che ha saputo passare dall'artigianato all'industria, con i grandi complessi nella valle del Tronto, senza rinnegare una pietra del proprio passato. Così come i sestieri, rivitalizzati dalla Quintana, sono oggi la base naturale per i nuovi comitati di quartiere, che nascono in un gruppo sociale già formato e omogeneo. In alcuni casi, non soltanto i confini territoriali coincidono, ma i responsabili dell' animazione sono gli stessi. Non si improvvisa uno spettacolo come la Quintana se non c'è alle spalle uno spirito comunitario e una volontà di partecipazione. I giovani che aspirano al ruolo di sbandieratori devono seguire un corso di due anni, presso la speciale accademia che Ascoli ha costituito: e non sempre vengono ammessi. Oggi i 94 sbandieratori ascolani vengono ritenuti i più abili d'Europa, sono chiamati per tournées all'estero, anche in America. Ma la loro festa è qui: nelle strette vie di pietra dove lanciano i loro vessilli fino a quaranta metri di altezza, oltre gli ultimi piani delle case; li guardano svoltolarsi lassù, ripiombare con il drappo multicolore spiegato, e li riprendono al volo, con una sola mano. La gente guarda, stupefatta. Loro sorridono, divertiti. Sono molte, le cose stupefacenti, in questa sfilata: i colori, gli antichi strumenti | musicali, le armi di Porta Romana e Porta Tufilla, di S. Emidio e Porta Solestà, di Porta Maggiore e Piazzarola. Ad ogni sestiere, si rinnova la sorpresa. Gli abiti indossati da questi personaggi sono gli stessi che si possono vedere alla pinacoteca, nei quadri di Carlo Crivelli o di Pietro Alamanni. L'ambiente è ancora il loro. Quanto valgono? Difficile dare una valutazione. Dice Danilo Ciampini che dirige l'accademia degli sbandieratori e fa parte del comitato di Porta Romana: «Quando lucemmo l'abito della dama, nel 19.r>.r>. costò 780 mila lire, oggi può valere da 7 a 8 milioni ». E' in oro zecchino tessuto, con geroglifici in seta rossa e una grana di broccato bianco, completato da un'acconciatura in forma | di giglio. E' forse il più imponente, fra tutti gli ottocento costumi della sfilata: ma nessuno vuol essere da meno, i sestieri gareggiano fra loro | anche nelle scelte dei vellutii e dei damaschi. \ Chi paga? L'ente Quintana! e costituito da Comune, Pro-vincia, Camera di commercio, j Ente turismo e Azienda di ; soggiorno, e cerca di aiutare, j con equità, il lavoro dei sin- ; goli sestieri: « Noi diamo ad \ ognuno un milione e mezzo — dice il segretario dell'ente, Luigi Presciutti — ma sappiamo che. poi. spendono tutti di più ». Arrotondano la sovvenzione con i contributi personali, fin dove possono. La spesa maggiore se ne va per i cavalieri giostranti, ad Ascoli non ce ne sono più, bisogna reclutarli di fuori con il cavallo; e costano da 700 a 800 mila lire. Per gli enti pubblici, la Quintana non è un onere soltanto passivo. Lo scorso anno il bilancio fu di 24 milioni, otto dei quali recuperati con l'incasso. Gli altri sedici possono essere una spesa giustificata vista da questa città, fra le più belle d'Italia, e fra le più ignorate. Per la squadra di calcio passata in serie A si è fatto uno stadio di 42 mila posti, costato un miliardo e 200 milioni. La Quinta-1 na ha proporzioni diverse; e j rivela, tanto più nel profon- do, lo spirito di Ascoli: risei' vato e animoso, aristocratico e popolare. Giorgio Calcagno La sfilata della Quintana mizìerà nel centro storico di Ascoli domenica lì agosto alle 16. La giostra, nello stadio Squarcia, alle 18.

Persone citate: Alamanni, Ascoli, Carlo Crivelli, Danilo Ciampini, La Quintana, Luigi Presciutti, Quintana, Saracino

Luoghi citati: America, Ascoli Piceno, Europa, Italia