Kanellopulos: "Il golpe fu solo una frode ai danni del popolo"

Kanellopulos: "Il golpe fu solo una frode ai danni del popolo" Atene: continua il processo a Papadopulos e soci Kanellopulos: "Il golpe fu solo una frode ai danni del popolo" (Dal nostre inviato speciale) Atene, 30 luglio. Panaiotis Kanellopulos, il professore emerito di filosofia e sociologia che era a capo del governo greco nei tragici giorni dell'aprile 1967. allorché un pugno di ufficiali, guidati dal colonnello Papadopulos si impadronì del potere con un fulmineo colpo di Stato, ha oggi rievocato la sua versione degli avvenimenti davanti ai giudici della corte ateniese. «Re Costantino — ha detto fra l'altro il settanta-1 duenne fedelissimo della co- ' rona, in questa seconda udienza del processo agli au tori della insurrezione — è stato sorpreso anche lui dalla violenza, ha subito e avallato il colpo di Stato soltanto do po una grave pressione e per che intendeva, ad ogni costo, evitare uno spargimento di sangue. Non è stato un coni plice, è stato una vittima», Questo il punto saliente della dichiarazione che l'ex premier ellenico ha pronunciato, con voce vibrata anche se a volte un po' stanca, dinanzi ai sei giudici. Ha rifatto la storia di quel giorno ricordando di essere stato arrestato, alle due di notte del 21 aprile, da due capitani pre sentatisi con un codazzo di soldati nella sua abitazione, in un condominio della capi tale. Fu condotto al Pentago no (come ad Atene viene indi- cato il ministero della Difesa, ad imitazione del più famoso Pentagono di Washington) a bordo di un camion, circondato da soldati armati. Tre ore dopo fu raggiunto da re Costantino, anch'egli praticamente prigioniero dei golpisti. Kanellopulos ebbe con il sovrano un drammatico collo-quio. Ricorda ancora le paro- le una per una. Potete rifiuta re di capitolare davanti a questo gruppo di ufficiali infedeli — disse a sua maestà, ed in tal caso sarebbe rimasto al suo fianco — oppure potete accettare la nuova giunta. «In tal caso, io Kanellopulos, diventerei un estraneo nel mio stesso Paese». L'ex premier ha aggiunto che non tocca a lui giudicare la decisione del sovrano. Sta di fatto che re Costantino non esitò troppo a lungo, rifiutò il rischio di una 1 guerra civile, i militari ribelli acconsentirono a che venisse j ca greca alla vigilia del colpo di Stato. Gli imputati hanno formato un governo di vetri na, con a capo un civile, l'ex premier Kollìas. e con altri politici di estrema destra, ma i fu soltanto una farsa. Il vero potere era ormai passato, nella sua interezza, in mano ai rivoltosi capeggiati da Papadopulos. ; Il quale Papadopulos, inI tanto, se ne sia seduto fra gli altri venti imputati, in fila quattro per quattro, subito dinanzi al banco della presiI denza. Ha scelto la strategia • del silenzio, si direbbe, non ; solo di fronte ai giudici ma j anche di fronte ai compagni ! di delitto e ora di sventura. Il | suo volto è impassibile, teso, l non l'ho mai visto né acci\ gliarsi, né sorridere. Comincia quindi, da parte ! dell'avvocato Dinialkis, scelto ' d'ufficio dopo il rifiuto del mandato dei precedenti difenj sori, il contro-interrogatorio ■ dell'ex premier. Kanellopulos giura di dire la verità, tutta e intiera la verità. La discussione si accentra su un tema ; predominante, da quanto \ tempo era in preparazione il complotto, quali erano le rea! li condizioni della vita politi- i | ; detto e ripetuto di essersi decisi alla grande avventura del golpe per due motivi: la minaccia, sempre più pressante, dell'estrema sinistra, che avrebbe accumulato veri depositi di armi e si preparava ad una rivolta popolare, e lo sfacelo interno, ormai a loro dire inarrestabile, del regime democratico ■ parlamentare greco. Le due cose non sono affatto vere, ha replicato Kanellopulos: la minaccia da parte degli estremisti di sinistra non esisteva, i fantomatici depositi di armi non sono mai stati trovati, non era stato studiato alcun piano insurrezionale né da parte comunista né da parte socialista. E la democrazia era tutt'altro che in sfacelo tanto è vero che erano state indette regolarmente le elezioni. C'era sì, da parte di molti generali ed esponenti della destra più reazionaria, l'opinione di dover premere sul re affinché questi, attraverso misure straordinarie ma permesse in ultima analisi dalla Costituzione, assumesse personalmente il comando delle forze armate e rinviasse le elezioni ad una data posteriore. Ma lui, Ka- cpFcpdqWcnnellopulos, era contrario a \ misure del genere ed anche il re rifiutò il consenso. Se è vero che non esisteva troppa armonia fra i partiti in seno al Parlamento, ha insistito Kanellopulos, è altresì vero che il governo aveva ogni potere per condurre il Paese alla normalità politica e aveva anche la volontà di farlo. Non c'era nessun bisogno di colpo di Stato, la democrazia poteva difendersi da sola. A questo punto Kanellopulos ha rivelato, ed è stata una novità assoluta anche per gli uomini politici greci, che lui, Kanellopulos, leader della destra, aveva concluso in segreto, pochi giorni prima del golpe, un accordo scritto con il capo dell'opposizione, Giorgio Papandreu, per dar vita in ogni caso ad un governo di transizione che fosse in grado di convocare nuove elezioni polìtiche entro sei mesi. Il colonnello Papadopulos ed i suoi complici oggi sotto processo — ha aggiunto Kanellopulos — non diedero vita ad alcuna rivoluzione, non furono mossi da alcun ideale superiore, fecero semplicemente un complotto, compirono una frode ai danni del popolo. Non sa quanto tempo ci abbiano messo ad organizzare la loro azione, forse cominciarono a tessere la loro trama nel 1965. Ma è certo che i congiurati non rappresentavano che se stessi, erano un'infima minoranza delle forze armate (nemmeno seicento ufficiali su diecimila), il loro scopo fu soltanto di impadronirsi del potere, di diventare padroni della cosa pubblica. E, come tutte le dittature, ha concluso Kanellopulos, anche la dittatura di Papadopulos e compagni è finita nel disastro. Umberto Oddone 1 ' Atene. Papadopulos nell'aula del tribunale (Tclefoto Ap)

Luoghi citati: Atene, Washington