Candidati alla rapina tra bravi e miliardi di Nicola Adelfì

Candidati alla rapina tra bravi e miliardi Candidati alla rapina tra bravi e miliardi Pranzo per otto al lume di candele sulla terrazza di ponente. Le fiammelle si vedono appena perché il sole è sceso or ora dietro il mare. « E' in onore tuo », mi dice la padrona di casa quando il cameriere porta alto, come in trionfo, una grande aragosta su un vassoio cesellato di argento. «Pensa, l'hanno strappata dagli scogli qui sotto solo qualche ora fa ». In verità, genuina è la fragranza, molto amichevole il pensiero dell'aragosta per me, nato sul mare. Il luogo, non lo conoscevo, è davvero bello sull'alto Tirreno. Per gli strapiombi verticali, l'asprezza delle rocce color ruggine, le insenature strette l'una dopo l'altra, l'azzurro profondo delle acque, è la costa amalfitana che mi viene in mente. Tutt'intorno un vasto parco, piante tropicali, e la brezza della sera increspa le acque della piscina. Roba da miliardari, naturalmente. Quando il cameriere si piega per presentarmi il vassoio con l'aragosta, sotto la giacca bianca, attillata, vedo sul fianco destio un gonfiore particolare. Faccio finta di niente, tra me penso che lì sta una pistola. Col padrone di casa siamo vecchi amici, lui spesso mi legge i pensieri negli occhi, e mi dice secco: « Io sparo ». All'istante esplode la tensione nervosa che vibrava dietro le amabili cortesie mondane. Ognuno cerca di sfogarsi più che può. « Sì, io sparo ». ripete l'ospite. «Porto sempre la pistola, qui alla cintura. A me, non mi prendono. Forse saranno più svelti loro, forse io, non lo so, ma io sparo. Meglio morto che preso, gettato in un porcile, barattato come un oggetto ». Con la forchetta maltratta fino a farne una poltiglia un roseo boccone di aragosta, la linea delle labbra gli si è fatta sottilissima. La moglie, impallidita e muta, tiene il capo basso. ★ * Un signore anziano, forse cento miliardi, forse duecento 0 più, dice calmo: « Se vuoi la pace, prepara la guerra ». Di conseguenza, lui ha attrezzato la sua abitazione in città e le ville come fortilizi con 1 congegni più sofisticati dell'elettronica, consigliandosi anche con esperti del controspionaggio americano: sono sistemi di sicurezza molteplici e autonomi, praticamente segnalano anche il fruscio di un topolino. La sua automobile è blindata meglio di quella del presidente degli Stati Uniti. Un corpo di guardie giurate, alcune in divisa, altre travestite nelle maniere più strane, anche da drogati o invertiti, vigila sui suoi familiari. Ma quanti pistoleri, quanti poliziotti privati sono addetti a questo servizio? Il signore mi risponde con un gesto vago. E quanto denaro costa l'impianto dei congegni elettronici, la manutenzione, gli stipendi ai « gorilla » e tutto il resto? Altro gesto della mano per invitarmi a lasciar perdere queste domande. Complessivamente, mi dice, viene a costare certamente meno di un sequestro di persona, non solo come denaro, ma soprattutto sotto il profilo psicologico. Una cosa è sentirsi con le spalle coperte, un'altra vivere nella paura. — Sicché lei è sicuro che niente potrà mai accaderle? —, domando io. « Perché quei signori dovrebbero tentare di assalire un obiettivo così difficile? Ritengo che siano individui di un certo livello mentale, e perciò preferiscono prendere chi è meno difeso, anche se non ricchissimo ». Il terzo miliardario, meridionale, sbotta di colpo: « Fa presto a parlare lei. Quanti siete in famiglia? Però io ho quattro figli e sette nipoti, aggiunga me e la qui presente mia signora, e arriva a tredici. Brutto numero. E se faccio come lei, quanto mi costerà? Oggi un buon guardaspalle