Un Ottimo bilancio

Un Ottimo bilancio Un Ottimo bilancio Il consuntivo del primo semestre La bilancia commerciale in giugno ha tuttavia registrato un passivo di 205 miliardi - Una sorpresa: la bilancia dei pagamenti sarà attiva pur tenendo conto dei prodotti petroliferi passivo di 2142 miliardi imputabile ai prodotti petroliferi e da quello attivo di 1078 miliardi relativo alle altre merci. Nel corrispondente periodo del 1974 il saldo passivo fu di 3941 miliardi risultante da un saldo passivo di 2258 miliardi per i prodotti petroliferi e da un saldo anch'esso passivo di 1683 miliardi per le altre merci. Dall'analisi dei dati di importazione ed esportazione per i primi sei mesi del corrente anno, messi a confronto con quelli del primo semestre 1974, si ricavano innanzitutto due elementi di particolare interesse: Settore alimentare: la bilancia ha subito un miglioramento di 162 miliardi di lire derivato non tanto dalla lievissima (un per cento) riduzione delle importazioni di merci pregiate, quanto dalla maggior esportazione di riso, prodotti dolciari, ortofrutticoli, ve: rat e vini. Infatti è aumentata del 18 per cento l'importazione di bovini (che in termini monetari ha raggiunto i 239 miliardi) e del tre per cento quelle di altre carni, scarsamente compensata dalla riduzione nell'importazione di suini e di pesce; ugualmente in aumento figurano, sia pure in misura più ridotta, le importazioni di olii, grassi, semi e frutti oleosi, zucchero, caffè, tè e cacao. Settore energia: per i prodotti energetici è peggiorata (sia pure di soli 6 miliardi su un totale di 2366 miliardi). Si è avuta, è vero, una riduzione del 18 per cento per gli oli greggi di petrolio, ma questa riduzione è stata più che compensata dalla importazione di carbon fossile e di derivati dalla distillazione del petrolio e del carbone, e da una riduzione del 24 per cento nelle esportazioni dei prodotti di raffinazione del petrolio, con una riduzione di Introiti valutari, per quest'ultima voce, di circa 177 miliardi nei sei mesi. Se la bilancia commerciale comprendesse soltanto questi due settori il deficit valutario avrebbe raggiunto 1 3662 miliardi, superando quindi in termine d'anno i 7000 miliardi. Invece tale sbilancio è stato almeno parzialmente compensato dall'attivo dei saldi relativi ai seguenti settori: Settore tessile e abbigliamento: attivo di 1201 miliardi e 600 milioni (più 352,5 miliardi rispetto al primo semestre 1974). Settore metallurgico: più 122,2 miliardi rispetto a meno 661 miliardi del primo semestre 1974. Mezzi di trasporto: 709,6 miliardi (più 322,5). La bilancia commerciale infine è stata « salvata » dall'aumento notevole delle esportazioni di macchinari di alta precisione (specialmente per l'industria tessile), di autoveicoli, motocicli e biciclette e loro ricambi, e dei prodotti dell'industria del mobile, della gomma e della carta. In sintesi quindi rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, nel primo semestre del 1975 risulta diminuito, ma di poco, il saldo passivo dei settori merceologici per i quali l'Italia e generalmente importatrice, mentre è sensibilmente aumentato il saldo attivo dei settori nei quali prevalgono generalmente le esportazioni. li tori a più alto contenuto teeno- j logico. Non dobbiamo trascurare i primi (e il loro contenuto di marketing) per curare i secondi (anche perché il contenuto tecnologico dei prodotti non è tutto). Tessili-abbigliamento e trasporti sono punti di forza della nostra bilancia dei pagamenti, i cui settori di debolezza continuano a essere quello agricolo-alimentare e quello energetico (ove il calo delle importazioni si accompagna anche a un calo di esportazioni, poiché vendiamo meno raffinati, data la minor domanda internazione). 