Avvolte nelle volpi

Avvolte nelle volpi La moda per l'autunno e l'inverno Avvolte nelle volpi (Nostro servizio particolare) Parigi, 30 luglio. Emmanuel Ungaro rispetta le stagioni e si regola di conseguenza in quanto ad orli. Per l'estate tagliò i suoi spolverini a righe sui falsi abiti da casa in seta, quasi al ginocchio; per l'inverno ama ancora le righe, sfumandole in versione grande per i mantelli a uomo, piccola per gli abiti camicia, ma tutto raggiunge la caviglia. Eppure l'impressione è di leggerezza, di facilità perché i tessuti sono senza peso, cachemere e lane angorate, mussole di lana trasparenti oltre alla seta e a certi velluti dalle sfolgoranti rigature in rosso o in bruno. Guerra al freddo dunque e no alle misure enfatizzate, anche se la donna dì Ungaro riesce ad accumulare in un unico modello una camìcia in lana o in seta con la sua cravatta maschile, che appare dalla scollatura a polo della tunica su gonna aderente o pantaloni: in più naturalmente c'è il mantello ad ogni buon conto fornito di due sciarpe. Le riviste femminili e relativi fotografi si son gettati subito sul tipico insieme di questo oriundo calabrese: una Itinga, aderente gonnella a fiori piccoli e scuri ricoperta per due terzi da una tunica asciugatissima a brevi foglie puniite, fitte fitte su fondo marron grigio o rosso. Se non c'è la tunica appare la casacca cinturata, aperta ai lati stondati, con le maniche più gonfie: entrambe le caratterizza l'allacciatura laterale con fiocchetti e bottoncini piatti, decisamente alla cinese. L'effetto è più evidente se al posto della gonna c'è il pantalone piuttosto stretto, a sigaretta talora e corto alla caviglia. Calottina eseguita all'uncinetto come i gitanti nel disegno della paglia di Vienna, capelli tagliati alla maschietta, ecco una giovane donna che non ha paura di smarrire la propria femminilità se indossa tailleur del tutto mascolini a quadretti bianchi e neri, con lo spolverino volante in cachemere. Altre tuniche da Lanvin, più simili ai cornicioni da cui la tunica è uscita dominandone l'ampiezza, Jules-Francois Crahay è molto bravo nel diversificarsi restando se stesso, senza contraddire un fortunato prét-à-porter o mettere in scacco le sue aficionadas con mutamenti troppo repentini. Il suo autunno-inverno 1975-76 offre una gamma di silhouettes a scelta e, come sempre, molte idee realizzabili dalla sarta e dalla maglierista secondo una benintesa funzione dell'alta moda come creazione di qualcosa che era lì a portata di mano ma intanto nessuno ci aveva pensato. A scanso di equivoci Lanvin ha espresso in centimetri le lunghezze per il giorno, la piccola e la grande sera, rispettivamente 38,25 e 5 da terra: poi ha tagliato in rosso, in marron, in color fragola mantelli diritti con la martingala sul dorso, mantelli sciarpa senza collo, maniche semikimono, cappe che si avvolgono sul corpo come uno scialle e sono abbottonate sul dietro e in velour, in mohair giacconi con le maniche raglan. C'è una gran profusione dì sciarpe portate alla araba e alla contadina russa, da Lanvin, le volpi si arrotolano al collo, seguono i bordi delle cappe, come orlano le brevi giacche sul fourreau di velluto, serrato fino alla vita e diritto, in nero, rosso, in crèpe e più spesso in velluto a righe: una tenuta da sera che spazza via gonne fluide e trasparenze in chiffon per un'eleganza attuale e senza enfasi. • Accompagnano i tubetti di\menticati da anni mantelli uguali, mantelle in panno o scialli matelassé. Il folklore — appena due abiti a fiori da kolkosiana di lusso — è superato, anche se poche giganti in velluto posano, su abiti in satin piuma. Più morbida di quanto non appaia finora la signora d'inverno made in 'France, libera in tuniche ussa, in fluttuanti camicie, in maxichimono, le spalle trattenute dal punto smock, la donna di Lanvin è per l'esilità soffusa, per un'eleganza briosa, senza rimorsi, egualmente all'insegna del rosso e del nero, secondo Stendhal. Lucia Sollazzo Modello di St-Laurent

Persone citate: Emmanuel Ungaro, Francois, Lanvin, Lucia Sollazzo, Ungaro

Luoghi citati: Parigi, Vienna