arriva a chiedere 700, 800 mila lire il mese. Più mangiare e dormire per lui e la famiglia. A un certo punto, con tanti figli e nipoti, non ci sono più soldi che bastino. Meglio svendere tutto, e andarsene all'estero. E però come si fa a piantare ogni cosa, a convincere tredici persone a emigrare? In casa mia non si parla di altro, la vita è diventata un inferno. Ah, fossi solo, mi farei monaco. Pane e cipolla, ma col cuore in pace. Monaco su un pizzo di montagna ». La moglie lo accarezza con gli occhi, cerca di calmarlo. Spiega che passano ormai gran parte dell'anno all'estero oppure in una loro villa popolata di «gorilla», cani lupi, sistemi vari di allarme, trabocchetti. « Però tu la notte dormi? », la interrompe il marito. « Non stiamo sempre a mangiarci il fegato pensando ai figli e ai nipoti? Ma te lo immagini se un giorno rapissero Ninetta, cinque anni, povera creatura, o Peppino, 16 anni, e poi ci mandassero un suo orecchio come fecero con Paul Getty? Uno impazzisce solo a pensarci ». Una situazione familiare analoga ha il padrone di casa: molti figli e nipoti. Nell'ultima riunione di famiglia, lui disse: o si parte tutt'insieme o si resta tutt'insieme. Però non fu possibile mettersi d'accordo. « E allora io rimango, e io sparo ». A mangiare l'aragosta adesso siamo io e mia moglie. Però l'imbarazzo è grande. Cerchiamo di spostare la conversazione su altri argomenti. * ★ Tuttavia, se parliamo di arte, viene fuori il nome di Manzo: per un vero miracolo i figli sfuggirono al rapimento e ora vivono, pare, nella Germania, in una località ignota. Si parla di spettacoli? Ecco che spunta subito Sophia Loren che ai figli l'Italia non fa vedere nemmeno col cannocchiale. Si accenna allo sport? Ecco che salta fuori la vicenda di Chinaglia, il calciatore trasferitosi in America anche per la paura di rapimenti. E' un chiodo fisso, e non ci riesce strapparlo dal pranzo a lume di candele. Ci informiamo su comuni amici? Apprendiamo che hanno messo su casa chi sulla Costa Azzurra, chi nella Svizzera oppure fuori dell'Europa. Sempre lo stesso ritornello: via, via dall'Italia! Altri miliardari vivono invece rintanati in luoghi difficilmente accessibili e vigilati da squadre di uomini armati. Sono descrizioni precise, particolareggiate. Sentinelle con binocoli scrutano chi si avvicina, e se notano movimenti sospetti nei dintorni, avanzano gli esploratori, pattuglie circondano l'edificio principale. Sembra di leggere le pagine del Manzoni dove si dà conto del « palazzotto » di don Rodrigo con la sua schiera di « bravi » o del castello dell'Innominato. Un tuffo nel passato di tre secoli e mezzo. Nonostante la squisitezza e la varietà delle portate, puramente simboliche sono le porzioni di cibo che i convitati mettono nei piatti. Maggiore successo ha la vodka gelata come si deve. Dice il padrone di casa di avere discusso a lungo tutta la faccenda con uno dei capi della polizia, e di avere avuto il consiglio di andare a vivere, lui e i familiari, in qualche isola piccola, Capri per esempio, o Vulcano o il Giglio. Lì non sono avvenuti mai sequestri di persona, per i banditi che cercassero di farlo sarebbe come cacciarsi in una trappola. Però fino a quando le isole piccole resteranno rifugi sicuri per i miliardari? La stessa polizia non sa che dire, allarmata da un indizio emerso dalla villa che uno dei più noti capimafia, Luciano Liggio, si stava costruendo non lontano dal mare in Sicilia: nel sotterraneo un cunicolo segreto finiva in una cella senza finestre e dotata dei servizi igienici. Sicuramente doveva servire come prigione per le persone sequestrate, non importa dove, e trasportate laggiù via mare. Dunque