11 rilancio deve tenere presenti questi fatti Esso è possibile. Ma deve anche tenere conto dei caposaldi industriali che dobbiamo salvaguardare, per non avere — successivamente — un altro deterioramento di bilancia dei pagamenti. Francesco Forte I dati del giugno del commercio estero, clic completano le cifre del primo semestre, costituiscono una conferma della urgenza e dello spazio, che oggi vi è per il rilancio economico. In giugno abbiamo avuto un aumento delle esportazioni che, in termini monetari, è molto vistoso: il 26cc rispetto ai dati dello stesso mese dell'anno prima e che supera 1 "aumento percentuale registrato negli altri mesi del 1975 (intorno al 20%). Nello stesso tempo le importazioni hanno registrato una diminuzione dello 0.6°o che acquisterebbe maggiore consistenza, naturalmente, se si tenesse conto dell'aumento dei prezzi: in quantità fisica la riduzione è certamente superiore al 10V Rispetto ai mesi precedenti, la riduzione di importazioni è meno marcata: infatti dal gennaio al maggio essa fu attorno al 9°o. Si può spiegare questa differenza con il fatto che per mesi e mesi si sono liquidate le giacenze che vi erano e ora. pur importando meno che lo scorso anno, si importa un po' di più che nella media di quei mesi precedenti. II risultato del giugno del nostro commercio estero è di quasi pareggio: infatti le importazioni superano le esportazioni di 205 miliardi. Ma bisogna tenere conto che nelle importazioni sono inclusi i costi di trasporto, mentre dalle esportazioni essi sono esclusi: togliendoli anche dalle prime, così da avere dati omogenei confrontabili, ed assumendo che essi siano circa 1*8% del valore di importazione, il disavanzo delle importazioni sulle esportazioni scende di circa 170 miliardi e, dunque, si riduce a 40. Certamente è compensato dall'attivo del turismo. Sicché in giugno, la nostra bilancia dei pagamenti correnti risulta, presumibilmente, attiva. Lo si noti bene: ciò incluso l'onere del petrolio, non escluso! Si ricorderà che l'anno scorso pareva già tanto se si riusciva a pareggiare la bilancia dei pagamenti correnti, escluso l'onere del petrolio. 1 dati del primo semestre offrono un quadro complessivo che conferma quanto sopra. Le importazioni sono diminuite, in valore, dell'8% scarso; quindi in quantità di un 20% circa. Le esportazioni si sono accresciute, in valore, di un 22%: in quantità vi è forse un lieve miglioramento, che acquis'a tanto più significato, se si considera la depressione dei mercati mondiali. 11 disavanzo delle importazioni al lordo dei costi di trasporto rispetto all'export, nel primo semestre, è di appena 1064 miliardi. Depurando le importazioni dei costi di trasporto, esso si riduce di circa 950 miliardi e passa a soli 140 miliardi, che chiaramente sono compensati dalle varie partite invisibili: turismo, rimesse di emigranti etc. Insomma il primo semestre presenta una bilancia dei pagamenti correnti che è in pareggio o forse anche in avanzo, di qualche centinaio di miliardi. Sarebbe veramente paradossale se quest'anno dovessimo chiudere la bilancia dei pagamenti correnti in avanzo, mentre la produzione, a causa della stretta che è stata attuata, è caduta nel modo che tutti sanno. Ma se nei primi mesi le fughe dei capitali si sono molto ridotte e quindi certe bollette delle esportazioni che prim.i erano sottovalutate ora dicono il vero (di qui certi aumenii di esportazione tanto vistosi), mentre varie bollette di importazione si sono ridimensionale (di qui il calo cospicuo di certe spese di importazione, non sempre attribuibile a più favorevoli prezzi internazionali), vi è ora il pericolo che le fughe di capitali riprendano, perché non vi è fiducia nelle prospettive di investimento della nostra economia, tanto stremala. Non ci si deve illudere, dunque, che una moderazione del rilancio giovi alla bilancia dei pagamenti: al contrario, gioverà un rilancio robusto che, i i primo luogo, si preoccupi degii equilibri delle imprese, agendo sui costi (del denaro e degli altri fattori di produzione) e, nello stesso tempo, si preoccupi della domanda. Che cosa si può dire circa la « tenuta » dei vari settori della nostra economia? Bisogna osservare che quelli che hanno dato il maggior contributo alla bilancia dei pagamenti sono stati il tessile e il meccanico, ove fanno spicco i mezzi di trasporto. 11 tessile-abbigliamento nel primo semestre ha dato un saldo attivo di 1200 miliardi, con un aumento di 300 rispetto al primo semestre del 1974; il settore dei mezzi di trasporto ha dato un saldo attivo di 700 miliardi, con un aumento di altri 300 rispetto al primo semestre 1974. Anche la meccanica di precisione ha dato un rilevante contributo all'i ncremento dell'esportazione. I nostri punti di forza, dunque, si dist: ibuiscono fra settori tipici dell'economia italiana degli Anni 50-60 a basso o medio contenuto tecnologico e set¬

Persone citate: Francesco Forte

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