è probabile che le varie « anonime sequestri » si stiano dotando di mezzi adeguati per eseguire incursioni sulle coste, comprese le piccole isole. Altro tuffo nel passato remoto, al tempo dei pirati saraceni. Ora servono il caffè e liquori amari. Ancora dura all'orizzonte un po' di luce, e d'un tratto potenti riflettori illuminano la villa in ogni angolo con brutale violenza. Ma questa grande luminaria sul mare non potrebbe richiamare l'attenzione di malintenzionati e indurli a cattivi progetti?, domando io. Sì, è così; però è un rischio calcolato, un rischio minore dell'oscurità notturna. Mi affaccio dalla terrazza, e vedo lungo l'arco costiero accendersi altre ville, altri parchi, e immagino quanti batticuori siano proprio lì dove maggiore è la luminaria. Mi vengono fatti i nomi dei proprietari: tutti famosi, spesso visti sui rotocalchi o nelle prime pagine dei giornali, e che la gente invidia per le loro ricchezze, i loro successi. * * Si torna a discorrere delle isole piccole. Il signore meridionale fa il nome di una nel Mediterraneo, con un villaggio di pescatori, qualche casolare nelle campagne, alcune colline. I tre quarti dell'isola sono in vendita per meno di un miliardo. Tenue è questo filo di speranza, ma tutti vi si aggrappano subito, ansiosamente. Sì, dicono; sì, se ne potrebbe fare un posto fortificato e inattaccabile per miliardari: una ventina di ville molto signorili, alloggi per il personale di sicurezza, un eliporto, un impianto radar, qualche bunker. Si allineano cifre sulla carta, ne viene fuori un affare molto conveniente anche sotto l'aspetto economico. Tuttavia l'euforia è breve. E i figli? E i nipoti? Vorranno vivere relegati nella piccola isola siciliana? E gli affari in corso, le imprese da mandare avanti? I volti si rifanno bui. A rompere il silenzio è il signore più anziano, quello con pochi parenti stretti. Ripete: « Se vuoi la pace, prepara la guerra ». Se Gianni Bulgari fosse stato a bordo di una vettura blindata, i banditi non lo avrebbero considerato un obiettivo facile, perciò non gli sarebbe successo niente. Se dietro la macchina dell'armatore D'Amico fosse stata una macchina con un paio di « gorilla », i banditi avrebbero rinunciato a prenderlo. Il massimo profitto col minimo rischio, questo è il criterio fondamentale di ogni impresa, incluse quelle criminali. Perciò più aumentano i rischi per i banditi, più essi sono costretti a ripiegare su profitti minori. Ecco perché negli ultimi tempi sono aumentati i sequestri di persone ricche, ma non ricchissime: come i Chiacchierini, gli Ortolani, gente insomma che può pagare centinaia di milioni, ma non miliardi. La mattina dopo ci accomiatiamo di buon'ora dagli ospiti. « Beati voi », ci dicono; « beati voi che non avete i nostri guai ». Fino ai limiti del complesso residenziale siamo scortati da una jeep con due giovani armati. Qui e lì vediamo uomini col mitra e che ispezionano il terreno andando dietro a segugi tedeschi addestrati in scuole rinomate. Da casa telefono a Mario Soldati, gli racconto alcune delle cose qui dette. Lo scrittore mi cita un verso di Tibullo: « Cantabit vacuus coram latrane viator »; il viaggiatore con le tasche vuote si mette a cantare allegramente davanti al bandito. Faccio un'altra telefonata, a un magistrato: e, statistiche alla mano, egli mi documenta che i sequestri di persona sono raddoppiati da quando, con la nuova legge, la pena massima è stata portata da 18 a 25 anni di carcere. Ma che si può fare?, insisto io. Dall'altra parte del filo la risposta è un lungo sospiro. Nicola Adelfì

Luoghi citati: America, Capri, Europa, Germania, Italia, Sicilia, Stati Uniti, Svizzera